Varie, 10 agosto 2006
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RUFFINI Fatma Bologna 1943. Dirigente. Direttore dei programmi Rti. Laurea in Lettere (storia dell’arte), dall’81 a Mediaset, ha realizzato Ok il prezzo è giusto (83), Il gioco delle coppie (85), C’eravamo tanto amati (89), La ruota della fortuna (89), Karaoke (92), Scherzi a parte (92), Stranamore (94) ecc
RUFFINI Fatma Bologna 1943. Dirigente. Direttore dei programmi Rti. Laurea in Lettere (storia dell’arte), dall’81 a Mediaset, ha realizzato Ok il prezzo è giusto (83), Il gioco delle coppie (85), C’eravamo tanto amati (89), La ruota della fortuna (89), Karaoke (92), Scherzi a parte (92), Stranamore (94) ecc. • «[...] una vita passata a importare format, alcuni dichiarandoli alla dogana, altri nascondendoli sotto la gonna [...]» (Aldo Grasso, ”Corriere della Sera” 19/4/2007) • «[...] Direttore programmi, direttore format, direttore sit-com, è la donna più potente della tv italiana,’una con le palle” la definiscono a Mediaset (’ecco perché non mette mai gonne corte” chiosava l’allora presidente Silvio Berlusconi) e dal 1981 non ha mai smesso di inventare pro- grammi, scoprire talenti, sorridere in-stancabile e implacabile ”e dire tanti no. Non sono dura, anzi da ragazza ero timi-da, se c’erano persone in un corridoio cambiavo strada per non passarci attraverso. Ho lavorato tanto su me stessa per diventare quel che sono”. [...] tanti anni dietro le quinte e mai la tentazione di andare in video? ”L’ho avuta, l’ho avuta. L’altra sera sono saltata sulla sedia perché a Matrix hanno fatto vedere la hit parade musicale per bambini che presentavo ad Antenna Nord ( che poi sarebbe diventata Italia 1) nei primi Anni 80. Quelle pettinature terribili, gonfie...”. Inizi musicali, dunque: ma lei non è laureata in Storia dell’Arte? ”Sì, ma uno dei miei primi lavori è stato l’ufficio stampa di Lucio Battisti [...] Beh, promuovere un artista che non vuole mai farsi vedere in giro e rilasciare interviste non è facile... poi ho incominciato a fare l’autrice per le prime tv libere e contemporaneamente facevo interviste, mi divertivo moltissimo” E poi? Come mai è finita? ”Poi ho incontrato Berlusconi e non ho più smesso di lavorare con lui. In ogni caso quello di conduttrice non è il mio mestiere, ci vogliono altri attributi”. Non dica così. Proprio lei. ” vero. L’artista ha un esibizionismo, una gioia nel farsi vedere che a me manca”. La tv di allora sembra lontana anni luce. ”Era una tv artigianale, grandissime professionalità ma un’organizzazione meno industriale. Si faceva tutto con pochi mezzi e molte idee [...] c’era un entusiasmo garibaldino, la sensazione che si stesse creando qualcosa di nuovo. Ora anche il pubblico è più esigente, più smaliziato [...] Silvio - noi allora lo chiamavamo ”il dottore’ - era una forza della natura, si interessava a tutto: ma era l’epoca irripetibile dei pio- nieri, a Piersilvio è toccato il compito di conservare e su questo non lo batte nessuno [...] Il successo non stupisce mai [...] Sono ottimista, certo, non si può fare questo lavoro se non lo si è. Ma vede, ci si prepara tanto, si crede in quel che si fa e ci si aspetta che anche il pubblico ci crederà. Invece l’insuccesso lascia l’amaro in bocca anche a distanza di tempo: non ho ancora digerito il flop di Non dimenticate lo spazzolino da denti, con Fiorello, era troppo avanti per l’epoca, trop-po cattivo, adesso funzionerebbe eccome”. Fiorello l’ha scoperto lei. ”Non proprio scoperto, l’ho lanciato io con il karaoke, sì. Avevo visto uno spot in Olanda di ragazzi che cantavano con le parole sovraimpresse, alla famosa riu-nione del venerdì pomeriggio ad Arcore ho detto: ”Vorrei fare un programma con la gente che canta leggendo le parole’. ”Il dottore’ mi ha guardata basito: ”Se proprio vuole... ma non lo chiami karaoke per carità’. Quando ha avuto tutto quel successo, lui zitto, poi un giorno ha buttato lì ”Eh, però, ho visto che chiamano i locali karaoke...’” Allora anche il dottore torna sui suoi passi... successo altre volte? ”Aveva sottovalutato Stranamore, anche perché era il 93-94, lui era già distratto dalla politica. ”Lo mandi pure in onda, ma al pomeriggio, su Retequattro’. E in-vece sta per ripartire quest’anno, è uno dei nostri classici” Una volta che si è arrabbiato? ”Per Scherzi a parte.. se lo ricorda lo scherzo a Gullotta? Tornava a casa e si trovava davanti una tigre vera. Poi parte la pubblicità, squilla il telefono, è Berlusconi: ”Ma lei è matta? Ma è vera quella tigre?’. Nove milioni di ascoltatori ma quella volta non ha cambiato idea: ”Non doveva farlo, lo scherzo’” [...] ha lavorato con Daniele Luttazzi in Barracuda. ”E non abbiamo avuto problemi: tutto dipende da come li si gestisce, gli artisti. Lui è un creativo ma ha bisogno di qual- cuno che lo contenga, lo indirizzi. Contro Berlusconi lo hanno usato”. Una scoperta recente? ”Claudio Amendola. Umiltà, voglia di fare, nessun protagonismo. Uno che si mette al servizio del programma” Qualcuno che l’ha delusa? ”Tanti, purtroppo, soprattutto dal punto di vista umano. Il successo è una malattia, ti allontana dalla realtà”. Faccia dei nomi. ”Nemmeno sotto tortura”.[...] Parliamo di donne: perché la tv è piena di ragazzine seminude che fanno la spalla al ”bravo conduttore”? ”La responsabilità è anche delle ragazze: si accontentano di esibire la bellezza, si fer- mano lì: conquistano un po’ di notorietà e se la godono. Non hanno voglia di studiare, impegnarsi, prepararsi. Per chi vuole i ruoli più importanti ci sono” Non citi le solite Ventura e De Filippi. ”Loro sono delle grandi professioniste certo, ma anche la Hunziker, partita come una biondina qualsiasi, sta rivelando grinta e capacità. E Cristina Chiabotto, vent’anni e conduce Scherzi a parte. Seria, precisa, tenace: farà strada”. E lei? Smetterà mai di fare tv? ”Mai. Però, sa cosa, vorrei trovare il tempo per scrivere un libro su questi anni”» (Raffaella Silipo, ”La Stampa” 22/1/2007).