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 2006  agosto 10 Giovedì calendario

Letti nel grano, ecco l’hotel senza muri. Corriere della Sera, giovedì 10 agosto Berlino. «Un letto nel grano è sempre libero, i grilli cantano e c’è profumo di fieno», cantava nel 1976 Jürgen Drews, ibrido tedesco tra Gianni Morandi e i Righeira

Letti nel grano, ecco l’hotel senza muri. Corriere della Sera, giovedì 10 agosto Berlino. «Un letto nel grano è sempre libero, i grilli cantano e c’è profumo di fieno», cantava nel 1976 Jürgen Drews, ibrido tedesco tra Gianni Morandi e i Righeira. Ma se passate dalle parti di Bad Kissingen, cittadina dell’Alta Baviera, forse è meglio prenotare. Perché tra le spighe, di questi tempi, lo spazio rischia di essere limitato. Bett im Kornfeld, «Letto nel grano»: il primo vero open-air hotel del mondo, quindici stanze senza pareti – tre metri per tre di campo su cui le spighe sono state spianate per lasciar spazio a un letto matrimoniale in ferro battuto; al posto delle coperte, mucchi e mucchi di fieno. La reception è una tenda da circo a spicchi colorati, sopra ogni «camera» un baldacchino di tela per ripararsi dalla pioggia. Chi vuole si porta sacco a pelo o lenzuola – in campagna, di notte, fa freschino ”, altrimenti ci si seppellisce tra l’erba secca, lasciandosi inondare da profumi e sensazioni, e ci si addormenta nel silenzio più assoluto (frinire di grilli e richiami di civette, ovviamente, non fanno testo). Niente luci, niente radio, figuriamoci cellulari o televisioni: chi sceglie di trascorrere una o più notti al «Bett im Kornfeld» non cerca comodità da grande albergo, ma un contatto più profondo con la natura. Lontano dalla pazza folla. La fuga, ora, è possibile; e gli ospiti si precipitano qui da tutta la Germania, conquistati da un semplice passaparola. Gli amanti del riposo senza muri devono paradossalmente ringraziare la crisi economica: «Era l’estate del 2002 – racconta oggi Monika Fritz alla Süddeutsche Zeitung – ed ero completamente spiantata. Volevo fare qualcosa di emozionante, romantico e legato alla natura – ma che non mi costasse niente». Il Letto nel grano è nato così, dal desiderio di vacanze di una «ecotropologa», come si definisce lei, senza lavoro e senza soldi. Che una mattina alla radio si è trovata a riascoltare quella vecchia canzone, hit di un’estate di ormai trent’anni fa, «e ho pensato: perché non si dovrebbe poter dormire in mezzo alle spighe?». L’idea ha conquistato Otto Funck, consigliere comunale e agricoltore, che ha messo a disposizione oltre 600 metri quadrati di campo coltivato a cereali. Doveva durare due settimane; questo è il quarto anno. «Da nessun’altra parte al mondo è possibile dormire in un campo di grano, è fantastico», raccontano gli ospiti. E l’albergo di Monika e Otto (www.bett-im-kornfeld.de) rischia davvero di essere unico: perfino i lodge «open air» più sperduti, nella savana o nelle foreste pluviali, hanno abdicato alle pareti, ma non a tetti e pavimenti in legno, bar e piscine. Qui al Bett im Kornfeld, niente di tutto questo. La sera ci si riunisce intorno al fuoco, per un barbecue a base di würstel e patate; alle 22 scatta il «silenzio», all’aria aperta anche un sussurro diventa un grido. La mattina, tutti sotto la tenda centrale per una colazione a base di müsli biologico, marmellate fatte in casa, formaggi e salumi tipici. I bambini si rincorrono da una stanza all’altra, collegate da «corridoi» che assomigliano a un labirinto dorato, si tuffano nei covoni, si imbrattano col fango dello stagno. Costo di una notte sotto le stelle, sulle orme dei vagabondi che popolano la letteratura tedesca, dal medievale Till Eulenspiegel ai personaggi di Hermann Hesse: 7 euro. Costo della colazione: 8 euro. Il profumo della libertà non ha prezzo, è vero; ma se può essere addirittura economico, allora il tutto esaurito del Letto nel grano si spiega da sé. Gabriela Jacomella