Costanza Rizzacasa d’Orsogna, La Stampa 10/8/2006, pagina 8., 10 agosto 2006
Per il deputato siciliano il bagno turco è gratis. La Stampa, giovedì 10 agosto Sicilia. Cinque milioni di abitanti per 90 deputati regionali, che, unici in Italia, percepiscono la stessa retribuzione dei senatori della Repubblica
Per il deputato siciliano il bagno turco è gratis. La Stampa, giovedì 10 agosto Sicilia. Cinque milioni di abitanti per 90 deputati regionali, che, unici in Italia, percepiscono la stessa retribuzione dei senatori della Repubblica. Dove il neo-presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, da cui Montecitorio aspetta ancora le dimissioni (la lettera, fanno sapere i suoi, era pronta, ma dopo 12 anni di onorata carriera, Miccichè ha chiesto a Bertinotti di tenere un piccolo discorso all’aula, col risultato che si dovrà attendere settembre) guadagna quanto il presidente del Senato, il vicepresidente quanto il vicepresidente e così via. Ma in realtà i parlamentari siciliani, grazie a tutta una serie di ”extra” di cui non devono rendere conto alcuno, prendono molto più dei senatori. Quanto di più non è dato sapere, perché grazie a una sentenza della Corte Costituzionale l’Ars ha sovranità amministrativa totale, e né la Corte dei Conti né la Guardia di Finanza possono esercitare alcun controllo. Ma si parla di migliaia di euro in più mensili, e recentemente un consigliere parlamentare, Livio Ghersi, «non potendo più avallare questo regime di privilegi» si è dimesso, denunciando in un dossier i costi altissimi dell’Ars, la mancanza di trasparenza e la necessità di rendiconti. Secondo fonti amministrative dell’Assemblea, la voce più redditizia sarebbe quella dei viaggi. Perché laddove i senatori ricevono i biglietti, i parlamentari Ars hanno un budget annuo, 13.100 euro, la cui parte non utilizzata è convertibile in denaro da intascare ogni dicembre. Discorso a parte sono le missioni. Per cui il deputato percepisce, oltre al rimborso del viaggio che non intacca il plafond di cui sopra, un’indennità giornaliera di 75-500 euro. Missioni guardacaso concentrate nei periodi estivo e natalizio. Passò alla storia quella che prevedeva l’incontro dei deputati siciliani con la comunità italiana dell’Australia. Sedici giorni sotto Natale, quando lì è estate. Incluso uno scalo tecnico di cinque giorni a Bangkok. E ancora. I gruppi parlamentari hanno due contributi, uno per le ”spese di documentazione e segreteria” di 4.200 euro al mese per ogni deputato e uno per il funzionamento degli stessi gruppi, proporzionale al numero dei propri deputati: 4.600 mese per ogni deputato fino al quinto (poi diminuisce), più un fisso di sei-ottomila euro anche se il gruppo ha un solo deputato. Oltre a staff e auto blu. Ci sono poi le "varie ed eventuali". Il bagno turco (vedi alla voce "cure termali"), la tessera dello stadio, i corsi di lingue negli States. Quisquilie, certo, a confronto dell’"indennità di reinserimento sociale" da 50mila euro che il deputato percepisce insieme alla liquidazione. C’è poi la questione delle carte di credito. «Nella passata legislatura - dice l’ex deputato dei Verdi Lillo Miccichè (nessuna parentela con il suddetto presidente) - accadde che parlamentari non più parlamentari continuarono ad usare la carta di credito dell’Ars. Tutto fu sanato dicendo che gli ex deputati vantavano dei crediti, ma non ci sono prove. Per non parlare delle leggi ad personam, come quando i deputati eletti nel ’96 postergarono alla legislatura successiva l’applicazione della legge Dini sulle pensioni, sebbene il loro mandato scadesse a luglio 2001». Altri raccontano che un paio d’anni fa l’American Express bloccò tutte le carte ad uso personale dei deputati. E si scoprì che l’Ars tratteneva sì dallo stipendio l’importo dell’estratto conto, ma poi non lo versava all’Amex. «Il problema è la delibera che ha equiparato gli stipendi a quelli del Senato - dice il siciliano Sergio D’Antoni, viceministro per lo Sviluppo economico - Tutto il resto è venuto da lì. Loro si giustificano dicendo che quello siciliano è il parlamento più vecchio d’Europa (1622, ndr), ma la verità è che c’è una deriva sbagliata». Per i sindacati, il problema maggiore è la trasparenza. «La Cgil aveva chiesto i documenti relativi alle spese del personale - dice il deputato Ds Franco Cantafia, appena dimessosi da segretario della Cgil di Palermo - ma non c’è stata risposta. Allora abbiamo mandato una lettera (che Miccichè dice di non aver mai ricevuto, ndr), minacciando il ricorso per attività antisindacale. Poi io personalmente ho chiesto visione del bilancio, e per averlo ho dovuto far capire che non mi sarei fermato alla prima lettera. L’ho ricevuto, ma non è trasparente, perché le spese sono riunite per grandi voci e mancano tutti gli allegati. Ma la cosa più scandalosa sono le spese accessorie, come l’auto con autista per persone le cui funzioni sono legate solo all’ambito interno dell’Ars». Il margheritino Giuseppe Spampinato ricorda invece «il controblitz organizzato due anni fa insieme ad altri deputati per contrastare l’approvazione del bilancio. «Così l’anno dopo, il vicepresidente vicario Fleres non mise all’ordine del giorno l’approvazione del bilancio, inserendolo in extremis a fine seduta, e noi quel giorno non avevamo il numero legale per fermarli. Quella seduta finì sulle Iene, perché in essa furono riapprovate, con lo stesso stratagemma, una decina di leggi tra cui assunzioni per amici e sanatorie varie, già impugnate dal commissario dello Stato». Ed è di pochi giorni fa la notizia che Miccichè ha annunciato un gran restauro di palazzo dei Normanni. Dalle storiche uniformi dei commessi, forse ridisegnate da Dolce e Gabbana, ai nuovi banchi della Sala d’Ercole, in sostituzione di quelli del Basile. «Necessari - dice Micciché - per evitare inciuci tra una parte e l’altra». Come necessario è il nuovo, modernissimo studio-pensatoio del presidente: un attichetto all´ultimo piano accessibile tramite ascensore privato. «Il mio obiettivo di trasparenza e risparmio è assoluto - replica il presidente - Per esempio esiste un fondo privato di 400mila euro l’anno per la presidenza o il consiglio di presidenza. Posso garantire che se ne avrò bisogno lo utilizzerò in maniera trasparente». Costanza Rizzacasa d’Orsogna