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 2006  agosto 08 Martedì calendario

Il mercato dei venditori di parole. Il Sole-24 Ore, martedì 8 agosto Ex presidenti e governatori di Banche centrali

Il mercato dei venditori di parole. Il Sole-24 Ore, martedì 8 agosto Ex presidenti e governatori di Banche centrali. Ma anche astronauti e esploratori, atleti e capitani d’industria. Formano il nuovo circolo degli oratori a gettone, ormai trasformatosi da curiosità e fenomeno di costume in un settore economico sempre più globale e dinamico, capace di muovere miliardi, di dollari l’anno - e di generare piogge di lauti compensi per i suoi protagonisti. Un circolo per metà club esclusivo, destinato a pochi privilegiati alla ricerca di intuizioni preziose su crisi e sfide mondiali. E per l’altra capace di mobilitare audience di massa, a colpi di grandi raduni degni d’un fervore religioso nella caccia a strategie per conquistare obiettivi elusivi, dal potere alla ricchezza e alla felicità. Il boom dello speaking circuit, il circuito dei professionisti della parola, ha trovato nell’ex presidente democratico Bill Clinton il suo alfiere d’eccezione. Nell’ultimo anno è stato talmente conteso da incassare per 42 interventi ai quattro angoli del globo "gettoni" pari a 7,5 milioni di dollari, tutti regolarmente riportati nelle dichiarazioni fiscali. E da stabilire nuovi record per le tariffe degli oratori-celebrilà: 360 mila dollari per una sola comparsa. L’ex inquilino del1a Casa Bianca non è un caso isolato. anzi incalzato da continui nuovi arrivi: l’ottuagenario Alan Greenspan non ha perso tempo, lasciata la guida della Federal Reserve a fine del gennaio scorso, nel battere i sentieri dei discorsi a pagamento. Mentre prepara la sua autobiografia, ha accettato di parlare ai quindici principali clienti della banca d’investimento Lehman Brothers in cambio di una parcella, si dice, da 250 mila dollari. Compresa una maggiorazione di 100 mila dollari rispetto al contratto-base per "vendere" a Lehman il diritto di diventare la prima società a ospitare un discorso dell’ex governatore della Federal Reserve sull’economia mondiale nelle vesti di privato cittadino. Da allora i suoi ingaggi si sono susseguiti, prenotati spesso con grande anticipo: a novembre ha in programma di intervenire ad un convegno della finanziaria Schwab. Ma la scoperta delle potenzialità del nuovo settore spetta forse a personaggi più oscuri e ben più controversi, ma che sicuramente hanno lasciato tracce profonde, nel bene e nel male, sul circuito degli oratori di professione. Questa razza di imprenditori porta nomi quali Tony Robbins e Peter Lowe. Anthony Mahavorick (in arte Robbins) è un californiano di 45 anni dal fisico imponente, che si definisce un maestro di vita, un oratore motivazionale e un grande comunicatore. Di sicuro è l’autore di ondate di "infomercial” e di volumi di successo del self help dai titoli rivelatori "Potere illimitato" oppure "Risvegliare il gigante dentro di noi". Robbins non manca di presentare i suoi appelli sotto le bandiere di una teoria che ha battezzato, alla lettera, "condizionamento neuroassociativo". Né di senso del teatro-_ conduce seminari a effetto, dove i partecipanti svilupperebbero una tale fiducia in loro stessi da camminare su carboni ardenti. Ma altrettanto certamente la sua aura New Age ha affascinato, negli anni, clienti che vanno da svariati presidenti americani al leader russo Mikhail Gorbachev e alla principessa Diana. E suoi discorsi sono echeggiati anche tra le mura della Casa Bianca di George Bush padre e di Bill Clinton. Lowe, originario della Florida e coetaneo di Robbins, ha avuto alterne fortune lanciando vere e proprie tourneé motivazionali. Negli annali del settore rimane con le kermesse Get Motivated, dove ha fatto salire sul palco l’ex generale della guerra in Iraq Tommy Franks e l’ex soldato Jessica Lynch, simbolo di un’epopea di cattura e salvataggio durante la guerra. Nonché l’ex sindaco di ferro di New York Rudolph Giuliani e una pattuglia di eroi o presunti tali dello sport e della Corporate America. Si calcola che la sua carovana itinerante, due anni orsono, abbia portato il proprio messaggio a oltre 250 mila persone che hanno pagato biglietti d’ingresso tra 129 e i 229 dollari a testa. Il caso di Get Motivated dimostra anche come le due anime, quella del club e quella dei circo ambulante, si intersechino nel mondo articolato degli oratori di professione. Robbins, che ha una propria società, la RRI, ha offerto a Clinton la tribuna per una coppia di discorsi dalla remunerazione record: 650 mila dollari in due giorni durante incontri di massa organizzati dal guru. La popolarità dello speaking circuit ha anche dato vita, negli ultimi anni, a progetti di lanciare un intero canale televisivo via cavo, BetterLife. Quello dei motivational speaker e dei discorsi a gettone, inoltre, non è soltanto una nuova moda effimera, ma vanta una tradizione dalle radici profonde. Qualcuno fa risalire le origini moderne dell’oratore di professione negli Stati Uniti almeno fino allo scrittore Mark Twain, padre della letteratura americana nonché oratore di fine ironia. Fu costretto a ricorrere ampiamente a quella dote, sul finire dell’Ottocento, per ripianare debiti incorsi a causa di investimenti sbagliati. Adesso lo speakíng circuit è maturato in un tassello cruciale della battaglia concorrenziale tra grandi imprese, della necessità di migliorare la propria immagine e mobilitare i propri dipendenti o dirigenti in un’economia globalizzata carica di opportunità quanto di incertezze. La gestione del sempre più complesso giro di oratori avviene attraverso grandi broker, a cominciare dallo Washington Speakers Bureau e dalla Harry Walker Agency, che in cambio di una percentuale abitualmente compresa tra il 10% e il 30% rappresentano molti degli operatori di grido. Lo Speakers Bureau, che ha all’attivo l’ex Segretario di Stato Colin Powell, l’attore britannico John Cleese e Greenspan, è parte dell’International Association of Speakers Bureaus, che vanta 130 uffici sparsi per il mondo. E il vicedirettore dell’associazione James Montoya sostiene che, se è impossibile calcolare quanti capitali vengano investiti ogni anno per assicurasi i servizi di oratori a gettone, non vi sono dubbi che le cifre siano ingenti. Alcune stime calcolano il giro d’affari in due miliardi di dollari, volano di un ben più colossale impero in espansione che estende all’editoria, ai video, ai corsi e alla consulenza. I nomi più riconoscibili facilmente chiedono oltre 100 mila dollari a discorso, apice di un settore ormai differenziato che offre anche oratori per poche migliaia di dollari. La media si aggira tra i 40 e i 75 mila dollari. Il generoso flusso di capitali verso gli oratori a gettone sta così attirando crescenti schiere di stelle dalle carriere più diverse. Accanto ai menzionati Clinton, Greenspan e Giuliani, l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schroder starebbe perfezionando le sue abilità linguistiche per sfruttare al meglio il circuito anglofono. Sul fronte manageriale dominano nomi quali Jack Welch, ex amministratore delegato di General Electric, o Carly Fiorina, ex chief executive officer di Hewlett Packard o ancora il costruttore Donald Trump. Mentre si allungano anche le liste di atleti alla caccia di nuova gloria nella parola, dall’eroe del football americano Terry Bradshaw all’ex ciclista pluridecorato Lance Armstrong, inframmezzati da astronauti come Sally Ride o esploratori quali Peter Hillary (figlio del primo alpinista a conquistare l’Everest). E nelle retrovie arranca un’armata Brancaleone pronta a soddisfare ogni gusto, che arruola cuochi di grido e commedianti, giocatori di poker e re del giardinaggio. Marco Valsania