Il sole 24 Ore 03/08/2006, pag.12 Roberto Galullo, 3 agosto 2006
"I miei frigo al Polo Nord". Il sole 24 Ore 3 agosto 2006. Perugia. Piazzare una vetrina termica per gelati nel rifugio estremo del Polo Nord è una di quelle imprese da tramandare, talmente sono difficili da credere
"I miei frigo al Polo Nord". Il sole 24 Ore 3 agosto 2006. Perugia. Piazzare una vetrina termica per gelati nel rifugio estremo del Polo Nord è una di quelle imprese da tramandare, talmente sono difficili da credere. A raccontarla al "Sole-24 Ore" è l’autore: Carlo Giulietti, cinquantottenne presidente e a.d. di Isa, società di Bastia Umbra (Pg) leader nella refrigerazione professionale. "Un’impresa - racconta nel suo ufficio con vista sulla fabbrica che da lavoro a mille dipendenti e che fattura 150 milioni all’anno di cui il 70% all’estero - che ci è riuscita già negli anni Settanta, quando la tecnologia del freddo era limitata, ma il successo del design era fondamentale". Questa azienda campione del made in Italy - tanto famosa all’estero quanto riservata in Patria - ha raccolto e raccoglie intorno a sé designer del calibro di Giugiaro, Aulenti, Citterio, Hosoe, Micheli e Silvestrin. Prima e dopo quel viaggio al Polo molta strada è stata fatta da quando, nel 1963, quel giovane, con il suocero, diede vita a una società "sempre fuori da schemi di lobby politiche e finanziarie - tiene a precisare Giulietti-. La nostra filosofia è infatti lavorare e non apparire". L’eccezione conferma la regola e dunque Giulietti - i cui figli assicurano la continuità in azienda - racconta di quando vendette impianti professionali e arredamenti al Cremlino e alla municipalità di Mosca. "Furono tenuti in stand by per due anni - ricorda - per paura che fossero pieni di "cimici" americane. Il controspionaggio russo era in allarme visto che l’Unione Sovietica si apprestava a ospitare le Olimpiadi. Ma noi per i Giochi eravamo pronti". La vocazione all’estero non conobbe più soste e oggi Isa lavora dalla Svezia alla Corea, dagli Stati Uniti all’Australia, passando per l’India, dove la scorsa settimana ha chiuso un accordo per produrre con un’azienda locale quotata in Borsa e servire il subcontinente. Anche i clienti sono colossi nazionali e internazionali: Coca-Cola, Unilever, Nestlè, Ferrero, Sanson. Non si arresta neppure la tendenza del gruppo all’ampliamento. Negli scorsi anni, infatti, Isa ha acquistato due marchi storici del settore: Cof nel 2000 e Tasselli, a Suzzara (Mantova), specializzato in arredamenti per supermercati e con un trend, strategico per Isa, in espansione. I due colossi del freddo Isa non è un caso isolato in provincia di Perugia, dove è nata una filiera del freddo che occupa circa 2.500 addetti e fattura almeno 300 milioni all’anno. A Massa Martana sorge dal 1932 il gruppo Angelantoni, altro colosso specializzato nelle macchine per refrigerazione ad alta tecnologia, con 650 dipendenti, 115 milioni di fatturato nel 2005, tre sedi e filiali e stabilimenti all’estero. Nella sfida tra grandi ciascuna impresa risponde con colpi sempre più vistosi. Se Giulietti vende impianti al Polo, Gianluigi Angelantoni, 61 anni, a.d. del gruppo, spedisce in India refrigeratori hi-tech per testare i satelliti dell’Ente spaziale (si veda il "Sole-24 Ore" del 7 febbraio 2006). Una matrice comune tra i due gruppi c’è: la continua ricerca. Isa oltre ai contatti con le Università, impiega 20 ingegneri che lavorano in tre centri climatici, vere e proprie gallerie del freddo. A bene vedere c’è un altro filo logico: l’innovazione. "Solo così - spiega ancora Giulietti - possiamo tenere a bada la Cina, di cui non teniamo la concorrenza". Il polo del freddo si espande Pensa in grande anche Antonio Rossi, cinquantenne co-titolare della ItalProget di Bettona (Perugia). Rossi per nove anni è stato dipendente della Isa, poi si è messo in proprio e oggi l’azienda - partita da un magazzino - ha 70 dipendenti, 12 milioni di fatturato che cresce ogni anno a doppia cifra e si estenderà presto su 10mila metri quadrati di superficie. Due le linee di produzione. Una, artigianale, per bar e banchi freddo su misura. "Al cliente - spiega Rossi mentre gli operai montano a mano ogni pezzo - forniamo tutto chiavi in mano: dalla progettazione alla consulenza alla richiesta dei finanziamenti". Da questo impianto escono 6 impianti bar al mese, che possono costare fino a 500mila euro. L’altra linea è quella industriale, dalla quale escono 1.500 pezzi all’anno, il 70% dei quali raggiunge ogni angolo del mondo. "Oggi - dice Rossi - abbiamo circa 40 modelli di banchi per gelati e la progettazione richiede anni. La Cina non ci fa paura. Abbiamo una marcia in più e copiarci non è semplice". La diversificazione di Ciam Il freddo evidentemente conserva il genio locale, se è vero che in un pugno di chilometri quadrati sorgono anche Ciam, sempre a Bastia Umbra, Cemif Engineering a Trevi (da 50 anni sul mercato e specializzata nei banchi per la conservazione ed esposizione del gelato artigianale, in grado di mantenere per 48 ore il prodotto senza necessità di sbrinamento), Rigel impianti a Gubbio (ha fornito le centrali frigorifere allo stabilimento Antonio Merloni di Gaifana nel perugino) e la Seven Frigo di Ponte San Giovanni (che costruisce anche porte frigorifere) ed esporta nel mondo. Ciam - un gruppo che oggi racchiude quattro realtà, fattura complessivamente 16 milioni e impiega 80 persone - merita una storia a sé. Nasce nel ’77 anche grazie a persone che avevano lavorato presso la Isa. Il gruppo si espande a vista d’occhio. "Dal ’97 - spiega Federico Malizia, trentenne che da maggio ha assunto la presidenza del gruppo e figlio del co-fondatore Giuseppe - abbiamo deciso di rivolgere attrezzature e arredamenti di bar, pasticcerie e gelaterie direttamente agli arredatori. Questo ci ha permesso di innestare una marcia in più e di esportare in tutto il mondo oltre a servire i clienti italiani". Una marcia che ha permesso a Ciam Group anche di investire 10 milioni in un nuovo stabilimento di 20mila metri quadrati che sorgerà a Petrignano, a pochi chilometri dall’aeroporto di Perugia. Roberto Galullo