Varie, 8 agosto 2006
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Macchi Eros
• Milano 2 agosto 1920, Rocca di Papa (Roma) 5 luglio 2007. Regista tv. Tra i suoi programmi: Canzonissima (61, 71, 74), Doppia coppia (69), Luna park (79). «[...] Quando la televisione era agli albori, lui già c’era [...] di professione regista, del piccolo schermo made in Italy ha fatto la storia. [...] è stato infatti il regista dei grandi varietà targati Rai, quelli che il sabato sera tenevano incollati davanti al monoscopio in biancoenero decine di milioni di italiani: a chi oggi è troppo giovane per ricordare, basti pensare che nella calda estate del 1968 furono mediamente ben 16 milioni i telespettatori catturati dal suo Vengo anch’io, titolo preso a prestito dalla canzone di Enzo Jannacci. Facendo anche la tara agli strumenti dell’epoca per calcolare l’audience (parola per altro allora sconosciuta), una marea. Ma la storia d’amore di Macchi con la televisione era cominciata molto tempo prima. Quando la televisione ancora non c’era. Entrò in Rai al tempo delle trasmissioni sperimentali, farina del suo sacco era un rotocalco di informazione che si chiamava Avvenimenti d’oggi. Un vero pioniere. Tanto che il 3 gennaio 1954, giorno d’inizio ufficiale delle trasmissioni Rai, fu lui a curare la rubrica di musica leggera Orchestra delle 15, presentata da Febo Conti. In cinquant’anni di carriera, Macchi ne ha fatte di tutti i colori. Come ha scritto Aldo Grasso ”si è cimentato in tutti i generi televisivi, dimostrando grandi capacità inventive”. Il suo curriculum lo conferma. Già nel 1955 debuttò nel varietà, come regista di Via delle sette note. Da lì, un crescendo quasi rossiniano: Un due e tre, Canzonissima, i varietà serali di cui era protagonista Johnny Dorelli (Johnny 7 e Johnny sera), poi il gioco Su e giù condotto da Corrado, Doppia coppia con Alighiero Noschese e Bice Valori, Signore e signora con l’’amore litigherello” di Delia Scala e Lando Buzzanca, il debutto come soubrette di una certa Loretta Goggi in Formula due, lo show Io a modo mio di Gigi Proietti, che lo ricorda così: ”Mi diede l’impressione immediata di un vero professionista, uno a cui non dovevi dire nulla. Per di più, una persona colta e gradevole”. Con Eros Macchi se n’è andato dunque un maestro? ”Per carità, lui non ha mai voluto essere chiamato maestro”, risponde suo figlio Stefano ([...] attore teatrale). ”Mio padre si riteneva un artigiano dello spettacolo”. Un artigiano che una volta andato in pensione, nel buon ritiro di Cortona, in Toscana, ”praticava i suoi molti hobby e guardava pochissimo la televisione”» (Maurizio Pluda, ”Corriere della Sera” 10/7/2007). «[...] aveva una grande passione, il cinema: esordì nel 1949 in qualità di documentarista. Ma è con la neonata tv che per lui arrivò la notorietà. Macchi intuì le potenzialità del mezzo televisivo, fu uno dei primi autori della scuderia Rai, all’epoca delle trasmissioni sperimentali realizzò il rotocalco di informazione Avvenimenti d’oggi e curò il programma musicale Orchestra delle 15 (presentatore Febo Conti), in onda il 3 gennaio 1954: il giorno dell’inizio ufficiale delle trasmissioni tv. Uomo colto e brillante, Macchi riversò nel piccolo schermo il suo amore per i varietà e la letteratura, confezionando per la tv in bianco e nero i pregiati show del sabato sera e le prime fiction, allora sceneggiati, derivati da opere letterarie. Eros Macchi si cimentò nel varietà fin dal 1955 con Via delle 7 note e Un due tre. Firmò poi Doppia Coppia e svariate Canzonissima (dal 1961), uno dei più longevi format della tv nazionalpopolare. Dall’incontro con Johnny Dorelli, nei primi anni Sessanta, nacquero gli show Johnny 7 e Johnny sera; nel ”64 curò Adriano show, quindi il gioco a premi Su e giù (1968) condotto da Corrado. Vengo anch’io con Raffaele Pisu (1968) e Doppia coppia (1969) con Alighiero Noschese e Bice Valori. Nel 1970 firmò Signore e signora con Delia Scala e Lando Buzzanca, nel 1973 Formula due in cui debuttò la giovane soubrette Loretta Goggi. Altri titoli: Zim Zum Zam (1981), Le regine (1982) e Io a modo mio (1985) con Gigi Proietti, che oggi così lo ricorda: ”Era un professionista colto e gradevole”. Per Pippo Baudo firmò Un milione al secondo e Luna Park, e il conduttore oggi dice: ”Era un medico prestato alla tv”, uomo ”determinato, un grande perfezionista”. Antesignano della fiction, seppe incollare davanti al video decine di milioni di italiani, colti e non, con le trasposizioni di La tua mano (1962) da Tennessee Williams e La luna è tramontata da Steinbeck (1962); La bella addormentata (1963) da Feydeau e Candida (1969) da George Bernard Shaw» (Leandro Palestini, ”la Repubblica” 10/7/2007).