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 2006  agosto 07 Lunedì calendario

LOCASCIULLI

LOCASCIULLI MIMMO Penne (Pescara) 7 luglio 1949. Cantante. Autore. Suo più grande successo: Intorno a trent’anni (82). Dopo alcune esperienze giovanili con gruppi beat nel 71 si trasferisce a Roma ed entra nel cast del Folkstudio, il locale da cui hanno mosso i primi passi anche Antonello Venditti e Francesco De Gregori. Quattro anni dopo, proprio con l’etichetta Folkstudio esce il suo primo album, Non rimanere là. All’attività di cantautore alterna quella di nutrizionista • «Se c’è uno che sa come far rigar dritto i politici, è il cantautore Mimmo Locasciulli. Anni fa ha messo in riga Walter Veltroni, e adesso ha messo a stecchetto Rosy Bindi. Ha fatto perdere al ministro della Famiglia ben dieci chili in dieci settimane. Non certo con la fascinazione della musica, ma nei panni di serissimo medico, che la Bindi ha conosciuto tramite il comune amico Francesco De Gregori, con cui Locasciulli ha a lungo lavorato. Il musicista confessa di considerarsi niente di più che ”un dilettante della musica. La mia prima attività è sempre stata quella di medico”. Dirige il reparto di Day hospital chirurgico dell’ospedale Santo Spirito di Roma, ed è ”non un dietologo, ma un nutrizionista”. Dev’essere severissimo, visto che il ministro Bindi, parlando di lui a Vanity Fair, l’ha definito ”rigoroso, anche duro”. Con lui ”devi escludere, ferocemente, dolci, formaggi, vino e grassi di qualunque tipo. In passato avevo perso sei chili con Pietro Antonio Migliaccio, il tipo di medico che ti comprende. Ma ora serve l’autorità”. Duro? Diciamo meglio: cattivissimo? ”Ma per carità. Sono una persona seria, e basta – ride lui ”. Non proibisco niente per definizione a tutti: ogni paziente fa storia a sé. Prima di cominciare domando a ciascuno, dopo una vista medica e qualche esame diagnostico, di redigere un diario. Devono scrivere per una settimana tutto ciò che mangiano, e a che ora. Mi serve per ricomporre le loro abitudini alimentari. Tengo conto ovviamente della professione: a un boscaiolo servono molte più calorie che a un politico”» (La Stampa).