Varie, 7 agosto 2006
GRIMAUDO
GRIMAUDO Nicole Caltagirone (Catania) 22 aprile 1980. Attrice. Vista soprattutto in tv: Bartali (2005), R. I. S. delitti imperfetti (2005), Medicina generale (2007) ecc. • «[...] molto teatro, tra cui Il giardino dei ciliegi di Gabriele Lavia. Al cinema ha lavorato con i fratelli Taviani, Lina Wertmuller, Franco Battiato, Roberto Faenza e Gianluca Tavarelli . E in tutto questo, mai un corso di teatro? ”Quando ho lavorato con Lavia, un attore mi ha insegnato dizione e recitazione. Ma una vera scuola non l’ho mai fatta. Ho abbandonato anche Scienze della comunicazione, che finirò in un’altra vita” [...] Tanto lavoro ma non appare molto. Come mai? ” una scelta. Mi diverte di più lavorare. Sono schiva. Mi piace farmi conoscere attraverso i personaggi. Mi auguro che la gente mi stimi più come attrice che come persona. Quest’ultima parte la lascio agli amici o ai parenti. Non mi interessa che gli altri entrino nella mia vita: sono più belli i film”. Perché fa l’attrice? ”Perché mi riesce. Mi sento viva quando lavoro. un mestiere che ti mantiene un’energia forte dentro. Come persona ho bisogno di questo per vivere. E ho trovato un mestiere che si sposa con questo bisogno” [....]» (Francesco Rigatelli, ”La Stampa” 25/3/2007) • «[...] i primi passi a Non è la Rai con Boncompagni [..] Come ha cominciato? ”Andando a trovare mia sorella più grande, che viveva a Roma. Come occasione per visitare Cinecittà mi presentai ai provini di Non è la Rai. L’ho vissuta in modo leggero, normale”. Un giorno Ambra, la star, si ammalò. ”Mi chiamarono per sostituirla. Mi buttai con incoscienza. Boncompagni usava l’auricolare anche con me, mi diceva i nomi degli ospiti, mi suggeriva qualche domanda, mi metteva in bocca il cinismo delle sue battute. Ambra non vedeva l’ora di tornare, giustamente. Io rientrai tra le fila delle 140 ragazze”. E poi? ”Mi chiamò Lamberto Bava per una fantasy difficilissima, dovevo parlare con le scarpe o con un albero, la mia migliore amica era una quercia. Gabriele Lavia venne al montaggio del film e mi chiamò in teatro per Il giardino dei ciliegi. Quanti pianti mi sono fatta. Lavia si arrabbiava con me, ”quella O la devi stringere!’” [...] ...Avevo forti problemi di dizione [...] Amo Giovanna Mezzogiorno, la sua intensità arriva sempre, ha la capacità di trasmettere con gli occhi senza mai esagerare. Non voglio dare pagelle, sono l’ultima arrivata; nelle fiction mi trovo bene, ma il grande schermo ti dà qualcosa in più, la gente paga il biglietto per vederti”» (Valerio Cappelli, ”Corriere della Sera” 4/11/2007).