Varie, 7 agosto 2006
CASTAGNETTI
CASTAGNETTI Alberto Verona 3 febbraio 1943, Verona 12 ottobre 2009. Nuotatore. Prevalentemente staffettista nella 4x100 stile libero, fu 2° ai tricolori nei 100 sl di Napoli nel ”69. Partecipò ai Giochi di Monaco ”72: il suo quartetto fu nono, fuori dalla finale per tre centesimi. Ai Mondiali ”73 fu 7° insieme a Pangaro, Barelli e Guarducci. Dall’87 tecnico in nazionale, dall’88 commissario tecnico. Tra i grandi che ha allenato, Giorgio Lamberti, Lorenza Vigarani, Domenico Fioravanti, Emiliano Brembilla, Federica Pellegrini, Luca Marin e Massimiliano Rosolino • «[...] giocava a calcio con Pierluigi Cera nell’oratorio di San Nazzaro, Verona. ”Però la domenica spesso mio padre ci portava a sciare – lo sci resta la mia grande passione ”, così non ho fatto strada. Noi eravamo di famiglia benestante. Benestante, non ricca”. Le fortune della famiglia Castagnetti, oltre al lavoro del signor Mario, dirigente di un’azienda tedesca di trattori, derivano dalla pallina usata dalla signora Maria per compilare una schedina del Totocalcio a inizio anni 50. Risultato: nessun 13, ma un 12 da sei milioni. Una cifra, all’epoca. ”Mio padre amava sport e musica e tutti noi fratelli ne siamo stati contagiati”. Giannangelo, il maggiore, viene destinato a dare sicurezza alla famiglia e finisce in banca, Mario diventa un basso, Maria Grazia è sportiva (ranista) come Alberto. Il giovane Castagnetti cresce a pane, sport e spettacolo (lirica, balletto). Liceo scientifico, biennio di ingegneria poi l’America a imparare, le scuole, nuoto, le piscine, gli allenamenti. E le ragazze. Laggiù conosce Patricia, la prima moglie, e ha due figlie, Olivia e Linda. ”Ho scoperto a 26 anni che l’avevano registrata così al Comune, in famiglia l’abbiamo sempre chiamata Samantha”. Torna in Italia per nuotare e va da Bubi Dennerlein. Dopo aver gareggiato (’con la febbre: era la cosa che desideravo di più al mondo”) a Monaco ”72 e ai Mondiali del ”73, cambia mestiere e costruisce la prima piscina privata italiana. Da lì comincia l’avventura come presidente di società e allenatore. ”A un certo punto avevo la squadra più forte d’Italia con Guarducci, Rampazzo, Felotti. Non ero molto amato. Ho avuto e forse ho ancora dei nemici, ma non penso di essermi mai comportato scorrettamente. La squadra la pagavo io e a un certo punto ho dovuto smettere”. Nel 1986 è ai Mondiali di Madrid, ma come imprenditore delle attrezzature da piscina. Laggiù gli chiedono di fare un salto a Brescia dove c’è un ragazzino che si chiama Giorgio Lamberti. Parte la leggenda del santo allenatore. ”Non c’è nessuna santità. Il mio lavoro è una ricerca costante per portare il mio atleta al suo top. Se hai Michael Jordan sei galvanizzato. La mia longevità e i miei entusiasmi me li danno gli atleti. A me nello sport piace il singolo”. Snocciola nomi di calciatori atipici: Corso, Beccalossi, Baggio. Tutti interisti. ”Ero un tifoso nerazzurro”. Castagnetti vive a Verona con la seconda moglie Isabella Sollazzi, ex ballerina della Scala che ora si sta laureando in letteratura, e con Virginia, 18 anni, che canta, suona e recita, continuando la passione di famiglia per lo spettacolo. A casa ci sono anche due cani e otto gatti. L’altra figlia, Veronica, è architetta a Londra. ”Bravissima”: orgoglio di padre. Commozione, volendo. Ma con gli atleti? ”Mi sono commosso con Lamberti, con Fioravanti, con Federica. Ma le sorprese sono state due: i 200 rana di Domenico a Sydney, perché la sua gara erano i 100; il primato di Federica a Eindhoven nei 400 sl, pensavo che potesse fare il record nei 200”. Castagnetti è un allenatore di singoli. Una volta che sono partiti cosa si fa? ”Non esiste uno sport ripetitivo come il nuoto. L’atleta sa cosa sta facendo. Se ogni giorno ripeti mille volte lo stesso gesto non puoi sbagliarlo. Io correggo e possibilmente correggo quando l’atleta è giovane”. [...]» (Roberto Perrone, ”Corriere della Sera” 20/4/2008).