Varie, 6 agosto 2006
GRECO Emidio
GRECO Emidio Leporano (Taranto) 20 ottobre 1938. Regista. Tra i suoi film Una storia semplice (91), Il consiglio d’Egitto (2002). Nel 2007 L’uomo privato, presentato alla Festa del Cinema di Roma, «[...] andato in sala ai primi di novembre e scomparso in tempi rapidissimi. Il film è uscito in appena 24 copie. Non solo. Ma se a Roma ha avuto 4 salette per pochi intimi, nel resto d’Italia ha avuto una distribuzione a dir poco singolare: un cinema di Marcianise, uno di Afragola, uno di Fiumicino, qualche sala periferica, alcuni multiplex sparsi qua e là. Eppure racconta Emidio Greco, nome di pregio del nostro cinema di qualità, autore di Un caso di incoscienza, all’inizio gli avevano promesso 100 copie scese poi a 50, ma in sale scelte. “Sono stato io a scoprire che le copie erano 24 e che le sale erano le meno adatte a un film come il mio. Perchè mai un ragazzino che frequenta i multiplex dovrebbe vedere il mio film? E perchè mai lo dovrebbe sceglie il pubblico di un paesone come Marcianise?”. Storia amara ma emblematica questa di L’uomo privato. A produrlo è Enzo Porcelli con la Rai, il fondo di garanzia, la Film-Commission Torino-Piemonte dove viene interamente girato. L’Istituto Luce avrebbe dovuto contribuire con 250mila euro, promessi e mai arrivati. “Lo abbiamo fatto gratis io e il produttore perchè all’ultimo Cinecittà holding, la società madre del Luce, questi soldi me li ha negati”. Da qui, sostiene Greco, nasce la colpevole disattenzione con cui il film è stato poi distribuito. “Se ci avessero investito sarebbero stati più attenti. Così, invece, se ne sono fregati, hanno reso impossibile qualsiasi ritorno economico e neanche mi hanno chiesto scusa”. Eppure il Luce, proprio per difendere il cinema di qualità, anni fa, aveva fondato con altri il Circuito Cinema che, con i suoi 200 cinema e ancora più schermi, è il più forte circuito distributivo d’Italia. “Ma è evidente che, pur avendo avuto, prima il Luce e oggi Cinecittà holding, il 25% del Circuito, non sono interessati a tutelare i loro film. [...] In principio il Luce s’è difeso dicendo che lui non c’entrava ma la colpa era di Cinecittà holding,poi mi hanno raccontato che il problema nasceva dagli esercenti i quali alla proiezione del film alla Festa di Roma sarebbero rimasti male perchè c’erano stati dissensi. Allucinante. S’è mai visto che gli esercenti di mezza Italia si precipitino a vedere un film? [...] se esiste il cinema di qualità e se questo cinema si fa con il denaro pubblico va tutelato. Altrimenti lasciamo perdere. E comunque nessuno venga poi a dirci che sperperiamo il denaro degli italiani: se un film viene oscurato sarà difficile che incassi”» (Simonetta Robiony, “La Stampa” 26/11/2007).