a, 4 agosto 2006
Lettera: Grazie signor Totti. la Repubblica, venerdì 4 agosto Nella nostra casa piena di libri raccontavo ai figli la barzelletta dei "due" libri di Totti andati distrutti ("Biblioteca del capitano della Roma in fumo: entrambi i libri andati distrutti
Lettera: Grazie signor Totti. la Repubblica, venerdì 4 agosto Nella nostra casa piena di libri raccontavo ai figli la barzelletta dei "due" libri di Totti andati distrutti ("Biblioteca del capitano della Roma in fumo: entrambi i libri andati distrutti. Il campione in lacrime: Non avevo ancora finito di colorare il secondo!") per spiegare loro che essere atletici e famosi, ma senza cultura, non è certo fonte di orgoglio. Per ironia della sorte, il nostro secondo figlio, seppur esposto a libri, biblioteche, viaggi culturali e gite ai musei fin dalla più tenera età, non aveva nessun interesse ad approfondire gli argomenti come invece facevano i suoi fratelli. Da ogni posto visitato tornavamo con libri e giochi, ma lui preferiva uscire e giocare a pallone. In seconda elementare abbiamo capito che nostro figlio soffriva di dislessia (difficoltà ad abbinare i suoni alle lettere) e, pur essendo un ragazzo molto intelligente - parla correntemente italiano e inglese - quando deve leggere e scrivere fa una fatica enorme e di conseguenza si scoraggia e abbandona. Dopo anni di tentativi inutili, battaglie perse e umiliazioni scolastiche, a 14 anni, mio figlio ha finalmente letto il suo primo libro intero: "Mo je faccio er cucchiaio" di Francesco Totti, acquistato all’autogrill più per sfida che per speranza: «Emanuele, lo vuoi?». «No, mamma, io voglio conoscere Totti». «Se lo leggi ti porto io stessa a Trigoria!». Grazie, signor Totti. Nella mia biblioteca, tra i miei libri d’arte, i manuali di medicina di mio marito e i classici della letteratura del mondo, ho trovato un posto anche per lei. Angela Migliorati Novek Vicenza