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 2006  agosto 03 Giovedì calendario

DURAN

DURAN Massimiliano Ferrara 3 novembre 1963. Ex pugile. Campione del mondo dei massimi leggeri dal 27 luglio 90, vittoria a Capo d’Orlando contro Carlos De León, al 20 luglio 1991, sconfitto a Palermo da Anaclet Wamba. «Uno scandalo lungo undici riprese. Già nel secondo round sulla tempia dell’italiano si era aperta una larga, profonda ferita. Duran ha cominciato a perdere sangue in grandissima quantità. Ma al suo angolo pensavano a consigliargli il modo di vincere le riprese, per poi aggiudicarsi il match nel momento dell’interruzione. L’arbitro ha finto di non vedere per un bel pezzo ciò che succedeva. Il medico pure. Vince Anaclet Wamba, vince con merito perchè il combattimento non c’è stato, almeno per quanto riguarda il suo avversario. Duran è stato condizionato in modo pesante dalla sua ferita e non ha praticamente più combattuto a partire dalla settima, ottava ripresa. C’è stato in tutto lo staff addetto al match un tentativo estremo di far continuare il match. Ancora alla nona ripresa urlavano a Duran, dall’angolo, ”vai che vinciamo ai punti”. Sembrava tirare la stessa aria del match di Ferrara che aveva visto opposti i due pugili, un combattimento vinto nei fatti dal francese, poi squalificato a nove secondi dal termine. Quel sangue è stato il segno della serata, il suo marchio d’infamia. Duran ne era coperto, ne aveva negli occhi, ce n’era sul corpo dell’avversario, sulla camicia dell’arbitro, sulle corde. Ad un certo punto perfino sull’obbiettivo di una telecamera: una goccia vi si è posata ed è rimasta in primo piano per qualche secondo. Immagini da far rabbrividire, che avrebbero consigliato al buon senso un’interruzione assai più prematura del confronto. L’arbitro ha più volte verificato lo stato della ferita, ma non ha ritenuto di dover agire. Lo ha fatto solo all’undicesima ripresa davanti allo spettacolo indecoroso di Duran, ormai debilitato e scoraggiato, che ha voltato le spalle all’avversario, dopo essergli rovinato addosso per almeno tre volte. Una mattanza assurda, un match squilibrato perchè uno dei contendenti non era in grado di continuare già all’altezza del quarto quinto round. Fermare quei due ragazzi sarebbe stata una decisione saggia. Invece per quarantadue minuti si è preferito mandare il sangue in diretta» (’la Repubblica” 21/7/1991).