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 2006  agosto 03 Giovedì calendario

DELLA MEA Ivan (Luigi) Lucca 16 ottobre 1940, Milano 14 giugno 2009. Cantante. Autore. Negli anni Sessanta impegnato negli spettacoli del Nuovo Canzoniere Italiano

DELLA MEA Ivan (Luigi) Lucca 16 ottobre 1940, Milano 14 giugno 2009. Cantante. Autore. Negli anni Sessanta impegnato negli spettacoli del Nuovo Canzoniere Italiano. Tra le sue canzoni: Ballata della piccola e grande violenza (1962), Cara moglie (1965), Io so che un giorno (1966) • «[...] uno dei padri fondatori della canzone d’autore politica italiana che coniugava musica popolare e passione ideologica. [...] Tra il ”62 e il ”63 era stato tra i fondatori di un movimento politico- musicale chiamato Nuovo Canzoniere Italiano, nato sulle ceneri del precedente Cantacronache, insieme a Sandra Mantovani, Giovanna Marini, Rudy Assuntino, e Michele Straniero. Intorno a questo gruppo, anche altri artisti di grande spessore come Rosa Balistreri, Caterina Bueno, il Duo di Piadena. Ivan Della Mea era emigrato giovanissimo a Milano e aveva scelto di scrivere in dialetto. Fra le canzoni in vernacolo El me gatt (poi ripresa, tradotta in dialetto napoletano, da Daniele Sepe), Ringhera (dedicata in parte alla Strage di Piazza della Log gia del 28 maggio 1974). Sua anche una delle ballate più belle della canzone politica degli an ni Sessanta, Cara moglie che recita: ”O cara moglie stasera ti prego di a mio figlio che vada a dormire, perché le cose che ho da dire non son cose che devo sentir. Proprio stamane là sul lavoro con il sorriso del caposezione mi è arrivata la liquidazione, m’han licenziato senza pie tà. E la ragione è perché ho scioperato...”. Altri brani bellissimi Balla ta del piccolo An dedicata ai combattenti vietnamiti, Lettera a Michele (sui problemi del rinnovamento del Partito comunista italiano), Fiaba Grande (’L’alienazione, lo sfruttamento sono diventati scienza”). Della Mea era un co munista inquieto ”in polemica – come ricorda Gianni Borgna nella sua Storia della canzone italiana – anche con quei marxisti dottrinari che sanno solo ripetere fino alla noia delle formulette ideologiche”. Si era iscritto al Pci nel 1956. Prima di darsi alla musica era stato operaio in una fabbrica elettromeccanica, barista, scaricatore, fattorino con bicicletta di una drogheria milanese, fattorino senza bicicletta al Calendario del Popolo di Giulio Trevisani, rivista mensile nella quale diventerà prima correttore di bozze poi redattore, redattore al giornale Stasera, revisore di collane periodiche della Mondadori (Gialli, Urania, Segretissimo) per le quali ha scritto alcuni racconti. Comincia a scrivere canzoni nel 1957; nel 1962 l’incontro con Gianni Bosio (storico e studioso fondatore della rivista Movimento operaio) segna una svolta nella sua vita di militante e di cantante. Profondo idealista sublimava nelle sue canzoni tutto il malessere sociale. Emblematica Ballata per Ciriaco Saldutto, dedicata allo studente torinese vissuto in borgo San Donato e morto suicida dopo essere stato bocciato. Ma era capace anche di leggerezza come dimostra, nel 1969, scrivendo insieme a Franco Solinas il soggetto dello Spaghetti-western Tepe pa con protagonista Tomas Milian e la partecipazione di Orson Welles. E pure nei numerosi romanzi pubblicati fra cui Se nasco un’altra volta ci rinuncio (Premio Forte dei Marmi ”per il libro più divertente dell’an no”), e nella sua intensa colla borazione all’Unità e a Liberazione. Fra i brani di maggior successo ”La balorda” del 1972 (successivamente ripresentata da Felice Andreasi ed alcuni an ni dopo da Monica Vitti). Nel novembre del 2008 era stata pubblicata da Ala Bianca un’antologia audio e video del le sue opere principali. [...]» (Mario Luzzatto Fegiz, ”Corriere della Sera” 15/6/2009).