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 2006  agosto 03 Giovedì calendario

Affetti veri e svitati. Una famiglia allargata (a volte fin troppo allargata), una frequentata bottega romana di ”vini e olii”, un uomo (vedovo) e una donna (divorziata) tra i quali sboccia l’amore dopo 20 anni di lontananza

Affetti veri e svitati. Una famiglia allargata (a volte fin troppo allargata), una frequentata bottega romana di ”vini e olii”, un uomo (vedovo) e una donna (divorziata) tra i quali sboccia l’amore dopo 20 anni di lontananza... Un momento, ma siamo sicuri che tutto questo faccia ridere davvero? «Certo che fa ridere», sbotta Claudio Amendola, uno degli stellari protagonisti di I Cesaroni, la commedia brillante in 13 episodi che aprirà l’autunno di Canale 5, con esattezza il 7 settembre. «Non ci credi? Lo vedrai». Puoi cominciare a spiegarmelo? «Ci sono Giulio Cesaroni, vedovo...». Questo dovrebbe far ridere? «Sì, ma non perché è vedovo... E fammi parlare... Ci sono Giulio Cesaroni, che ha perso parecchi anni prima la moglie, e Lucia Liguori, divorziata. Quand’erano ragazzetti avevano avuto una storiella, ma s’erano persi di vista da vent’anni... Poi s’incontrano per caso e ”pof”, il colpo di fulmine. S’innamorano, si sposano, e fanno confluire in un unico punto le loro famiglie, fatte di figli, parenti, genitori, amici... Insomma, un sacco di persone, un sacco di situazioni». Ah, ho capito: la solita famiglia all’italiana con le solite macchiette... «Posso dire qualcosa anch’io?», fa Elena Sofia Ricci, alias Lucia Liguori. «Forse è un bene che tu sia prevenuto. Così, quando vedrai I Cesaroni, rimarrai sorpreso. Lasciamelo dire: in tivù una cosa del genere non è mai stata fatta. Ci sono storie, idee, situazioni reali, a volte comiche, a volte tenere... I personaggi sono a tutto tondo, non sono caricature o macchiette. Le storie toccano anche argomenti pesanti, come la morte o la sessualità. Ma lo fanno con il sorriso sulle labbra, con dolcezza e tenerezza. Non pensare a una sit-com o a qualcosa di simile, magari di melenso, di edulcorato: pensa a una commedia brillante molto vera, non artefatta e neppure furba. la famiglia: nel bene e nel male, nella comicità e nella tenerezza. Ecco: I Cesaroni sono una famiglia vera, autentica, rappresentata senza furbizie o retoriche». «Concordo con Elena», s’intromette Amendola, «Perché questo senso di verità, di realtà, noi interpreti lo abbiamo sentito davvero. Guarda: io ed Elena lavoriamo da 25 anni e, nel bene o nel male, non dobbiamo più dimostrare nulla a nessuno. E ciò vale per tanti altri attori del cast. stato liberatorio: ci siamo lasciati andare al divertimento, anche alla follia, alla gioia di vivere situazioni e battute a volte divertenti, a volte tristi, ma sempre intense». «Proprio così. Considera che io e Claudio siamo affiatatissimi: abbiamo recitato assieme per un numero di ore pari a circa 30 film. Più di Mastroianni e la Loren. In questo lavoro è stato tutto facile: spero che questa leggerezza contagi anche gli spettatori. In inverno uscivo di casa alle 6, con i pinguini nel garage... Eppure andare sul set non mi pesava. Ero, te lo giuro, felice. Con il cast si andava d’amore e d’accordo, senza competizioni. La troupe era fantastica: si moriva dal ridere anche mentre filmavamo le scene...». Vedo che tra gli interpreti c’è anche Rita Savagnone, la mamma di Claudio. Com’è stato lavorare con tua madre? « la seconda volta che mi capita, ma la prima di una certa consistenza. stato bello. Sai, nel passato lavoravo soprattutto con papà (il grande Ferruccio, ndr), adesso recupero il tempo perso con mamma». «Rita è fantastica, ma questo si sa», interviene Elena. «Nello sceneggiato è però la mia, di mamma. E quindi la suocera di Giulio, cioè di Claudio. Il che mi sembra giusto. Dopo tanto lavoro assieme, io e Amendola siamo ormai come fratello e sorella. Anzi, fratello e fratello: Claudio mi chiama ”Ugo”. Temo che ormai non mi consideri neppure una donna!». Insomma, che cosa ci sorprenderà di questo sceneggiato? «La sua spontaneità, la sua verità. Penso che sia un lavoro che può pretendere di entrare dalla porta principale nelle case degli italiani. I nostri stessi personaggi sono molto veri, reali... Non c’è autocompiacimento, non ci sono falsità... Siamo noi, padri, madri, mariti, mogli, amici: senza maschere o paraventi. E questo, secondo me, fa anche simpatia. Credo che moltissimi s’affezioneranno. Non solo ai personaggi, ma anche alle storie, agli ambienti». «Il bello di I Cesaroni è questo, secondo me», dice Elena, «C’è molta immediatezza e verità. Chiunque abbia figli non potrà non riconoscersi. Chi ha una famiglia - qualsiasi famiglia - riderà con noi e penserà: ” proprio così!”. E si commuoverà, quando le cose diventeranno commoventi. E tornerà a ridere, magari a crepapelle, appena le situazioni diventeranno magari folli o ridicole...». Lanciamoci allora in qualche indiscrezione. Chi era il partner più comico, più divertente? «Guarda», fa Amendola, «Antonello Fassari e Max Tortora sono immensi. Riescono a creare ritmi comici con una padronanza spaventosa dei loro talenti. Quando recitavo con loro, mi mettevo letteralmente da parte. Facevo la spalla, perché mi divertivo a guardarli lavorare...». «Certo, loro sono bravissimi», dice Elena. «Ma vorrei sottolineare la prova dei ragazzi e dei bambini. Sono stati davvero incredibili». «E poi Elena fa morire da ridere... No, davvero, è un’attrice comica stupenda. Chi si era un po’ troppo abituato a vederla in parti serie, rimarrà stupito». «Sì, dopo tanti ruoli drammatici, un po’ di commedia mi ci voleva...». Che è diversa... «Beh, continuo a dirlo: I Cesaroni sono un caso unico. Perché è una commedia brillante ma vera, dove la vita è rappresentata con spontaneità. E in tutto questo riusciamo a far ridere, a fare molto ridere. Ma non solo. Anche a parlare di cose serie. Sorridendo». Giorgio Giorgetti