Corriere della Sera 30/07/2006, pag.39 Fabio Monti, 30 luglio 2006
Compie 40 anni il gol più discusso della storia. Corriere della Sera 30 luglio 2006. Il gol più discusso della storia del calcio compie quarant’anni oggi
Compie 40 anni il gol più discusso della storia. Corriere della Sera 30 luglio 2006. Il gol più discusso della storia del calcio compie quarant’anni oggi. Il mondo continua a chiedersi se il pallone calciato da Geoff Hurst all’11’ del primo tempo supplementare di Inghilterra-Germania, finale della Coppa Rimet (sabato 30 luglio ’66, non si giocò mai di domenica per rispettare una legge inglese del 1625) avesse davvero superato la linea di porta. La ripresa si era chiusa sul 2-2 (gol di Haller, Hurst, Peters, Weber): quando Alan Ball gli consegnò il pallone, Hurst lo calciò con violenza mandandolo a sbattere sotto la traversa. Quando la palla toccò terra, l’arbitro svizzero Gottfried Dienst rimase immobile, senza saper bene che cosa fare. Alla fine si avvicinò all’assistente, il sovietico Tofik Bahkramov, che peraltro era rimasto immobile. I 93 mila spettatori di Wembley urlavano e fischiavano, i giocatori tedeschi, temendo un cambiamento di idea, cercavano di convincere Dienst a tornare al proprio posto. Alla fine, muovendo la testa, Bahkramov autorizzò l’arbitro a indicare il centro del campo: gol valido, inglesi così euforici da segnare anche il 4-2, sempre con Hurst, l’unico ad aver realizzato una tripletta in una finale mondiale e ad alzare la coppa. Prima e unica volta. Negli anni, filmati e moviole hanno dimostrato, anche se mai in maniera inequivocabile, che il pallone calciato con violenza da Hurst, classe ’41, inglese di Ashton (dove è nato anche Perrotta), non aveva mai superato la linea di porta. Una tesi confermata da un gruppo di esperti dell’Università di Oxford. Ma sono quarant’anni che si discute comunque su questo gol. Il giorno dopo la finale, la stampa tedesca sollevò la questione linguistica, spiegando che Bahkramov, originario dell’Azerbaijan mai avrebbe potuto spiegarsi con Dienst, visto che conosceva soltanto il russo e il turco. In queste ore Hurst, nominato baronetto nel ’98, ha spiegato: «Se guardate il mio compagno di squadra Roger Hunt al momento dell’azione, si nota che alza le braccia al cielo. Se avesse avuto il minimo dubbio, sarebbe andato verso il pallone e lo avrebbe calciato in rete». Ma il portiere tedesco Hans Tilkowski non ha perso tempo a ribattere: «Morirò con la certezza che il pallone non era entrato e senza titolo mondiale». Il bello è che quarant’anni dopo, i gol fantasma continuano ad agitare il mondo. Il 18 giugno 2006, in Francia-Sud Corea 1-1, l’arbitro Archundia non ha convalidato un gol di Vieira, che avrebbe dato la vittoria alla Francia e cambiato il tabellone. Il bello è che dal ’66 ad oggi nel mondo è successo di tutto, dallo sbarco sulla Luna (’69) al crollo del muro di Berlino (’89) fino all’11 settembre 2001. Il calcio, che ha cambiato usi, costumi, maglie e regole, non è ancora riuscito a trovare un meccanismo sicuro che consenta di avere la certezza del gol. Alla Fifa se ne discute da anni, senza arrivare a un progresso apprezzabile. Congelata per ora l’idea del pallone tecnologico, nell’ultima riunione di marzo, l’International Board ha autorizzato la sperimentazione di un sistema messo a punto dal Cnr e collocato nello stadio di Udine. Blatter non si fida. «Il bello del calcio sono le discussioni e le polemiche». Purché non durino 40 anni. Fabio Monti