Varie, 2 agosto 2006
CHIAPPELLA
CHIAPPELLA Giuseppe Milano 28 settembre 1924, Milano 26 dicembre 2009. Calciatore. Mediano, con la Fiorentina vinse lo scudetto del ”56. Diciassette presenze in nazionale. Diventato allenatore, fu anche sulla panchina dell’Inter • «[...] milanese doc (e milanesissimo è sempre stato il suo accento), che ha fatto fortuna a Firenze e che da Firenze non si è più mosso, quando ha smesso di allenare. In Toscana, Chiappella approda nel ”46, a Pisa in B, dopo gli esordi con la Redaelli Milano e la Stradellina, ma la svolta arriva nel ”49, quando, a 25 anni, lo acquista la Fiorentina. Fulvio Bernardini, allenatore con colpi di genio decisivi, gli cambia ruolo, trasformandolo in un difensore centrale aggiunto, che si piazza davanti a Francesco Rosetta e nel ”56 arriva lo scudetto viola (il primo), 53 punti, dodici in più del Milan, secondo. Per un infortunio salta la finale di Coppa dei Campioni del ”57, persa dalla Fiorentina a Madrid con il Real (0-2). La qualità migliore di Chiappella (329 presenze in A) è la grinta con la quale si batte, che lo porta a giocare anche in nazionale (17 presenze). I compagni lo chiamano Louis Armstrong, per il vocione con cui li guida. Fa storia la partita vinta a Stoccarda contro la Germania Ovest campione del mondo (2-1, 30 marzo ”55, gol di Frignani e Pivatelli): contro la mediana Chiappella, Ferrario e Moltrasio, non si passa. Chiude da giocatore nel ”60 e la sua carriera di allenatore parte proprio da Firenze, dove raccoglie subito grandi soddisfazioni: nel ”61, all’esordio in panchina, realizza l’accoppiata Coppa delle Coppe (battendo in finale i Rangers)-Coppa Italia e una seconda Coppa Italia arriva nel ”66. Se ne va nel ”68, lasciando a Pesaola la squadra che nel ”69 vincerà lo scudetto. Dopo quattro stagioni al Napoli, eccolo a Cagliari e nel ”75 arriva all’Inter. Ma nella sua città non ha fortuna, perché quella nerazzurra è una squadra in bilico fra rinnovamento e conservatorismo (due quarti posti). Torna a Firenze, per salvare la squadra (’77-’78), poi Verona, Pisa, Pescara e Arezzo» (f. mo., ”Corriere della Sera” 27/12/2009).