Fonti varie, 23 luglio 2006
Anno III - Centoventottesima settimanaDal 17 al 23 luglio 2006Sabato scorso i carri armati israeliani hanno varcato il confine libanese e conquistato il villaggio Maroun al-Ras, posto in cima a una collina e dal quale si domina la lieve valle circostante
Anno III - Centoventottesima settimana
Dal 17 al 23 luglio 2006
Sabato scorso i carri armati israeliani hanno varcato il confine libanese e conquistato il villaggio Maroun al-Ras, posto in cima a una collina e dal quale si domina la lieve valle circostante. Qui – dice Israele – stavano nascosti molti terroristi hezbollah, gli amici di Teheran. Qui, soprattutto, erano custoditi centinaia di razzi, quelli con cui gli hezbollah bombardano le città israeliane più vicine al confine e specialmente Haifa. ovvio che aver varcato il confine con i carri ha fatto fare alla guerra un salto di qualità. I siriani hanno fatto sapere che se l’avanzata israeliana si facesse troppo prossima al loro confine, invaderebbero essi pure il Libano per ricacciarli indietro.
Roma A Roma, dentro la Farnesina, sono riuniti i rappresentanti di tutte le potenze del mondo. Studiano un modo per fermare la guerra. una guerra molto difficile, di quelle che l’Economist definisce ”accidentale”. Rapendo tre soldati israeliani, i terroristi pensavano di costringere Israele a qualche negoziato. Invadendo il Libano meridionale e bombardando Beirut, gli israeliani supponevano che il governo libanese sarebbe intervenuto a fermare gli hezbollah. Non essendo accaduta né l’una né l’altra cosa, ci si ritrova ”accidentalmente” in piena guerra. E non volendo nessuno dei due dare all’altro quello che l’altro chiede, il conflitto rischia di "trascinare a fondo, avvinghiati, entrambi i contendenti" (Rampoldi). Gli israeliani avanzano in territorio libanese con l’intenzione di sgombrare una striscia e creare una zona di sicurezza. Non possono però avanzare più di tanto, perché allontanarsi troppo dalla madre patria renderebbe troppo difficili i rifornimenti e attaccabili le truppe. E poi c’è il pericolo, penetrando ancora in territorio libanese, di provocare la reazione siriana. A Roma l’idea è di piazzare sul confine 10-20 mila soldati Nato, senza americani e comandati da un francese o da un turco. Questa forza di interposizione dovrebbe preservare la pace, tenendo a bada gli uni e gli altri. Il primo ministro israeliano Olmert, che i sondaggi accreditano in questo momento di un consenso pressoché totale, s’è detto d’accordo.
Religione Vittorio Messori, il grande giornalista studioso del cattolicesimo e delle religioni, ha fatto un’analisi molto pessimista della situazione. Questa, ha detto, è una guerra di religione, perché religiose sono le motivazioni islamiche (quella è terra santa dove nel IX secolo stavano i musulmani e va dunque restituita al Profeta, che proprio a Gerusalemme ha promesso di riapparire), religiose quelle israeliane (questa è la terra santa di Gerusalemme, dove stavano i padri, dove sta il Tempio: il movimento sionista ha sempre rifiutato l’idea di sistemare il suo popolo altrove), religiose quelle di Bush (il quale appartiene a una setta protestante convinta che gli ebrei si convertiranno solo se saranno uniti in un solo luogo). Messori: "Visto che le motivazioni sono queste, nessuno può cedere. E allora finirà che a un certo punto diventerà soverchiante la disparità numerica: un miliardo di musulmani contro cinque milioni di israeliani. E Israele, quando sarà con le spalle al mare, sarà costretto a usare la bomba atomica".
Roveraro Il finanziere dell’Opus Dei Gianmario Roveraro, 70 anni, scomparso da casa ai primi di luglio, è stato ritrovato la settimana scorsa tra i rovi che crescono sotto il viadotto che taglia la provinciale 308, tra Solignano e Fornovo, frazione Case Bottini, Parma. Ammazzato con un colpo di pistola alla testa, poi fatto a pezzi. L’assassino ha confessato: è Filippo Botteri, 43 anni, piccolo faccendiere che girava in mercedes e tentava di far soldi speculando qua e là (in questo aiutato dalla madre, una bella signora che aveva imparato per bene la finanza facendo la bancaria). Quando lo hanno arrestato, ha detto che Roveraro gli aveva fatto perdere due milioni e 600 mila euro in una speculazione sbagliata e che, sequestrandolo, aveva cercato di recuperare i soldi. In effetti alla famiglia è arrivata prima una telefonata e poi un fax in cui Roveraro chiedeva di vender fondi per un milione di euro e di tenere il denaro pronto per il riscatto, cosa che la famiglia non ha voluto o potuto fare. Botteri aveva due complici, finiti dentro anche loro. probabile che il finanziere sia stato tenuto prigioniero in un furgone. Roveraro, negli anni Novanta, aveva aiutato Tanzi a portare la Parmalat in Borsa e i giornali hanno raccontato parecchie sue operazioni dubbie. Ciononostante veniva definito devotissimo e l’Avvenire (il giornale dei vescovi) ha fatto una malattia per aver dato troppe notizie sul caso. In gioventù il finanziere dell’Opus Dei era diventato famoso facendo il record di salto in alto, 2.01, primo italiano a superare i due metri (Lugano, 9 settembre 1956).
Liberalizzazioni Mentre farmacisti e avvocati continuano a protestare, il governo, cioè il minstro Bersani, ha fatto contenti i tassinari, trasferendo di fatto la questione delle licenze ai comuni e lasciando nel decreto qualche palliativo di poco conto (tariffa fissa per certi percorsi, possibilità di concedere licenze a tempo in periodi di emergenza ecc.). Applausi da Veltroni e Moratti, i sindaci di Roma e Milano, evidentemente terrorizzati da una legge che li avrebbe costretti ad affrontare la categoria con qualche possibilità di vittoria. Fischi invece dal resto del mondo, compresi gli altri membri del governo, che hanno giudicato la resa di Bersani un errore madornale: come si possono battere le corporazioni che tengono avvinto il Paese se al minimo strillo si fa precipitosamente marcia indietro? Oltre tutto i taxisti – in particolare quelli romani - hanno dato di sé un’immagine pessima arrivando al punto di picchiare un cronista del Corriere della Sera che si era permesso di scrivere cose che ai tassinari non erano piaciute.
Scontri Mentre duemila tifosi della Fiorentina hanno occupato la stazione di Campo di Marte mettendo nei guai il traffico ferroviario a Nord e al Centro, i giudici hanno sanzionato con quattro anni di reclusione, da scontarsi in casa, diciotto giovani che hanno messo a ferro e a fuoco corso Buenos Aires a Milano lo scorso 21 marzo. I diciotto (che erano alla testa di altri non identificati) non volevano che in città si svolgesse un corteo fascista regolarmente autorizzato. Danneggiarono perciò 24 automobili, tirarono una bomba-carta contro un’edicola, ruppero le vetrine di quattro negozi, incendiarono un chiosco contenente propaganda di An, ferirono nove tra agenti e carabinieri e uno di questi ha detto di essere stato sfiorato da un razzo sparato dai dimostranti. Dopo la sentenza si sono sentiti commenti abbastanza scoraggianti da parte dei genitori. Un padre: ”Mi vergogno del fatto che ci siano dei giudici che dicono che mio figlio è pericoloso quando poi leggiamo che i signori del Sismi e i Savoia sono tornati liberi”. Una madre: ”Mio figlio e gli altri sono solo degli antifascisti”.
Indulto D’altra parte è probabile che i diciotto di corso Buenos Aires scontino poco o niente, perché il Parlamento sta per approvare l’indulto. Unico problema: per avere i voti di Forza Italia (che vuole salvare Previti), il governo ha compreso nel provvedimento anche i reati finanziari e quelli relativi alla corruzione. Di Pietro ha detto che in queste condizioni voterà contro. Scalfari gli ha dato ragione.
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