Corriere della Sera 05/07/2006, pag.49 Paolo Mereghetti, 5 luglio 2006
«Sul set di zia Sophia, ma Risi mi cacciò». Corriere della Sera 5 luglio 2006. Tra tutte le «ninfette» scoperte da Lattuada, è stata certamente la più giovane
«Sul set di zia Sophia, ma Risi mi cacciò». Corriere della Sera 5 luglio 2006. Tra tutte le «ninfette» scoperte da Lattuada, è stata certamente la più giovane. E probabilmente quella con il cognome più impegnativo. Alessandra Mussolini aveva infatti solo nove anni, nel 1971, quando il regista milanese la vide sul set spagnolo di Bianco, rosso e... e decise di offrirle una parte: cercava qualcuno che potesse ricordare la protagonista del film, Sophia Loren, in un flash back sulla sua adolescenza e non era soddisfatto di nessuna delle ragazzine che si erano sottoposte al casting. «Io ero andata con mamma sul set, a far visita a zia Sophia - racconta la leader di Alternativa sociale - Non era la prima volta perché queste visite mi piacevano molto: per me erano meglio delle vacanze e nessuno riusciva a farmi stare ferma. Forse Lattuada mi ha notato per la mia vivacità, ma poi è rimasto affascinato dai miei occhi. Quasi inevitabile che gli ricordassero quelli della zia. E così mi ha scelto per quella piccola scena». Una particina di cui si era perso il ricordo. Nonostante il film fosse interpretato da Sophia Loren e Adriano Celentano, lei nei panni di una suora dal piglio autoritario e lui di un comunista che occupa abusivamente un letto dell’ ospedale dove la suora viene assegnata, si erano perse le tracce di Bianco, rosso e..., e di quella giovanissima esordiente: per problemi di diritti non si vedeva in televisione né si trova in cassetta o in dvd. Ma nella mostra fotografica che si apre domani «Gli italiani si voltano: la bellezza secondo Lattuada», a cura di Piera Detassis, che la Cineteca di Bologna e il Festival del cinema ritrovato dedicano ad Alberto Lattuada, la prova di quella partecipazione è tornata alla luce. Direttamente dal fondo che il regista aveva depositato presso la Cineteca Italiana di Milano. « una fotografia che nemmeno io ho mai visto - continua la Mussolini - così come ricordo pochissimo di quelle riprese: ero troppo presa dai bagni in piscina a cui non volevo rinunciare e che rischiavano di peggiorare lo stato delle mie già compromesse tonsille. Con tutte le possibili conseguenze negative sul piano di lavorazione che temevano in molti. Piuttosto mi ricordo molto bene della gentilezza e della signorilità di Lattuada, che non era per niente condizionato dal mio cognome. Non come Dino Risi che mi cacciò dal casting per La ciociara in tv dicendomi che sarebbero dovute passare sette generazioni prima che si potesse dimenticare che i miei occhi ricordavano quelli del nonno. No, Lattuada non si faceva condizionare da niente e da nessuno, tanto che, a metà degli anni Ottanta, mi richiamò: stava lavorando a una sceneggiatura per la televisione e mi voleva come protagonista. Anche se poi di quel progetto non se ne fece niente». Di quell’ esordio, però, Alessandra Mussolini ricorda la curiosa «radicalizzazione politica» della trama - suora democristiana versus agitatore comunista - che sembra averla accompagnata per tutta la vita. «Anche nel mio secondo film, Una giornata particolare, dove a quindici anni interpretavo una delle figlie della Loren spedite alla parata per la visita di Hitler a Roma, la politica aveva un ruolo molto rilevante. E nonostante indossassi la camicia nera, si capiva bene dal film che lo facevo in maniera non spontanea. Il regista Ettore Scola non nascondeva certo il suo atteggiamento fortemente antifascista, né nel film né nella vita». Per non parlare di Assisi underground dove nei panni di una suora di clausura aiuta alcuni ebrei a sfuggire ai nazisti. «Si vede proprio che dovevo essere segnata da contrapposizioni forti. Non a caso le due personalità che mi hanno influenzato maggiormente sono state quelle, a loro modo uniche, della zia e del nonno, di Sophia Loren e Benito Mussolini». Nessun rimpianto invece per una carriera finita abbastanza presto, con qualche piccolo cedimento sexy (una scena nuda di schiena in Ferragosto ok, un servizio in topless per Excelsior). E nonostante i colpi bassi che ogni tanto la politica non risparmia. «I colpi bassi fanno parte della vita. Lo impari a tue spese. Io ne ho ricevuti in politica ma ne avevo ricevuti anche dal cinema. Ti insegnano a reagire, perché di fronte a certe cose o soccombi o ti rafforzi e vai avanti. Io ho imparato ad andare avanti». Paolo Mereghetti