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 2006  luglio 22 Sabato calendario

I troppi misteri della finanza bianca. Il Sole 24 Ore 22 luglio 2006. La finanza è finanza, non è nè cattolica nè laica

I troppi misteri della finanza bianca. Il Sole 24 Ore 22 luglio 2006. La finanza è finanza, non è nè cattolica nè laica. Questo diceva sempre Gianmario Roveraro, evitando di risolvere il vecchio dilemma se il denaro sia lo sterco del diavolo o il buon concime per la vigna del Signore. Eppure la finanza bianca, quella legata alle gerarchie vaticane e agli ordini religiosi, ha sempre segnato la storia dell’Italia dall’unità ad oggi. E diverse volte con brutti esempi, che di cattolico, nel senso religioso del termine, nulla hanno a che fare. In ogni caso la finanza cattolica italiana ha un anno di nascita: 1878. Con l’avvento al soglio di Pietro di Leone XIII i clericali danarosi, con le tasche piene dagli espropri dei terreni, specie a Roma, vengono spinti a collegarsi ai nascenti gruppi capitalisti dello stato unitario. E infatti due anni dopo nasce il Banco di Roma, allo scopo di finanziare i vari organismi confessionali, mentre già dal 1606 operava il Banco di Santo Spirito, cassaforte dell’aristocrazia romana e d’Oltretevere. E proprio Leone XIII fonderà lo Ior, che all’inizio ha una denominazione mistica: Ad Pias Causas. La speculazione edilizia imperversa (lo farà per molto tempo ancora) ma il malaffare sale di livello, e si arriva allo scandalo della Banca Romana (ex Banca dello Stato Pontificio), che portò alla caduta del governo Giolitti. La vicenda fece emergere prestiti a deputati e ministri e coinvolgeva anche Francesco Crispi: tutto finì in una bolla di sapone e servì da copione per altre insabbiature future. Ma gli interessi vaticani si andavano allargando, specie nelle utility dell’epoca - gas, trasporti tramviari, elettricità - con il fiduciario Bernado Blumentsthil a gestire gli interessi. Fino all’Acqua Pia Antica Marcia, arrivata fino a noi, presieduta dal principe Giustiniani Bandini. Tra alterne fortune e grazie ai frutti dell’alleanza colonialista fra grande borghesia e Vaticano (culminata nel ruolo-chiave del Banco di Roma nella campagna di Libia) scorrono gli anni: arriva l’appoggio alla Grande Guerra e con l’avvento del fascismo la finanza cattolica ritrova vigore dopo che Giolitti aveva attaccato il grande capitale (introducendo la nominatività dei titoli e colpendo i profitti da guerra), che invece era stato sostenuto dai cattolici. L’alleanza si consolida con i Patti Lateranensi e le norme favorevoli ai beni della Chiesa, e con l’ingresso di uno dei più noti fiduciari della casa pontificia, il conte Paolo Blumensthil, nel consiglio della Banca d’Italia. Insomma, il Non Expedit di Pio IX era ormai un vecchio ricordo tanto che dirigenti papalini, tra cui spicca l’amministratore della Santa Sede Bernardino Nogara, entrano nelle finanziarie della Fiat, Pirelli, Italcementi, Edison, Breda. Di finanza cattolica si tornerà a parlare con lo scandalo di Giovan Battista Giuffrè, il cosiddetto banchiere di Dio (nomignolo che anni dopo sarà affibbiato a Roberto Calvi), che nel 1958, in pieno agosto, diede il nome ad un caso clamoroso. Il Giuffrè, infatti, aveva rastrellato colossali somme attingendo nei risparmi di fedeli avvicinati soprattutto nelle parrocchie, promettendo tassi da capogiro: si parlò di alte connivenze, e la colpa fu data al Diavolo. Anni ’70 e arriva Michele Sindona, con i suoi intrecci tra potere politico, specie democristiano, ambienti legati al Vaticano, massoneria e mafia. Osteggiato dal ministro del Tesoro, Ugo La Malfa, e da Enrico Cuccia, Sindona dagli Usa - dove fa fallire la Franklin National Bank, viene estradato in Italia nel 1984 (con l’accusa di aver fatto assassinare l’eroe borghese Giorgio Ambrosoli), per morire avvelenato nel 1986 nel carcere di Voghera, portandosi con sè molti segreti mai chiariti. Una storia che si intreccia con quella di Roberto Calvi, che con la Chiesa ebbe molti più contatti, tanto che il crack del Banco Ambrosiano trascina nel gorgo anche lo Ior, presieduto dall’arcivescovo Paul Marcinkus. Reti off-shore che finanziano scalate occulte ma creano fondi anche per finanziare Solidarnosc. Un intreccio di interessi e ricatti che porta all’uccisione di Calvi, camuffata da suicidio, trovato impiccato il 18 giugno 1982 sotto il Blackfriars Bridge di Londra. Tutto sotto l’ombra della P2, uno scandalo che porta il primo laico a Palazzo Chigi.  il momento di fare pulizia e su mandato di Giovanni Paolo II, il segretario di Stato cardinale Agostino Casaroli vara la riforma dello Ior, e dà un assetto nuovo nella gestione. Nel 1989 arriva la nomina di Angelo Caloia alla presidenza dello Ior, poltrona che a breve potrebbe essere assegnata ad altri, e si fa da mesi il nome dell’ex presidente della Bundesbank, Hans Tietmeyer (la nomina spetta al segretario di Stato, ma Angelo Sodano sta per lasciare). Ma già da qualche anno la finanza cattolica aveva inaugurato il filone milanese, ispirato al cattolicesimo liberale di inizio secolo, di impostazione antitetica a quello di marca papalina. Nasce il gruppo Cultura Etica Finanza, ispirato dall’allora ausiliario Attilio Nicora, oggi ’ministro del Tesoro’ d’Oltretevere e molto vicino a Bendetto XVI: del gruppetto facevano parte sia Roveraro che Caloia. Anche se non era una novità assoluta, visto che con l’appoggio del cardinale Ferrari il bresciano Giuseppe Tovini fondò nel 1896 il Banco Ambrosiano, dopo aver avviato nel 1888 il Banco San Paolo di Brescia. Anche Calisto Tanzi era apertamente cattolico, tanto da fermarsi a Fatima nel suo viaggio disperato del Natale 2003. E dopo un braccio di ferro molto duro è uscito di scena Antonio Fazio, che aveva potuto vantare legami con la cerchia di Giovanni Paolo II, in particolare i cardinali Camillo Ruini e Giovan Battista Re). Con Roveraro scompare "l’anti-Cuccia?" Di certo fece della Sige (Imi) una merchant bank in concorrenza con Mediobanca, anche se con Cuccia condivideva la riservatezza e la frequentazione di chiese al mattino presto: Roveraro in piazza San Fedele, e Cuccia la chiesa di San Carlo in corso Vittorio Emanuele. Entrambi, a un certo punto cambiarono chiesa: troppi erano i dirigenti delle due banche che affollavano le panche per farsi notare. Carlo Marroni