Giovanna Cavalli, Corriere della Sera 5/6/2006, pagina 23., 5 giugno 2006
Negli ultimi cinquant’anni la voce femminile si è molto abbassata e rispetto alle voci di donna degli anni Quaranta c’è quasi un semitono di differenza e 23 decibel
Negli ultimi cinquant’anni la voce femminile si è molto abbassata e rispetto alle voci di donna degli anni Quaranta c’è quasi un semitono di differenza e 23 decibel. Due le spiegazioni possibili: le donne hanno una struttura fisica più virile, con corde vocali in proporzione; oppure in una società dominata dall’uomo è più facile essere prese in considerazione con un tono più simile a quello maschile. Margaret Thatcher infatti frequentò un corso di dizione per eliminare le note più acute. Rosa Russo Jervolino invece non ha mai cercato di cambiare, pur essendo consapevole di avere la voce stridula: «Per fare carriera ci vogliono intelligenza e buona volontà, più l’autoironia per non offendersi quando mi prendono in giro. Anzi, gli elettori si divertono e mi votano di più». Per anni Claudia Cradinale fu doppiata perché la sua voce non piaceva. A scoprirla fu Fellini in Otto e mezzo che le disse: «Voglio sentire te». Cesara Buonamici è soddisfatta del proprio timbro, ereditato dalla madre: «Ma non illudiamoci che le stupidaggini dette bene diventino intelligenti». Anche Maria Cuffaro, del Tg3, ha una voce suadente («Sarà perché fumo?»). Tra le attrici hanno toni infantili Jessica Simpson, Pamela Anderson, Hilary Duff, Cameron Diaz, Kate Beckinsale. Roche Demi Moore e Renée Zellweger. Irene Pivetti ha una sua teoria sull’abbassamento della voce femminile: «Penso che sia una chiara espressione della personalità. Non credo siano cambiate le corde vocali delle donne. Semplicemente hanno smesso di voler sembrare deficienti per rassicurare gli uomini parlando come passerotti».