varie, 25 luglio 2006
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Izzo Aldo
• Castellammare di Stabia (Napoli) 1948, Milano 20 luglio 2006. «[...] ex usciere della sede Rai in Corso Sempione, diventato famoso come spalla di Piero Chiambretti. [...] Ha partecipato a tutte le trasmissioni di Chiambretti, da Prove tecniche di diretta (1990), a Pronto Chiambretti, seduto sulla cabina telefonica di piazza Cordusio dov’era stato attrezzato lo ”studio” con il buono o il cattivo tempo, fino anche a Markette, nei panni del maggiordomo di casa. Originario di Castellammare di Stabia (Napoli), nel ’61 era arrivato al nord in cerca di fortuna per poi diventare un membro dello storico clan Celentano, con il nomignolo Triangolo. Il suo primo vero lavoro televisivo era stata la partecipazione a Di tasca nostra, in onda su Raidue, dove interpretava il consumatore medio. Conobbe Chiambretti nel 1989: nonostante l’ormai avviata carriera da caratterista, fino alla pensione non aveva abbandonato il suo posto nella portineria di Corso Sempione. Lo si è visto in Goodbye Cortina, programma che lo portò in Russia per occuparsi dei problemi del Paese, e ancora come inviato speciale in Telegiornale Zero. Nel 1997 ha partecipato al Festival di Sanremo condotto da Mike Bongiorno, dove faceva il gobbista in diretta tra Chiambretti, nelle vesti di diavoletto, e Valeria Marini in quelle di angelo. Aveva girato anche delle pubblicità, quella della penna bic e della Ford» (’Il Giornale” 21/7/2006). «[...] Izzo non era la ”spalla” di Chiambretti, almeno così come di solito la s’intende. Era qualcosa di meno, perché non era un professionista del palcoscenico, il suo mestiere era altro. Si potrebbe anzi dire che Izzo è stato uno dei primi interpreti di quella irresistibile tendenza che spinge la gente comune ad apparire in tv. Non faceva niente, forse non sapeva far niente, ma bastava che la sua faccia si mostrasse (quella faccia un po’ irregolare che aveva colpito anche Adriano Celentano, quella faccia che gli aveva meritato il nomignolo di Triangolo), bastava che Chiambretti gli ponesse una qualche domanda metafisica perché, di fronte al suo smarrimento cosmico, la risata scaturisse contagiosa. Qualcosa di meno ma soprattutto qualcosa di più: Izzo era una specie di scudiero mediatico di Chiambretti. Lo ha seguito ovunque, da Prove tecniche di trasmissione a Markette passando per Goodbye Cortina o per il Festival di Sanremo, per Pubblimania o per qualche spot pubblicitario. Cosa doveva fare? Sempre la stessa cosa: stupirsi. [...] Izzo era un fattorino Rai, di Corso Sempione, a Milano. Sempre lamentoso, sempre insoddisfatto, sempre alla ricerca del ”colpo” della vita. Che non venne quando fu promosso usciere (del suo nuovo lavoro diceva: ”faccio il comunicatore aziendale”, un genio!) ma quando fu preso, quasi per gioco, come comparsa a Di Tasca nostra, nel ruolo del consumatore medio. Chiambretti lo vide in onda e il miracolo si compì. [...]» (Aldo Grasso, ”Corriere della Sera” 25/7/2006).