Valeria Palumbo, "La perfidia delle donne", Sonzogno editore, 2006, 25 luglio 2006
Zarine. Elisabetta Petrovna, figlia di Pietro il Grande e di Caterina I, ex lavandaia schiava dell’esercito russo che aveva convinto il sovrano a sposarla e ad eliminare il divieto della successione femminile
Zarine. Elisabetta Petrovna, figlia di Pietro il Grande e di Caterina I, ex lavandaia schiava dell’esercito russo che aveva convinto il sovrano a sposarla e ad eliminare il divieto della successione femminile. Era così bella che il padre la fece ritrarre nuda all’età di sette anni dal pittore francese Louis Caravaque per poterla vedere quando voleva. Diventata zarina grazie a un golpe, nel 1741, a 32 anni, per reprimere l’opposizione, faceva processare formalmente i nemici dal principe Nikita Trubetzkoy, e nascosta dietro una tenda dettava le condanne, tutte a morte, salvo concedere la grazia all’ultimo momento, sul patibolo, e per questo si guadagnò l’epiteto ”la Clemente”. Rimasta nubile, non passava una notte senza un amante, ma piacendole mangiare e bere, ingrassava sempre di più, finché scelse di vestire quasi esclusivamente abiti maschili. Della bellezza delle altre dame era invidiosa, e oltre a farsi grattare i piedi da quelle di corte, spesso e volentieri le schiaffeggiava in pubblico, per capriccio, magari perché si erano appuntate un fiore nei capelli. Afflitta da asma e idropisia, morì a 53 anni.