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 2006  luglio 24 Lunedì calendario

DEL MONTE Peter

DEL MONTE Peter San Francisco (Stati Uniti) 29 luglio 1943. Regista. Tra i suoi film: Irene, Irene (75), Piso pisello (81), Tracce di vita amorosa (90), Compagna di viaggio (96), La ballata del lavavetri (98), Controvento (2000) • «[...] appartiene in pieno a una generazione del cinema italiano cresciuta “col mito di Bertolucci ma oggi più rappresentata da Bellocchio: L’ora di religione è un miracolo di equilibrio tra mercato e qualità” e rimasta schiacciata tra la straordinaria longevità dei grandi padri e l’irrompere del “nuovo” sulla scia di Nanni Moretti. E resta graniticamente fedele allo “stile” dei suoi giovanili anni 60-70. Colto, abbastanza snob, non vanitosamente ma costituzionalmente minoritario, irresistibilmente diffidente verso il mercato. Per dirla con una battuta grossolana (non sua) neanche sotto tortura potrà sentirsi nella stessa famiglia di Vanzina o Verdone: rispetto forse sì, ma a distanza. Sua, e fulminante, è questa: “Per me il grande cinema è quello inutile”. È una persona intelligente, indubbiamente un artista. [...] “[...] si dovesse rimettere mano alla legge sul cinema spero che si chiarisca che l’intervento dello Stato deve riguardare ciò che si pone dichiaratamente fuori dal mercato, deve salvaguardare un’altra parte e un’altra anima del cinema, quello di ricerca e sperimentazione. Non sto parlando con compiacimento di ‘nicchia’. Sto dicendo che lo Stato deve permettere che esista un cinema che non risponde a criteri commerciali [...] Racconto un episodio sintomatico dello scadimento attuale. Quando mi sono presentato in commissione l’ultima volta, con la destra al governo, sono stato introdotto da un democristiano che probabilmente al cinema non c’è mai stato ma cortesemente mi ha presentato dicendo ecco Peter Del Monte, lo conosciamo tutti di nome e di fama. Gianni Boncompagni, senza ombra d’ironia (e se ne avesse avuta un po’ non solo non mi sarei offeso ma avrei riso volentieri), si è rivolto ad alta voce al vicino di tavolo dicendogli ‘passami un po’ il Morandini’, cioè il dizionario del cinema. Pura arroganza [...]”» (Paolo D’Agostini, “la Repubblica” 24/7/2006).