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 2006  luglio 21 Venerdì calendario

Geopolitica. Il Sole 24 Ore 21 luglio 2006. I mondiali sono appena finiti ma la corsa e le grandi manovre sono agli inizi

Geopolitica. Il Sole 24 Ore 21 luglio 2006. I mondiali sono appena finiti ma la corsa e le grandi manovre sono agli inizi. Dove portano? Alle due poltrone più ambite delle maggiori istituzioni del calcio mondiale, quelle di presidente della Fifa e della Uefa. E i due protagonisti saranno, ancora una volta, gli stessi degli ultimi 15 anni. Entrambi a mandato scaduto nel 2006, ma opportunamente prorogato con modifiche statutarie, entrambi pronti a sbaragliare la (eventuale) concorrenza a suon di promesse, programmi e, soprattutto, di budget milionari. Joseph Blatter e Lennart Johannson (avversari da sempre, con lo svizzero che da sempre è riuscito a spuntarla sulle interferenze del "nemico") sono due tipi che non mollano. Con una differenza. Lo svedese Johannson (76 anni, in carica dal 1990) aveva, qualche mese fa, rinunciato a candidarsi. A causa delle conseguenze di un’operazione per tumore alla prostata, affermò di non avere più il fisico. Una decisione che, nelle sue intenzioni, doveva servire a spianare la strada di Franz Beckenbauer alla massima carica europea. Le cose non si sono messe bene (alcune uscite improvvide del tedesco non sono piaciute alle piccole federazioni) e così, poco prima della finale di Berlino, Johannson ha rilanciato. Ovviamente, Kaiser Franz si è fatto prontamente da parte, e l’unico avversario su piazza è rimasto Michel Platini, ovviamente ben visto dallo stesso Blatter. Il campione francese, anzi, ha già iniziato con le punzecchiature: "Sta alle federazioni scegliere tra un uomo del passato e uno del futuro. E qualcuno che non veda il calcio solo come business". Quello della Uefa va piuttosto bene e le vendite del "prodotto" hanno recentemente garantito un aumento generalizzato dei compensi, sia per le nazionali che per le squadre della Champions League. L’appuntamento tra Platini e Johannson è per gennaio 2007. Ma non sfugge a nessuno dei due che il prossimo Europeo si giocherà in casa dell’unico sovrano del calcio, Blatter, e il suo "zampino" si è fatto sentire anche in questo caso. Gli Europei 2008 (Svizzera e Austria) costeranno circa 182 milioni di franchi. Ebbene: 82,5 milioni di franchi saranno versati dalla Confederazione, la quale aveva inizialmente previsto un contributo 20 volte minore. Ma l’avvenimento dovrebbe fruttare alla Svizzera 500 milioni di franchi. Questi "padroni del calcio", del resto, a fare i soldi, sono diventati bravissimi. E Sepp Blatter, 70 anni appena compiuti, in questo è davvero imbattibile. Dalla sua elezione (nel 1998, succedendo a Joao Havelange) ha tenuto lo scettro della Fifa superando critiche, polemiche e accuse di corruzione e facendo di cautela e politica delle alleanze un’arma formidabile. Qualcuno ha trovato strana la sua assenza alla premiazione degli Azzurri a Berlino. Nessun incidente diplomatico, però: da astuto tessitore qual è, Blatter ha fatto capire di essere disposto a fare un passo indietro quando serve, ma, allo stesso tempo, di non temere le federazioni, soprattutto le grandi. La strategia dello svizzero, infatti, è sempre stata vicina alle piccolissime (e insignificanti) federazioni, più che a quelle blasonate. Basti pensare che la sua ultima rielezione è avvenuta ai danni del camerunense Issa Hayatou, e proprio con la promessa - mantenuta! - di portare (lui, svizzero) i mondiali in Africa. La tattica di Blatter è sempre stata "a nazione", più che a zona: annettere al suo regno del calcio quante più federazioni possibile, tanto che lo stesso Kofi Annan, all’inizio dei mondiali tedeschi, ha detto, scherzando ma non troppo, che la Fifa è l’unica organizzazione più mondiale dell’Onu. cosi: i membri della Fifa sono oggi 207 (ultimi ammessi Timor Est e le Isole Comore) con una decina di associati. Una escalation inesorabile di iscrizioni. Partita con 8 membri nel 1904, la Fifa ne contava già 125 nel 1965. Con Havelange e Blatter il metodo di allargamento ha conosciuto un’intensificazione decisa negli ultimi decenni: dal 1975 al 2006 più di 60 nuovi soci. E questo perché ciascuna delle federazioni - riunite in sei confederazioni continentali, ma con criteri geografici mobili: infatti, per i mondiali africani l’Australia giocherà nel gruppo asiatico, liberando, forse, un posto a un’altra oceanica... - conta un voto e sono pochissimi i gruppi di potere realmente consolidati. Per essere eletti presidente della Fifa ci si presenta al Congresso, dove i giochi, di solito, sono già fatti. Occorrono i 2/3 dei suffragi alla prima elezione, maggioranza semplice dalla seconda in poi. La struttura organizzativa, recentemente modificata, accentua i poteri del presidente e prevede uno stuolo di vicepresidenti (7) e un gruppo di altri 16 componenti il comitato esecutivo, vero organo di controllo della Fifa, più una serie di altri comitati. Nell’attuale configurazione esprimono dei membri nel comitato esecutivo, per esempio, Mali, Botswana, Tonga e Qatar. Nessuna traccia di italiani. Ma un francese c’è: guarda caso Michel Platini. Verosimilmente Blatter si presenterà senza avversari alle elezioni di maggio 2007. I suoi successi, del resto, sono sotto gli occhi della sua corte. La Fifa ha approvato un bilancio per il periodo 2007-2010 che prevede di incassare 3 miliardi di dollari (1,9 miliardi da diritti tv, 0,9 da marketing ecc.), di investirne nel "gioco" 2,55 (tra i quali 880 milioni per il mondiale africano), per un surplus totale di 400 milioni al 2010. E il mondiale sudafricano si presenta come l’ennesimo ottimo affare per la Fifa. Gli stanziamenti sono già partiti (si veda la tabella qui a fianco) e Johannesburg si dice pronta a mantener fede agli impegni presi. Gli sponsor (Adidas, Coca-Cola, Emirates Airline, Hyundai, Sony, Visa) ci saranno tutti. Da ultimo ha rinnovato Mc’Donalds che "giocherà" anche il mondiale sudamericano (Brasile e Colombia i candidati) del 2014. Blatter, forse, allora non sarà più presidente, ma la sua influenza si farà sentire fin là. Eccome. Stefano Salis