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 2006  luglio 21 Venerdì calendario

Corriere della Sera 21 luglio 2006. Caro Romano, «Credo che ognuno di noi, se fosse nato in un campo profughi e non avesse da 50 anni nessuna prospettiva da dare ai figli, sarebbe un terrorista»

Corriere della Sera 21 luglio 2006. Caro Romano, «Credo che ognuno di noi, se fosse nato in un campo profughi e non avesse da 50 anni nessuna prospettiva da dare ai figli, sarebbe un terrorista». Sono le parole pronunciate dal senatore a vita Giulio Andreotti a Palazzo Madama. Mi sembra doveroso osservare in proposito che, secondo me, il ragionamento non regge e mi spiego: io ho vissuto per 44 anni nei campi di concentramento e di lavori forzati sotto regime comunista albanese. E credo che l’esperienza sia stata peggiore di quella dei campi profughi a cui si riferisce il senatore Andreotti. Ho vissuto privato della libertà, del diritto di studiare, della possibilità di avere una casa normale. Per anni ho sognato di potermi sfamare ed ero sempre sotto la sorveglianza dei poliziotti e dei servizi segreti delregime. Non ho mai pensato di risolvere i problemi di una vita distrutta e senza prospettive per il futuro confezionando bombe e ammazzando gente innocente. Non sono un caso particolare. Credo che il senatore a vita sappia meglio di me quanti milioni di persone hanno vissuto in quelle condizioni e, da quanto mi risulta, nessuno di loro è diventato un terrorista. Nella sua lunghissima vita di statista Andreotti si è ricordato qualche volta di protestare per il martirio di quella gente o era valida la teoria di «equidistanza» tra oppressi e oppressori? Eugjen Merlika, Latina Suppongo che il senatore Andreotti non abbia bisogno di avvocati difensori. Al suo posto, tuttavia, risponderei che le democrazie occidentali fecero del loro meglio per aiutare i dissidenti, ma non poterono mai ignorare che la pace stava precariamente in bilico su una inconfessabile regola della guerra fredda di cui tutti erano consapevoli: «ciascuno è padrone a casa sua». Sergio Romano