Alberto Arbasino, la Repubblica 20/7/2006, pagina 44, 20 luglio 2006
la Repubblica, giovedì 20 luglio Roma. «Qui ci si sentì rinascere». Ma che vergogna, riscontrare che l´avevano già ripetuto insigni artisti nordici, in analoghi semplicistici termini
la Repubblica, giovedì 20 luglio Roma. «Qui ci si sentì rinascere». Ma che vergogna, riscontrare che l´avevano già ripetuto insigni artisti nordici, in analoghi semplicistici termini. E´ vero che la motivazione originaria, mezzo secolo fa, non era Grand Tour o Voyage en Italie, ma soltanto «risiedere nello Stato in cui si ha la cittadinanza». Invece di trasferire la biblioteca necessaria in una capitale straniera dove cortesemente chiedono «quanto ti trattieni?» se non "frequenti" con assiduità un qualche ambiente, e non hai "mezzi" tuoi. (Oltre tutto, a Milano le telefonate all´alba erano frequenti e attivissime. A Roma, accoglienze generose e serali, in parecchi mondi diversi. E distanze ormai storiche: gonne scozzesi scure con twin sets e filini di perle, oppure toilettes e acconciature e gioielli "barococo". Anche queste erano "differenze"). Ma le delusioni successive dell´Urbe non si devono tanto ai progressi o regressi del cosiddetto sviluppo. Derivano evidentemente dalle esplosioni "esponenziali" di tipici caratteri eterni nella Città Eterna. Lo smisurato accattonaggio tradizionale nelle terre dei Papi, poi pianificato e clonato da rackets tipo Opera da tre soldi. Il gigantesco traffico ambulante e illegale graditissimo alla popolazione perché «fa risparmiare». Gli immensi circenses canori e sportivi, casinari e gratuiti, già pretesi da plebi e clientes fin dai primi Imperatori. E le strade malissimo lastricate e selciate e piene di «mondezzari» e merde e anche scocciatori, secondo gli annali capitolini e i poeti spregiudicati già nel primo secolo d. C. Non per niente si citano continuamente Marziale e Giovenale anche a proposito di motorini e telefonini e cassonetti. Mentre i prestigiosi artisti e intellettuali stranieri mediatici di passaggio proseguono a dichiarare: «I love Rome and linguini and fettuccini and Calvini and Navoni and my wife!». Ma i Poeti Capitolini (tradizionalmente istituzionali) sono pro o contro che cosa? Alberto Arbasino