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 2006  luglio 20 Giovedì calendario

la Repubblica, giovedì 20 luglio Regina Elisabetta. Pranzo ufficiale per i sovrani britannici nell´Appartamento di Paolo III, in cima a Castel Sant´Angelo

la Repubblica, giovedì 20 luglio Regina Elisabetta. Pranzo ufficiale per i sovrani britannici nell´Appartamento di Paolo III, in cima a Castel Sant´Angelo. Arrivo presto, salgo in ascensore, si indugia a guardare i graffiti nel corridoio circolare, e c´è uno struzzo uguale al logo dell´Einaudi, ma assicurano che è lì dal Cinquecento. Appare Mario Praz, arrabbiato perché gli hanno detto che l´ascensore non va, e ha dovuto fare le scale a piedi. Ma lì presso anche gli ammiragli pomposi e rubicondi inciampano e scivolano sui gradini sbocconcellati. «Li avrà morsicati il Cellini», si rasserena il Professore. Non lo abbandono più. Ci presentano alla Sovrana, dopo l´avvertimento che la mano guantata si stringe e non si bacia. E lei, al Professore: «Ma noi ci siamo già incontrati». E lui: «Ma certo». E ricorda che a Buckingham Palace lei gli diede un´onorificenza bellissima che non riesce mai a mettere, perché anche stasera il protocollo ha detto di no. E lei: «Come to London. Wear it there». Princess Margaret veniva invece a Roma ogni anno alla fine d´agosto, e spiegava perché: negli altri mesi le toccavano impegni ufficiali ogni giorno. Quindi non riusciva a vedere la Galleria Pallavicini e le altre, in chiusura estiva; ed essendo «via tutti», le poteva capitare di pranzare quasi ogni sera con gli stessi, sull´Isola Tiberina o sull´Appia Antica, presso amiche di casati più o meno vittoriani o plantageneti. Teneva spesso una bottiglietta di limonata da supermarket sotto la sdraio in piscina; e siccome qualche gossip insinuava che vi fosse del gin, provai ad assaggiarla. Era limonata pura. A una colazione in campagna, un cameriere incauto mi versa del sugo su una spalla. E lei tralascia per un attimo John Pope-Hennessy che le sta spiegando il Beccafumi dall´altro lato: «Posso versarci qualcosa anch´io?». E giù mezza caraffa d´acqua. Alberto Arbasino