Onda n.30 2006, 19 luglio 2006
Rivoluzione ”corta”. Se c’è una cosa che la tivù in chiaro ha ben imparato dalla satellitare, è che la gente ha bisogno di telefilm
Rivoluzione ”corta”. Se c’è una cosa che la tivù in chiaro ha ben imparato dalla satellitare, è che la gente ha bisogno di telefilm. Piccoli o grandi che siano, van tutti bene e riempiono ogni tipo di spazio, dal palinsesto alla mente. E così, mentre decoder e parabole sgranano le loro repliche estive, Rai, Mediaset e LA7 puntano proprio sul cortometraggio inedito per catturare la svagata attenzione del telespettatore accaldato. Tanto che stiamo assistendo a una rivoluzione epocale: dopo aver smusato per decenni i telefilm in prima serata, anche Raiuno e Canale 5 aprono alla nuova moda. Scelta senza dubbio coraggiosa. Peccato, però, che sia anche schizofrenica. Tanto che l’agognato cambiamento di tendenza potrebbe costare caro, in termini d’affezione. Vediamo perché. Per la prima volta dopo un imprecisato numero di anni (quindici o addirittura di più?), Raiuno mette una serie tv in prima serata: Una donna alla Casa Bianca, infelice traduzione di Commander in Chef. Ma perché finalmente osare proprio con questo serial che, nonostante veda Geena Davis protagonista, in America è stato un flop (bloccato per quattro mesi, dopo aver raggiunto a stento il 19° episodio e ormai sospeso)? Che cosa raccontare a chi lo seguirà con passione? Ancor peggio fa Canale 5, che punta tutto su Invasion. E fa bene, perché è subito boom: i primi episodi sono stati seguiti da oltre 4 milioni di spettatori, con uno share del 23%. Mica male, per una sera di luglio. E in effetti Invasion è un bel telefilm pieno di mistero e paranoia, sulla scia di Lost... Peccato che anche questo, in America, non sia andato oltre la prima serie (non perché andasse male, ma perché ogni episodio costava di più della pubblicità che poteva contenere). Insomma, ci sono milioni di appassionati Usa rimasti a bocca asciutta. A cui si aggiungeranno i colleghi italiani... Come la prendereste, scoprendo di non poter mai conoscere la verità sui segreti di Lost? Ecco, con Invasion succederà proprio questo... Fate i vostri conti. Difficile comprendere il perché di tali comportamenti. Si può ipotizzare la volontà di non rischiare con serie che potrebbero subire cali d’interesse (ma la Rai poteva far l’esperimento con Lost o con Desperated Housewives...), ma ciò non toglie che il comportamento sia contraddittorio. Per fortuna abbiamo in programmazione, su Raidue, gli ultimi atti di due serie cult: Alias (5° stagione) e Streghe (8° stagione). La prima, creata da quel geniaccio di J. J. Abrams (lo stesso di Lost), è uno dei più interessanti e innovativi serial degli ultimi anni. Chi non l’ha mai visto prima, ormai desista: è talmente intricato che non potrebbe comprendere nulla. Streghe, invece, è molto amato dal pubblico giovane e, sebbene con alti e bassi, sempre trattato con molto rispetto (a livello di programmazione) da Raidue. Collocare un interessante telefilm come Missing subito dopo Invasion non è forse il miglior regalo che Canale 5 poteva fare al serial, che negli Usa ha già raggiunto la quarta stagione, conquistando uno zoccolo duro di fan. L’idea, non proprio originalissima (una sensitiva aiuta l’FBI a risolvere casi di persone scomparse), è però svolta con brio e buon ritmo: non si grida all’evento, ma neppure si resta delusi. Deadwood, la serie che ha rinnovato il western, arriva su LA7. Dopo un po’ di problemi, almeno per questo serial le cose sembrano andar bene. Non ci sarà una quarta stagione (negli Usa si sta trasmettendo adesso la terza), ma si concluderà degnamente con due film per la tivù. Giorgio Giorgetti