La Stampa 18/07/2006, pag.16 Maria Chiara Bonazzi, 18 luglio 2006
Preso il serial killer dei cani. La Stampa 18 luglio 2006. Londra. Uccisi con un colpo di pistola a chiodo in testa e sepolti con la ruspa in giardino, accatastati uno sopra all’altro finché quell’acro di terra si inzeppa dei loro corpi
Preso il serial killer dei cani. La Stampa 18 luglio 2006. Londra. Uccisi con un colpo di pistola a chiodo in testa e sepolti con la ruspa in giardino, accatastati uno sopra all’altro finché quell’acro di terra si inzeppa dei loro corpi. Al termine della loro carriera sui circuiti delle corse, qualcosa come 10 mila levrieri inglesi, i leggendari greyhound, sarebbero stati sommariamente eliminati per 10 sterline ciascuno da un certo David Smith nel suo capanno di Seaham, una cittadina nel Nord dell’Inghilterra. Era un bel pezzo che circolavano voci sulla misteriosa sparizione di migliaia di greyhound ogni anno, finché un indignato addestratore di cani non ha fatto una soffiata al «Sunday Times». Un inviato del settimanale si è presentato facendo finta di avere dei cani da abbattere e con l’occasione ha segretamente filmato Smith, mentre prendeva in consegna dai proprietari due levrieri vivaci e allegri, li conduceva al guinzaglio nel capanno e li riportava fuori poco dopo in una carriola, insanguinati ed esanimi, per interrarli nella sua proprietà. Secondo il «Sunday Times», ci devono essere 10 mila cani sepolti là sotto. Smith non sapeva di parlare con un giornale quando ha detto: «La gente non vuole pagare 60 sterline per farli abbattere dal veterinario, e altrimenti li sguinzaglierebbe le strade. Lo faccio da molti anni, mio padre lo ha fatto prima di me e non mi disturba più di tanto. Se potessi smettere domani lo farei, per quel che guadagno». Quando il cronista undercover gli ha chiesto se presto non gli sarebbe mancato lo spazio per seppellire i cani, l’uomo ha additato l’estremo confine del suo terreno e ha risposto: «Mi ci vogliono circa tre anni per arrivare laggiù e, quando ci arrivo, ricomincio da qui, dove sono rimaste solo poche ossa. Quindi la cosa non mi preoccupa». «Questo era un segreto che i trainer e i proprietari dei greyhound tenevano a mantenere - dice un addetto ai lavori - E’ un servizio per certi addestratori che hanno una cinquantina di greyhound nei loro canili. Questi levrieri sono usati nelle corse pomeridiane in tv, hanno fruttato un sacco di soldi a molta gente e non si meritano di essere uccisi con un colpo alla testa. Uno scandalo di cui l’industria dovrebbe vergognarsi». A sentire la Società britannica di protezione degli animali, 12 mila greyhound spariscono nel nulla tutti gli anni. Ma secondo le direttive del National Greyhound Racing Club (NGRC), l’organismo che governa l’industria delle corse, questi cani devono trovare un buon padrone quando diventano troppo lenti e smettono di correre fra i tre anni e mezzo e i cinque anni d’età. La loro dolcezza è famosa, e i levrieri inglesi, già prediletti nei secoli da Lord e sovrani, fanno ottima compagnia. Alistair McLean, che ne è direttore generale, dice che il NGRC aiuta a finanziare la «pensione» per 3 mila cani sui 10 mila che tutti gli anni smettono di correre. Ma controllare quello che fanno gli addestratori quando ritirano i cani dal circuito è difficile: «La nostra linea è chiara: vorremmo che i cani trovassero una nuova casa adatta a loro. E’ assolutamente contro le nostre regole fare una cosa del genere». Ma la polemica infuria. Debbie Rothery, che gestisce un rifugio per greyhound nello Yorkshire, protesta che il governo britannico finora non ha fatto nulla per indagare sulla sparizione dei cani da corsa, perché ci sono troppi soldi in ballo. Con i suoi 3 milioni e mezzo di spettatori sui circuiti ogni anno, e ancor più dietro ai teleschermi, il giro delle scommesse arriva ai 2 miliardi e mezzo di sterline l’anno, sui quali il governo intasca 70 milioni in tasse. Un portavoce della società di protezione animali ha condannato il macello silenzioso dei greyhound, ma avverte che non sarebbe necessariamente illegale nel Regno Unito, dove dal ’97 si può detenere senza licenza una pistola a chiodo per uccidere animali. La denuncia scatterebbe se risultasse che gli animali sono stati abbattuti in modo inumano. Ma la League Against Cruel Sports ha presentato un appello al governo per chiedere di usare i suoi nuovi poteri per migliorare il regolamento dell’industria delle corse. Il presidente, Annette Crosbie, protesta: «I profitti delle scommesse sono enormi. E’ una vergogna che continuino ad esserci in circolazione degli addestratori pronti a pagare 10 sterline a testa perché questi cani, belli e sani, siano uccisi in un cortile». Maria Chiara Bonazzi