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 2006  luglio 18 Martedì calendario

Purquà purquà. Il Messaggero 18 luglio 2006. Roma. Il sole picchia. Di più sulle splendide dune di Capocotta

Purquà purquà. Il Messaggero 18 luglio 2006. Roma. Il sole picchia. Di più sulle splendide dune di Capocotta. Sono le 14,30. Dopo tuffi e tintarella, un’abbuffata di pomodori al riso e una fetta di cocomero, l’esercito di bagnanti mette il freno a mano. E’ l’ora della pennica (il riposino), delle letture ”impegnate” e ovviamente delle partitelle a carte sotto l’ombrellone. Tutto miracolosamente tace. Almeno fino a quando, nel bel mezzo di un Tressette, un omone in pantaloncini, bicipite tatuato e bandana in testa da pirata, non urla con tutto il fiato che ha in petto: «Purquà? Purquà,Pasqua’? Purquà il due a coppe?». Eccolo il tormentone dell’estate. E’ nato da una settimana ma ha già conquistato le spiagge e le piazze italiane. D’altronde è un tormentone mondiale. Fa il verso al telecronista francese che ha commentato in diretta l’ormai famigerata testata di Zinedine Zidane al nostro Marco Materazzi durante la finale della Coppa del Mondo: «Mais pourquoi? Pourquoi? - si chiede il giornalista d’oltrealpe vedendo le immagini e la successiva espulsione del giocatore francese - Pourquoi, Zinedine? Pourquoi?». Grazie a internet, la miniclip è arrivata subito in Italia. Un sito dopo l’altro la fanno vedere e sentire (su www.youtube.com la versione ufficiale della televisione francese e tante parodie). Il ”terribile” Trio Medusa non ha perso tempo: l’ha fatta sua e dalla vittoria della Nazionale ogni giorno, durante la trasmissione radiofonica ”Chiamate Roma Triuno Triuno” sulle frequenza di Radio Deejay, la ripropone in maniera ossessiva (si può anche scaricare cliccando sul sito www.deejay.it). Complice, poi, la bagarre sulla misteriosa frase che il difensore azzurro avrebbe detto all’avversario, quel «purquà» è entrato nelle teste degli italiani: «In questa settimana ci sono arrivati una valanga di sms da ogni angolo della Penisola - racconta Gabriele Corsi, del Trio Medusa - Ognuno racconta la sua disavventura quotidiana: chi è in fila al casello di Mestre, chi non trova il taxi a Roma, chi è stato lasciato dalla fidanzata a Bari. E alla fine terminano il messaggio con pourquoi, ovviamente scritto nei modi più strani». Insomma smaltita l’ubriacatura da Inno di Mameli e dalla più orecchiabile ”po-poporo-po-po-po” (quella che riprende il refrain della canzone Seven Nation Army del duo americano White Stripes), adesso l’Italia vacanziera si domanda ogni due per tre ”purquà”: urlato durante una sfida a beachvolley sulla spiaggia di Ostia; sussurrato in riunione mentre il capo prende la decisione sbagliata; detta all’impiegato dell’ufficio postale che chiude inesorabilmente lo sportello. Anche Max Giusti, ieri in diretta a Matinee su Rai Due, l’ha chiesto all’altra conduttrice, la Iena, Sabrina Nobile. Un tormentone che è il degno erede dei suoi predecessori. Uno dei primi lo lanciò sempre la radio ed è andato avanti per anni interi: erano i tempi di Altogradimento di Renzo Arbore e Gianni Boncompagni e di quel mattacchione di Giorgio Bracardi che urlava a squarcia gola «Patroclooooo». Poi quasi vent’anni dopo è arrivato «Valerioooo»: era l’estate del 1998 e dalla costiera romagnola scattò la moda-gioco di gridare quel nome nei momenti più inaspettati. Poi, è stata la volta della televisione a lanciare un tormentone vacanziero: estate 2001 l’Italia che aveva voglia di ridere e scherzare si domandava, come il comico Gabriele Cirilli tra Zelig e Maurizio Costanzo Show, «Chi è Tatiana?». Davide Desario