14 luglio 2006
Federica Giraudo, di anni 20, torna da una serata passata con gli amici, che l’accompagnano a casa fin davanti al cancello, glielo chiudono alle spalle
Federica Giraudo, di anni 20, torna da una serata passata con gli amici, che l’accompagnano a casa fin davanti al cancello, glielo chiudono alle spalle. Federica fa qualche passo sul vialetto di casa, le salta addosso l’ex fidanzato fino a quel momento nascosto nel giardino, le dà una decina di coltellate nella gola. Gli amici di Federica vedono tutto ma il cancello è chiuso a chiave e non possono aiutarla. L’assassino, un Danilo Rosso, di anni 30, fugge scavalcando la recinzione, attraversa i giardini delle villette vicine, prende la macchina, mette in moto, arriva al camposanto. Da qui manda un sms a un’amica di Federica («Speravo mi pregasse lei di non ammazzarla»), telefona alla madre per raccontarle quello che sta per fare, attacca una corda a una trave e s’impicca a pochi centimetri dalla tomba del padre. I due ragazzi non erano fidanzati più da circa due anni, da quando lui, vigilante privato, aveva messo la pistola in faccia a una prostituta: la donna denunciò di essere stata minacciata, l’altro farfugliò di aver puntato la pistola «perché quella allo stop mi ha rubato i soldi». Fu licenziato, diventò autista, la fidanzatina lo lasciò. Da allora cominciò ad appostarsi sotto casa di lei, solo per guardarla uscire e rientrare, senza mai parlarle. Qualche tempo fa, turbato dalla morte di suo padre per un tumore, s’era convinto di avere pure lui lo stesso male: lo raccontava agli amici e aveva rasato i capelli a zero per abituarsi all’aspetto che avrebbe avuto dopo la chemioterapia. Nella notte tra sabato 8 e domenica 9 luglio, nel viale di una villetta a schiera alla periferia di Borgo San Dalmazzo, cittadina con 11 mila abitanti in provincia di Cuneo.