Lionello Mancini, Il Sole-24 Ore 10/7/2006, 10 luglio 2006
Da una piccola Procura della Repubblica esempi e sperimentazioni di buona gestione pubblica. Il Sole-24 Ore, lunedì 10 luglio Indagare e risparmiare
Da una piccola Procura della Repubblica esempi e sperimentazioni di buona gestione pubblica. Il Sole-24 Ore, lunedì 10 luglio Indagare e risparmiare. Un occhio ai computer e uno alla cassa. Così si muove il referente informatico della Procura della Repubblica di Pisa, Giancarlo Dominijanni, 38 anni, calabrese, battesimo da magistrato a Locri, sostituto a Pisa da fine ’99. Non è un tecnico, Dominijanni, né un commercialista. Si sente anzitutto un magistrato e, subito dopo, un dipendente pubblico che maneggia soldi pubblici seguendo un chiaro ordine di priorità: primo, svolgere indagini e assicurare alla giustizia i cattivi; secondo, visto il ruolo di referente, mettere il proprio ufficio in condizioni di accedere ai più moderni ritrovati della tecnologia; terzo, non sprecare i soldi dei contribuenti. Ed è così che, sfruttando per prima in Italia i varchi aperti dalla burocrazia ministeriale, la Procura di Pisa ha abbattuto il costo di un’intercettazione dai 90-120 euro al giorno della fine Anni 90, agli attuali 16-18 euro al giorno. Vediamo come. La strategia. Quella di Pisa è una Procura di medie dimensioni, come tante in Italia. Il Capo, Enzo Iannelli, coordina sette sostituti con cui lavorano un nucleo di Polizia giudiziaria di una ventina di elementi e una cinquantina di amministrativi. Il bacino di utenza è di circa 375mila cittadini. A Pisa il volume di intercettazioni telefoniche non è certo stratosferico (una media di 10-20 utenze/giorno, più le ambientali), ma quel costo è pur sempre una voce che pesa sui conti della Procura, che intanto - come ogni altro Ufficio giudiziario - stenta a pagare le fotocopie e gli altri strumenti utili all’erogazione del servizio. Certo, le indagini non risentono della scarsità di risorse: c’è per fortuna il "modello 12", quel (benedetto) modulo in cui ogni sostituto elenca i costi di un’inchiesta e poi il ministero salda a pie’ di lista. Al suo arrivo a Pisa da Locri, Dominijanni incontra un ufficiale di Pg che si rivelerà un interlocutore fondamentale su ogni questione tecnico-informatica: il vicebrigadiere Fabio Antonio Burgio, 43 anni, nell’Arma da quando ne aveva 20, un patito di elettronica, hardware e software. Nel suo incarico di referente informatico, il giovane Pm comincia a chiedersi come può contribuire a migliorare il servizio. "Le indagini non possono essere limitate da problemi di costi né da problemi tecnici - rimuginava a esempio Dominijanni -. Le intercettazioni servono ad acquisire prove buone, che reggono in dibattimento. E ne serviranno sempre più. Ma possibile che costino così tanto?". Spese e mercato. Semplificando un po’, diciamo che il costo di una intercettazione ha due componenti: il noleggio delle apparecchiature e il pagamento delle prestazioni del gestore telefonico. Questo secondo punto è di competenza ministeriale e (pur in attesa di nuovi repertorio e tariffario) il costo è ormai sceso da circa 16-18 a 2,5-3 euro/giorno per ogni numero intercettato. Il versante su cui gli uffici periferici possono agire, magari ricorrendo a un po’ di managerialità, è quello del noleggio delle apparecchiature. Nel 2002, il ministero dirama due circolari: la prima fissa i requisiti di qualità e sicurezza per i sistemi informatici da adottare negli Uffici; l’altra detta le specifiche contrattuali per convenzioni pluriennali con i fornitori, selezionati dopo una ricerca di mercato su affidabilità, solidità, competenza, rapporto qualità/prezzo eccetera. Pisa parte subito con l’indagine di mercato, è la prima Procura in Italia a utilizzare questi nuovi strumenti. Seleziona le tre o quattro ditte migliori, chiama i loro rappresentanti e fa loro un discorso molto chiaro: "Cari signori, uno tra voi avrà l’onore di servire la Pubblica amministrazione, fornendoci i servizi di cui abbiamo bisogno. Ci sono delle novità: finora ogni sostituto procuratore contattava uno di voi a seconda delle necessità d’indagine; ciascun decreto portava a una singola fornitura. Bene, oggi vi chiediamo di predisporre un’offerta che sarà valida due anni per tutti i magistrati di questa Procura. Capite bene che l’affare è interessante. Ma, andando al sodo, ci aspettiamo da voi un bell’hardware nuovo e potente, il software più aggiornato ed efficiente che ci sia, le implementazioni che saranno necessarie nei prossimi due anni, la manutenzione e i vostri tecnici a disposizione in ogni momento. Tutto chiaro? Per questo primo biennio, il massimo che possiamo pagare per il servizio completo è 35 euro al giorno per numero intercettato. Fate bene i vostri conti, vince chi ci fa risparmiare di più. Ah! sia chiaro fin da ora: alla prossima gara il prezzo dovrà scendere, visto che i macchinari saranno già qui da due anni". Risultato: per il 2004-2005 la Procura spunta la fornitura a 29 euro, che poi scenderanno agli attuali 16 euro. Gioco di squadra. Ovviamente, nei suoi calcoli, il fornitore conta sulla continuità biennale e sul volume garantito dall’insieme dei magistrati della Procura (i quali, nell’ambito della convenzione continuano a firmare i loro singoli decreti che poi mettono a "modello 12"). Tanto che Dominijanni ha alzato il tiro, pensando alle intercettazioni ambientali. "Le dimensioni di una Procura come Pisa non possono fare massa critica rispetto a uno strumento così sofisticato. Ma proprio per questo, il nostro è un problema che ha ogni Procura medio-piccola. E allora perché non unirci in un unico fronte contrattuale?". Detto fatto: le Procure di Pisa, Lucca e Livorno hanno chiesto un’offerta ad alcune ditte specializzate in microspie e altre diavolerie simili per rifornire tutti e tre gli uffici. A condizioni ovviamente competitive rispetto al passato: per esempio la localizzazione Gps è passata da un costo di 280 a 98,40 _/giorno. E in questo taglio di costi, una piccola parte è da attribuire a un dettaglio economicamente poco "pesante", ma che la dice lunga sulle multiformi possibilità di migliorare la gestione del denaro pubblico: per funzionare, le microspie utilizzano una normale carta telefonica, che veniva acquistata (a parte) dallo stesso fornitore. "In pratica, era come comprarla in un’edicola. Allora abbiamo detto ai gestori: la carta telefonica ce la date voi al costo convenzionato praticato alla Pa. Non ha senso continuare a pagare di più. E così abbiamo tagliato del 90% i costi del traffico telefonico". Quanti altri Uffici hanno pensato alla stessa soluzione? Arretrati smaltiti. Ancora: in attesa dell’ormai imminente sperimentazione sul fascicolo penale informatico, il team Iannelli-Dominijanni-Burgio utilizza da qualche anno un software che ha fatto sparire il carico arretrato di alcune tipologie di processi. "Abbiamo messo in rete - spiega Dominijanni - dei programmi con collegamenti ipertestuali e moduli pre-impostati che agevolano la definizione dei procedimenti penali con richiesta di decreto penale di condanna, di archiviazione per oblazione, di rinvio a giudizio e citazione diretta. L’utilizzo di questi programmi ha reso sistematica la definizione di alcuni procedimenti penali, grazie all’indicazione dei reati più frequenti nella provincia di Pisa, per cui sia possibile in primis la definizione con un’istanza di oblazione, o con una richiesta di decreto penale di condanna e, infine, la predisposizione di uno schema in formato elettronico utilizzato per redigere su carta l’avviso di richiesta di rinvio a giudizio o citazione diretta, nonché della lista testi". I risultati? Numeri semplici e clamorosi: i 22.408 procedimenti pendenti nel luglio 2001 a carico di persone note, sono diventati 13.081 nel marzo 2003: "E oggi, a marzo scorso, i fascicoli pendenti sono 8.900, riusciamo a definirne più di quanti non ne arrivino". Dei vecchi computer e stampanti ancora funzionanti, che invece di essere restituiti vengono trattenuti con la formula del comodato d’uso gratuito, non vale la pena di parlare: si tratta di un dettaglio davvero minuscolo in un Ufficio pubblico che guarda all’efficienza come a un elemento irrinunciabile del servizio da rendere ai cittadini. Lionello Mancini