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 2006  luglio 13 Giovedì calendario

Nello Spezzino si realizza il sogno autarchico. La Stampa, giovedì 13 luglio Varese Ligure (La Spezia)

Nello Spezzino si realizza il sogno autarchico. La Stampa, giovedì 13 luglio Varese Ligure (La Spezia). Nella piazza scintillante sotto il sole, rallegrata dalle macchie colorate dei fiori sui balconi, un bimbetto in calzoncini e canottiera apre la bustina di figurine appena acquistata, trattiene in mano il lembo strappato e va a gettarlo nel cestino dei rifiuti, proprio in quello della carta. Neanche fossimo a Venezia dove in piazza San Marco ti fanno restituire il cartoccio del mangime per i piccioni così non finisce a far spazzatura per terra. Ma se la pavimentazione della piazza più bella del mondo è costantemente insozzata dalle orde turistiche, qui è tutto pulito, ordinato, ammodo come un salotto buono. «Questione di orgoglio. Noi non siamo di quelli che danno la cera in casa e poi fuori si comportano male tanto non è roba loro. L’intero paese è roba nostra, è casa nostra e vogliamo che sia la più bella possibile» dice il sindaco Michela Marcone, albergatrice, che due anni fa ha fatto staffetta con il sindaco storico, Maurizio Caranza, oggi vicesindaco nella lista civica di centrosinistra che dal ’90 continua a conquistare il 70% delle preferenze. Più che autosufficiente Sarà davvero questo il segreto che fa di Varese Ligure, comune della Val di Vara sbocciato su un nucleo bizantino, un’inconsueta, bella realtà che è riuscita a coniugare tradizione e avanguardia salvandosi dall’estinzione? Sarà per questo che i 2500 abitanti, quando hanno ospiti, li accompagnano a visitare i loro impianti di produzione di energia rinnovabile come fossero tappe di bella Italia da ammirare? Comunque sia, il risultato è che Varese Ligure è stato il primo comune in Europa a ottenere la certificazione ambientale Iso per «significativi processi di efficienza ambientale, assenza di inquinanti, anche acustici ed elettromagnetici, qualità dei servizi, valenza turistica. E due anni fa, a Berlino, è stata proclamata prima tra le comunità rurali europee per politiche ambientali e produzione di energia sostenibile. Già autosufficiente, da ieri Varese Ligure è in grado di soddisfare le necessità elettriche della Val di Vara grazie all’avvio del più grande impianto eolico della Liguria, quattro piloni di 70 metri che svettano sulle arrotondate sommità del passo della Cappelletta, verso i passo di Cento Croci, lungo l’Alta Via dei Monti Liguri, dove le pale confondono il loro fruscìo nel suono del vento. L’impianto è in grado di coprire ogni anno il fabbisogno energetico di diecimila persone. Nessuno emigra più «Non è stato facile» dicono un po’ tutti. Contro gli impianti eolici, infatti, si schiera parte del fronte ambientalista, soprattutto Italia Nostra, in nome dello skyline, il profilo paesaggistico, e gli animalisti per la migrazione degli uccelli. «Il futuro di Varese Ligure si regge su tre attività fondamentali - dice Caranza, anche presidente di Qualitambiente, associazione dei comuni e delle province certificate - l’agricoltura biologica, l’allevamento biologico e la produzione energetica». Un futuro che nasce dalle scelte fatte intorno agli anni Novanta, quando il paese e la valle stavano morendo e la popolazione continuava a ridursi. «Abbiamo capito che occorreva differenziarsi, puntare sulla qualità certificata». Così prima è partita la ristrutturazione urbana, con fondi europei che hanno mosso investimenti privati quadrupli, poi si sono costituite due cooperative agricole. Oggi nessuno va più via dalla Valle del Biologico, anche se il saldo demografico è negativo perché nascono solo 15 bimbi l’anno, è arrivata gente da fuori per dedicarsi all’agricoltura e all’agriturismo, i formaggi di Varese Ligure si vendono alla Coop e le carni dei bovini al pascolo sui crinali forniscono le mense scolastiche di Genova e Sestri Levante. La valle, curata dagli agricoltori, è bella e sicura dagli incendi. «Siamo al 30% di raccolta differenziata, abbiamo una nostra discarica, 21 acquedotti da sorgenti e acque trattate senza cloro ma con raggi ultravioletti - conclude soddisfatto l’ex sindaco - Gestiamo un piccolo impianto idroelettrico ed è pronto il progetto di una seconda centrale da costruire creando un piccolo invaso lungo un affluente del Vara». Non vi manca nulla? «La banda larga» risponde il sindaco Marcone. Alessandra Pieracci