MArina Verna, La Stampa 13/7/2006, pagina 18., 13 luglio 2006
Cercasi 401 disperatamente. Il donatore misterioso La Stampa, giovedì 13 luglio Non ha nome, non ha volto
Cercasi 401 disperatamente. Il donatore misterioso La Stampa, giovedì 13 luglio Non ha nome, non ha volto. Sul catalogo della banca del seme americana «Fairfax Cryobank» è indicato semplicemente come «Donor 401», donatore numero 401. Dispensa sogni: non d’amore, ma di maternità. E’ una provetta che feconda. Un curriculum che promette qualità. Un nome diventato marchio. Le donne che sono state fecondate da lui sentono il privilegio. E hanno creato il mito del padre perfetto. Altezza 1,95, occhi azzurri, pelle chiara che al sole non arrossa ma abbronza. Oltre che bello, sportivo - il miglior calciatore del college - e colto: ha un master postuniversitario e scrive poesie. Poi adora la mamma, che definisce «un raggio di luce». E ha antenati tedeschi. Come la metà dei 137 uomini nel catalogo Fairfax. Come il direttore della banca, che porta il tedeschissimo cognome Jaeger. L’ombra del razzismo La faccenda ha generato sospetti. Un influente commentatore neo-con, Chuck Colson, ha scritto quello che alcuni pensano: «Questa storia evoca Hitler e la sua politica per una razza superiore». I neonazisti americani della «Comunità nazionalista bianca» hanno trovato l’idea magnifica e dal loro sito invitano le «donne intelligenti» a scegliere un «donatore bianco di qualità come Donor 401». Bill Jaeger, imbarazzato, assicura che «vengono richiesti uomini di qualunque razza e colore». L’unico criterio è la salute: «Selezioniamo uomini tra i 18 e i 39 anni, risaliamo fino ai nonni per verificare che non ci siano malattie ereditarie, facciamo esami clinici accuratissimi e lunghi colloqui personali. Non più del 3 per cento supera i nostri esami». Se finisci sul catalogo Fairfax, hai una denominazione d’origine controllata. E le clienti lo sanno. Il mito di «Donor 401» l’hanno creato loro. In un certo senso, un atto di violenza. Lui è diventato una pop star suo malgrado. Se vede in giro un bambino con la scritta «My Daddy is Donor 401» sulla maglietta - si compra su Internet a 25 dollari - di certo sussulta. Per contratto aveva diritto all’anonimato e a non saper nulla della sua prole, ma non aveva messo in conto la curiosità delle «sue» donne. Che si sono cercate, alleate e adesso lo molestano da lontano: non gli chiedono di rivelarsi e neppure di pagare un assegno di mantenimento, ma lo costringono a pensare che ha decine di figli sparsi per l’America. E questo magari non gli fa piacere. Ufficialmente «Donor 401» ha avuto 25 bambini da 17 donne: tante sono quelle che si sono trovate attraverso un sito internet di scambio di informazioni sui padri biologici. Erano curiose non tanto di «lui», quanto l’una dell’altra. Hanno messo i propri dati in un file e nel giro di qualche anno si è formato un club molto esclusivo, una famiglia allargata dove i bambini sono tutti belli intelligenti e mammoni, le mamme si vogliono bene come sorelle perché - come ha detto Carla Schouten, manager di San José - «dobbiamo pure avere qualcosa in comune, se siamo state attirate dallo stesso uomo» e non ci sono i conflitti dell’harem: i bambini non sono nati da una notte d’amore, non c’è contesa né gelosia. Il club delle mamme Conquistare Donor 401 non è stato difficile per nessuna: bastava pagare i 175 dollari di una dose di seme. Il dottor Jaeger ne aveva un bidone pieno, chi entra nella sua scuderia si impegna a fornirne due campioni alla settimana, per un minimo di sei mesi. In cambio riceve ogni volta 150 dollari, ma se è laureato sono 200: le donne che si fanno inseminare - soprattutto le professioniste single - vogliono il meglio, e sono disposte a pagarlo. Per questo Fairfax arruola i suoi uomini nei college e molti studenti sono ben felici di finanziarsi così gli studi. Poi si laureano, trovano lavoro, si sposano e scompaiono. Anche «Donor 401» due anni fa si è ritirato. Inizialmente nessuno ci aveva fatto caso, era una sigla fra tante. Poi però il club delle mamme è finito in tv, accendendo vecchi e nuovi desideri. Jaeger ha dato fondo alle ultime riserve, che non sono bastate a saziare l’isteria. Ha provato a richiamare il suo eroe in servizio, ma quello ha detto no. Un paio di donne si sono ricordate di avere ancora qualche campione inutilizzato in fresco e l’hanno offerto gratuitamente per una lotteria. Gli ultimi esemplari di questa serie limitata e firmata arriveranno nei prossimi mesi. Chissà se con gli anni acquisteranno sempre più valore. Marina Verna