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 2006  luglio 13 Giovedì calendario

POMPA

POMPA Pio l’Aquila 15 febbraio 1951. Funzionario del Sismi. Quello che, nell’ambito del caso Abu Omar (l’Imam di Torino indagato per terrorismo internazionale rapito da agenti della Cia il 17 febbraio 2003 in via Conte Verde a Milano) avrebbe ingaggiato il giornalista di ”Libero” Renato Farina e messo sotto controllo i giornalisti de ”la Repubblica” Giuseppe D’Avanzo e Carlo Bonini. Il 4 novembre 2009 fu condannato a tre anni per favoreggiamento • «’Pio? Il Sismi… Pio? Non ci credo…”. Trasecolano oggi i suoi ex colleghi della Telecom di Pescara. L’ultima volta che l’avevano incontrato, era in occasione di una festa che Pio Pompa aveva dato nella sua villa a Casalpalocco, vicino a Roma, sette o otto anni fa. ”Voleva festeggiare con noi il suo pensionamento anticipato da Telecom e il suo nuovo incarico di consulente”. Niente male per un operaio entrato in azienda come tecnico delle giunture. Gran festa. Poi nulla più. Certo, per loro Pio Pompa, non era mai stato un dipendente come tutti gli altri. Da operaio, dell’allora azienda di Stato, la Sip, a super pagato consulente Telecom, non è da tutti. Così lo racconta chi ha lavorato con lui come Saverio Valerio, responsabile Cgil Telecom di Pescara. Adesso che il caso Abu Omar ha fatto saltare fuori il suo nome come funzionario del Sismi, al Cral Telecom di Pescara, c’è chi si stupisce e rilegge con occhi diversi la scalata professionale di quel tecnico. [...] costretto a seguire il padre (prima di lui dipendente Sip), da piccolo ha girato l’Abruzzo per alcuni anni per poi stabilirsi definitivamente a Pescara. Poco dopo aver raggiunto la maggiore età era riuscito ad ottenere il posto pubblico con in mano solo la licenza di terza media. Il diploma e la laurea li ha presi poi, strada facendo, quando l´azienda ha cominciato a fargli capire che contava su di lui per altri e ben più prestigiosi incarichi. ”Me lo ricordo Pio Pompa” racconta l’ex Rettore dell’Università di Teramo, Luciano Russi, ”era uno studente-lavoratore. Faceva l’operaio alla Sip, aveva tre figli e viveva a Spoltore”. I colleghi, fino agli anni 70, se lo ricordano in prima fila nelle battaglie sindacali. ”Un attivista” dicono. Il primo ad organizzare gli scioperi, a guidare il gruppo nella dolorosa vicenda del rapimento Moro. ”Era contro i terroristi”. Era riuscito a entrare a far parte del direttivo Cgil. Meno di nove da operaio. Poi negli anni 80 qualcosa cambia. Pompa lascia il sindacato e diventa ”un aziendalista”. Studia la sera, ottiene il diploma e lo nominano responsabile dell’area Pescara per l’ambiente e la sicurezza. Da tecnico passa a funzionario. ”Caparbio”, così lo descrivono, continua la sua scalata, e si mette sotto per ottenere anche la laurea. Forse sa già che la Telecom ha pensato per lui un incarico a Roma, alla direzione generale. Da funzionario Telecom, alla fine degli anni 90, ricordano i colleghi, va in pensione ma fa un altro scatto di carriera, diventa consulente. Nell’aprile nel 2004, raccontano le cronache giudiziarie, entra, definitivamente, nei ranghi del Servizio. Telecom dal canto suo, interpellata, nega che Pio Pompa abbia mai lavorato né come dipendente né come consulente per l’azienda e sostiene di aver controllato gli archivi a partire dal 1966. Ma fonti della Procura di Milano confermano: ”Pompa ha lavorato in Telecom”. E il segretario regionale della Cgil, Franco Leone chiosa: ”Pio Pompa? Qui al sindacato lo conoscevamo tutti. Non capisco cosa ci sia da smentire”. Si ricorda di lui anche Franco Genito, dirigente Telecom in pensione: ”Sono entrato in azienda nell’86. Stette con noi alcuni anni poi andò a Roma”. E lì a quanto pare si scordarono di lui» (Giuseppe Caporale, ”la Repubblica” 13/7/2006).