Fonti varie, 3 luglio 2006
Anno III - Centoventicinquesima settimanaDal 26 al 3 luglio 2006Forse nei prossimi giorni sarà impossibile trovare un taxi
Anno III - Centoventicinquesima settimana
Dal 26 al 3 luglio 2006
Forse nei prossimi giorni sarà impossibile trovare un taxi. Forse il governo cadrà prima della fine di luglio.
Taxi Il governo ha emanato due decreti legge, provvedimenti che entrano in vigore subito e che il Parlamento deve poi approvare ("convertire in legge") entro 60 giorni. Il primo di questi decreti ha suscitato una quantità di polemiche perché colpisce, tra gli altri, tassisti, farmacisti e banche, cioè tre lobbies, o categorie, molto potenti in Italia e che finora nessuno aveva osato toccare. Il provvedimento di Prodi e soprattutto del duo Bersani-Visco stabilisce tra l’altro che: chiunque possieda una licenza di taxi può andare in Comune e comprarsi altre licenze da distribuire tra i suoi dipendenti; le aspirine e gli altri farmaci che non hanno bisogno di ricetta potranno essere venduti anche in spazi appositi dei supermercati, però da farmacisti regolarmente assunti; le banche non potranno modificare i contratti con i loro correntisti senza averli informati per iscritto 30 giorni prima e dovranno inoltre adeguare automaticamente i tassi non solo quando a Francoforte salgono, ma anche quando scendono: i clienti avranno facoltà, se non sono d’accordo, di rescindere il contratto con la banca senza costi.
Taxisti Naturalmente tassisti, farmacisti e bancari si sono arrabbiati moltissimo. I tassisti sembrano i più arrabbiati di tutti. Permettere a chiunque abbia una licenza di mettere su un’impresa con tanto di dipendenti significare aumentare teoricamente all’infinito (cioè fino a quando ci sarà spazio sul mercato) il numero di taxi a disposizione. I tassisti dicono di guadagnare solo quarantamila euro l’anno di media, che la loro vita è un inferno, che la moltiplicazione delle licenze li ridurrà sul lastrico. Il governo ha risposto che in Italia c’è un taxi e mezzo ogni mille abitanti e all’estero invece 7. I taxisti annunciano uno sciopero di 24 ore in tutt’Italia per l’11 luglio, ma scioperi spontanei e blocchi ci sono già stati a Roma, Milano e Torino.
Gli altri Le banche lamentano un aumento dei costi, i farmacisti dicono che la salute non può essere tutelata nei supermercati. Il decreto Bersani-Visco liberalizza inoltre le panetterie (altre proteste, i panettieri sono sicuri che in questo modo il pane diventerà cattivo), impone alle compagnie di assicurazione di pagare direttamente i clienti anche quando hanno torto, permette di vendere l’auto senza passare dal notaio, abolisce il tariffario minimo dei professionisti (ognuno farà pagare quello che vuole, che è il principio fondante della concorrenza).
Regole Come abbiamo detto, trattandosi di decreto-legge, le norme sono già in vigore. E perciò tutti hanno sostenuto che il governo ha inflitto un grave vulnus alla democrazia, mettendo le varie categorie di fronte al fatto compiuto e non adottando il metodo della cosiddetta ”concertazione”. Qui Bersani ha dato una risposta talmente forte che avrebbe dovuto far parte del programma dell’Ulivo: "Sulle regole non ci può essere concertazione".
Reazioni A parte le categorie interessate, tutte più o meno mugugnanti, il provvedimento ha suscitato un mucchio di reazioni positive. Intanto le associazioni dei consumatori ("le famiglie si ritroveranno in tasca almeno 500 euro in più l’anno, perché la concorrenza indotta da queste nuove regole farà abbassare i prezzi"). Poi i giornali. E infine anche l’opposizione. L’Udc ha addirittura fatto capire che potrebbe votarlo, Il Foglio ha scritto: sono provvedimenti che il governo Berlusconi avrebbe dovuto adottare il primo giorno. Gli attacchi sono venuti, casomai, sulla parte del provvedimento più propriamente finanziaria, quella che fino all’altro giorno si temeva fosse una manovra pesante sulle nostre tasche. Il governo - con una serie di misure minime (tra cui la decisione di far pagare l’Ici sulle proprietà non di culto anche alla Chiesa) - ha invece realizzato una micromanovra di poco superiore al miliardo di euro. Cosa che ha fatto gridare l’opposizione: allora non è vero che i conti che vi abbiamo lasciato non erano a posto!
Afghanistan C’è poi il secondo decreto, quello che stanzia 488 milioni per le 28 missioni militari italiane all’estero, tra cui l’Afghanistan. Sette senatori del centrosinistra hanno dichiarato che non lo voteranno mai. L’Udc, che appartiene al centro-destra, ha invece dichiarato che lo voterà. Il voto (la ”conversione in legge”) è previsto per metà luglio. Se il decreto dovesse passare con il voto di un partito del centro-destra e il voto contrario dei parlamentari della sinistra radicale, si dovrebbe prendere atto che il governo si regge su una maggioranza diversa da quella che gli ha dato la fiducia. Prodi dovrebbe dimettersi e gli scenari possibili a quel punto impegnano molto più spazio di quello di cui dispongo oggi. Non bisogna credere che la caduta di Prodi sia un’ipotesi tanto peregrina: a sinistra infuria una lotta tremenda per accapararsi una quota di elettorato che viene valutata nel 15%. Marco Ferrando, il trotzkista che era stato eletto nelle liste di Rifondazione, ha lasciato Bertinotti e fondato il Partito comunista dei lavoratori. Nel Pdci Cossutta è allo scontro frontale con Diliberto, ha lasciato la presidenza del partito e non esclude di da dar vita a un’altra formazione politica. Idem quelli del Correntone diessino: Cesare Salvi ha già detto che, di fronte a certe scelte, sarà meglio lasciare i Ds. Andarsene - per intenderci - significa ”andarsene su posizioni di sinistra”. E dare soldi ai soldati italiani che stanno in Afghanistan non è sicuramente di sinistra.
Israele Il rapimento, da parte dei palestinesi, di un soldato israeliano ha fatto tornare alta la tensione in quella parte del mondo. Domenica gli israeliani hanno sparato un razzo contro la casa del presidente del Consiglio palestinese Ismail Haniyeh, a Gaza, ultimo atto di una serie di attacchi cominciati il 25 giugno, il giorno del sequestro. Haniyeh non era in casa e si è salvato. Ma il suo partito - Hamas - ha annunciato rappresaglie contro scuole, centrali elettriche, sedi istituzionali israeliane.
Bambine In Belgio, dove nove anni fa era stato scoperta una rete assai vasta e potente di pedofili assassini (gli orrori di Marcinelle), ci sono altre due bambine strangolate e uccise: Nathalie Mahy, 10 anni, e Stacy Lemmens, 7. Erano sparite dal 9 giugno, i corpi sono stati ritrovati mercoledì 28 giugno a Liegi. I due genitori (Nathalie è figlia di lei, Stacy figlia di lui) stavano bevendo alla brasserie Les Armuriers, le piccole intanto si divertivano a buttarsi giù da una piccola scarpata che costeggia la ferrovia. Erano le due di notte. L’assassino le ha prese, le ha portate in un angolo nascosto, ha violentato la più grande, ha strangolato tutt’e due, ne ha buttato i cadaveri nell’acqua di scolo di un tombino, dove sono stati trovati venti giorni dopo. La polizia ha arrestato Abdallah Ait Oud, che stava nel medesimo bar a bere e che secondo la polizia era anche strafatto di cocaina. Sempre la polizia fa sapere che l’uomo ha precedenti terribili, che è già stato in galera due volte per reati sessuali.
Pessotto Gian Luca Pessotto, 35 anni, sposato con due figlie di 4 e 7 anni, forte difensore della Juve e della Nazionale, s’è buttato da un abbaino di corso Galileo Ferraris, a Torino, dove è la sede della Juve. Non è morto e probabilmente si salverà. Gli inquirenti, i giornalisti, i compagni sono rimasti colpiti dalla meticolosità del gesto, evidentemente programmato fin dalla mattina: Pessotto s’è portato un rosario da casa e s’è buttato stringendolo in pugno. Prima ha ordinatamente allineato, accanto alla finestra, le chiavi della macchina e il telefonino. Ha fatto un volto di 20 metri, in piedi, impattando sull’Alfa 147 di Bettega e rimbalzando poi su una Lancia Phedra parcheggiata lì vicino. S’era ritirato dal calcio giocato e martedì scorso sarebbe diventato un dirigente della Juve. Cannavaro, Del Piero e Zambrotta hanno lasciato per qualche ora la Germania per correre al suo capezzale. Gli azzurri gli hanno poi dedicato la bella vittoria per 3 a 0 sull’Ucraina. Anche il corteo di juventini, che ha sfilato sabato 1° luglio per le vie della città, ha gridato slogan di incoraggiamento al povero calciatore, non si sa se depresso di suo o per contrasti con la moglie Reana o per l’addio ai campi di gioco.
Basso Ivan Basso, che aveva vinto il Giro d’Italia e avrebbe probabilmente vinto anche il Tour de France, è rimasto invece a casa perché il suo nome è saltato fuori in un’inchiesta spagnola sul doping. Assieme a lui, fuori anche Ullrich, Mancebo e Vinokourov, cioè la testa della classifica del Tour 2005 (che era stato vinto da Armstrong, assente quest’anno). Basso si proclama del tutto innocente. notevole il fatto che la decisione di ritirare questi campioni dalla corsa sia stata presa dalle loro squadre e non da una magistratura.
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