Stefano Agnoli, Corriere della Sera 5/7/2006, pagina 16, 5 luglio 2006
Crolla il valore dei giocatori Mercato impazzito, bilanci a rischio Corriere della Sera, mercoledì 5 luglio MILANO – Saldi, bilanci in bilico, di certo tanti milioni di euro buttati al vento e perdite onerose da ripianare
Crolla il valore dei giocatori Mercato impazzito, bilanci a rischio Corriere della Sera, mercoledì 5 luglio MILANO – Saldi, bilanci in bilico, di certo tanti milioni di euro buttati al vento e perdite onerose da ripianare. La prospettiva di un deserto insomma, con qualche avvoltoio che inizia già a girare sulla preda: una considerevole fetta del patrimonio giocatori del calcio italiano. Uno scenario neanche tanto pessimista se le richieste del procuratore federale Palazzi dovessero diventare realtà. Curioso: proprio mentre il Mondiale tedesco dà una bella spinta al rialzo alle quotazioni di atleti che giocano nei quattro club incriminati, la prospettiva di scivolare in B e in C crea una situazione diametralmente opposta. E finanziariamente pericolosa. Se Gianluigi Buffon viene rivalutato dopo le parate con Repubblica Ceca e Ucraina a 30 milioni di euro, il roccioso Cannavaro risale a 10 e il risorto Toni va a 25 milioni, un meccanismo economico molto semplice è destinato a ridimensionare il boom: mettere contemporaneamente sul mercato i gioielli di famiglia ne deprezzerebbe le quotazioni, creando minusvalenze, minor consistenza patrimoniale e la necessità di «tappare» eventuali falle con denaro fresco. Per chi ne ha la possibilità. Scendere di categoria comporta minori ricavi per i club. In termini di incassi dal pubblico, ma verosimilmente anche per sponsorizzazioni e diritti televisivi, soprattutto nel caso di discesa in C. Ecco allora la necessità di comprimere i costi. Ovvero – questo il punto – di cedere giocatori che per di più pesano in bilancio con ingaggi elevati. «Di certo non potranno finire tutti al Real Madrid» spiega Claudio Pasqualin, procuratore e esperto di mercato «anche se il condor che vola sul campionato italiano ha soprattutto la "camiseta blanca"». Chi rischia più di tutti, ovviamente, è la Juventus, nel caso di naufragio in serie C. Nell’ultimo bilancio annuale (a giugno 2005) i «diritti pluriennali alle prestazioni sportive dei calciatori» valevano 147 milioni. Una somma che dà consistenza all’attivo di bilancio e che viene ammortizzata ogni anno. Prendiamo come esempio il caso di Buffon: pagato 54 milioni e mezzo ne valeva un anno fa 21,5 e ora, dopo aver rinnovato fino al 2010 il contratto, dovrebbe essere intorno ai 15. Presumibile che il portierone non voglia seguire la Juve in C, ma ogni euro in meno incassato rispetto alla valutazione di bilancio di quest’anno sarebbe per il club bianconero una perdita secca da sopportare. E quando le perdite superano il capitale sociale, o si mettono nell’azienda soldi freschi oppure, è questione di tempo, si fallisce. Così, se si guarda agli stranieri come ai primi destinati a fare fagotto, Emerson dovrebbe oggi essere in bilancio a 16 milioni (pagato 32), Trezeguet l’anno scorso ne valeva 4,2, Ibrahimovic dovrebbe essere oggi tra 8 e 9 (pagato 17 milioni). Discorso analogo per gli altri club, Milan in testa. «Giù le mani da Kakà», ha tuonato Adriano Galliani dopo le voci dell’interessamento del nuovo patron madridista, Ramon Calderon. Ma 4 milioni di ingaggio da spendere, per una valutazione «di mercato» di 55 milioni del fantasista rossonero sono un valido argomento anche per un club attrezzato economicamente come il Milan. Certo, la Fininvest e Berlusconi potrebbero scegliere di puntare su un rapido ritorno in serie A e poi in Europa, magari ricorrendo al sistema del prestito e cercando di convincere parte della rosa (ma Nesta ad esempio ha un ingaggio di 4 milioni e sul mercato una valutazione di 15) a un anno di calvario. Sopportando però un «costo del personale» di tutto rispetto: 145 milioni nel solo 2005. E così via per la Fiorentina dei Della Valle, che nel patrimonio avrà quest’anno tra i pezzi pregiati Valeri Bojinov a circa 9 milioni e Luca Toni intorno a 8 milioni. O la Lazio di Claudio Lotito, che aveva il bomber Tommaso Rocchi in bilancio a 2,9 milioni, e lo svizzero-kosovaro Varon Behrami a 5 milioni. E gli «avvoltoi»? Oltre a quello con la «maglietta bianca» indicato da Pasqualin, le indicazioni portano, ovviamente, in Inghilterra. Il Chelsea di Roman Abramovich sembra già soddisfatto di Andriy Shevchenko, ma a prezzi di saldo non disdegnerebbe di rinforzare i ranghi. Così come il Manchester United del miliardario Usa Malcolm Glazer e l’Arsenal. Ma anche tra diversi club francesi (il Paris Saint Germain da poco nelle mani della cordata Colony Capital e Morgan Stanley, e il Monaco) e tedeschi (Bayern) i soldi non mancano. E poi non va trascurata la pista dei magnati russi e ucraini: da Alexei Fedorychev della Dynamo Mosca, sponsor anche del Monaco, a Rinat Akhmetov, l’industriale metallurgico che ha rilanciato lo Shaktar Donetsk. Stefano Agnoli