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 2006  luglio 01 Sabato calendario

Cameramen, corrieri, studi: ecco la propaganda del califfo. Corriere della Sera, sabato 1 luglio Prima Al Zawahiri, poi Osama

Cameramen, corrieri, studi: ecco la propaganda del califfo. Corriere della Sera, sabato 1 luglio Prima Al Zawahiri, poi Osama. Due messaggi nell’ arco di pochi giorni dimostrano la volontà dei qaedisti di mantenere viva la fiamma della propaganda. Un obiettivo conseguito attraverso una macchina ben oliata che ha due motori. Il primo è la casa di produzione di Al Qaeda «Al Sahab» (le nuvole) che distribuisce video e nastri a ripetizione. Oltre 30 nell’ ultimo anno, spaziando dal Califfo della Montagna, Bin Laden, alle azioni dei guerriglieri. Il secondo è formato da una catena umana di cameramen, ingaggiati di volta in volta da emissari di Al Zawahiri. Uno di loro, l’ afghano Youssef, ha fornito dettagli interessanti su come i capi qaedisti fanno pervenire i loro appelli. L’ uomo ha rivelato di essere stato contattato nel gennaio di quest’ anno da un corriere che gli ha detto: «L’ emiro vuole mandare un messaggio». Youssef, seguendo le indicazioni dell’ intermediario, ha raggiunto un’ area dove è stato agganciato da un altro mujahed che lo ha portato al cospetto di Al Zawahiri. «Era tutto pronto. Ho registrato mezz’ ora di messaggio con la mia piccola videocamera», ha spiegato l’ afghano. Secondo Youssef, i qaedisti usano sei-sette cameramen (alcuni sono arabi) e scelgono quello più vicino al nascondiglio del momento. Gli operatori sono di fiducia e sono ovviamente dei simpatizzanti della causa jihadista. Una volta pronto, il video viene consegnato, sempre attraverso dei corrieri, alle emittenti satellitari arabe. In alternativa, i seguaci di Osama lo inviano attraverso Internet. Youssef afferma che molti video sono lavorati da piccoli team di tecnici. La «Al Sahab» dispone infatti di un pulmino attrezzato a studio televisivo per confezionare Cd-rom sulla guerriglia. Prima li distribuiscono nei bazar nell’ area afghano-pakistana, quindi in Medio Oriente. Fonti americane hanno stimato che per far recapitare un messaggio di Osama possano servire dalle 6 alle 12 settimane. In realtà, nell’ ultimo anno la Al Qaeda Broadcasting ha ridotto i tempi a una ventina di giorni. Il racconto di Youssef ha sollevato l’ interesse degli esperti, anche se c’ è chi si è chiesto perché mai l’ afghano abbia deciso di mettere in piazza informazioni pericolose per i suoi «clienti». Guido Olimpio