Varie, 3 luglio 2006
APONTE
APONTE Gianluigi Sorrento (Napoli) 27 giugno 1940. Armatore. La sua, da generazioni, è una famiglia di padroncini che trasportano merci tra Napoli, Massa e Sorrento. I genitori si trasferiscono in Somalia, dove gestiscono un albergo. La morte del padre li costringe a tornare in Italia, nel 1945. Nel ”60 si diploma all’istituto Nautico di Piano e comincia a lavorare sui vaporetti Napoli-Capri. Nel ”69 si sposa con una giovane svizzera figlia di un banchiere e si trasferisce a Ginevra, dove lavora in un’agenzia di gestione fondi. La voglia di mare è troppo forte: in società con un cliente Aponte compra una vecchia nave tedesca e fonda la «Aponte Shipping Company», una compagnia che svolge servizio sulla rotta Italia-Somalia. La Msc (Mediterranean Shipping Company) di Aponte trasporta con oltre 300 navi più di tre milioni di container in un anno e controlla un movimento merci valutato in 4,5 miliardi di dollari. Dispone anche di 8 navi da crociera. «[...] ex comandante di vaporetti [...] che oggi viene considerato uno dei più grandi armatori a livello internazionale. La sua Msc, società di famiglia non quotata in borsa con sede a Ginevra, possiede infatti 310 portacontainer, senza contare le otto navi da crociera. la seconda flotta al mondo, ormai con il fiato sul collo alla leader di mercato nei container, la danese Maersk Sealand. E cresce del 30-40% l’anno. L’ultimo bilancio parla di un fatturato di 8 miliardi di dollari e di 35 mila dipendenti. Fra di essi gli italiani sono circa diecimila, quasi tutti del sud. Capitani e ufficiali provengono quasi tutti dalla penisola sorrentina, storicamente terra di ottimi marinai. ”Fra di noi ci si capisce meglio” dice Aponte. A lui si rivolgono direttamente con i telefoni satellitari tutti i capitani delle sue navi per qualsiasi problema, giorno e notte. Può essere un tifone nel mar della Cina o il rischio di un attacco di pirati davanti al Corno d’Africa. E l’armatore più riservato e schivo del mondo. A Londra, negli ambienti dello shipping lo chiamano ”The Stealth Lighter” (il combattente invisibile). [...] ”[...] Dopo una lunga esperienza nella flotta Lauro, ero primo ufficiale su un vaporetto Napoli-Capri e lì è scattato il colpo di fulmine. Per una bella turista svizzera, Rafaela Diamant Pinas, figlia di un importante banchiere ginevrino. Ci siamo sposati e mi sono trovato dietro una scrivania a fare il consulente finanziario. Ma continuavo a sognare di stare su una nave. Come ho fatto a tornarci? Convincendo un mio cliente a comprare, in società, una vecchia carretta da carico tedesca da 2800 tonnellate. Poi restai solo e passai alla seconda nave. La chiamai ”Rafaela’ come mia moglie. Ero partito con un investimento di soli cinquemila dollari. Ma mi resi presto conto che comprare vecchie navi, restaurarle, rimetterle sul mercato, era un buon affare. Nell’87 acquistai ciò che restava della Flotta Lauro, diventata Starlauro. Su quelle navi ero diventato Comandante. Fu un acquisto legato anche ai sentimenti. Fra le altre c’erano anche unità da crociera, come la famosa Achille Lauro. Fu il timido inizio in quel settore. Quando cominciò la vera crescita? Proprio negli anni 80. Allora avevo 20 navi ma di tipi diversi. Intuii che il futuro sarebbe stato delle portacontainer. Vendetti ciò che avevo e con quei soldi comprai le prime unità. stata la scelta vincente. Ora ne ho 310 e in questi giorni ne ho ordinate altre sedici ai cantieri coreani [...] Fermo restando che il corebusiness resta quello delle portacontainer, intendo, come tutte le cose che faccio, puntare al successo con investimentio adeguati. Siamo partiti con tre navi nel 1995. Ora che è arrivato l’Msc Musica sono diventate otto. Fra quattro anni saranno dodici [...]”» (Vincenzo Zaccagnino, ”La Stampa” 3/7/2006).