varie, 2 luglio 2006
MARTELLI
MARTELLI Augusto Genova 15 marzo 1940. Musicista. «[...] è forse l’esponente più celebre della ”muzak” italiana. Artista celebre negli anni Settanta (sia per la sua musica, soprattutto lo straordinario hit di Il dio serpente; sia per la sua vita privata, con Mina), oggi non è più sotto i riflettori ma continua a lavorare e produrre musica. Sono infinite le sigle televisive che conosciamo a memoria e che Martelli ha scritto, e altrettante le musiche di sottofondo, di commento, le colonne sonore, che il musicista ha realizzato e realizza. E delle quali va fiero. ”Come lavoro? Come tutti quelli che fanno un lavoro su commissione e che non hanno bisogno del momento di ispirazione, se sanno fare il loro mestiere. Il musicista vero deve saper fare tutto, muoversi rapidamente anche in condizioni difficili. E invece oggi sembra che chiunque prenda una chitarra in mano possa dire di essere musicista, vengono chiamati ’maestri’ dei perfetti analfabeti e sono in troppi quelli che rubano il lavoro ai musicisti veri [...] Io scrivo sempre dei pezzi pensando che possano diventare dei successi e piacere alla gente. Ad esempio la sigla di Serie A, il programma televisivo che è stato di Bonolis prima e di Mentana dopo, era parte di una ventina di brani di sottofondo che io avevo composto per la ’library’ di Canale 5. Guardando la tv ho visto che lo avevano scelto come sigla e ne sono stato molto contento [...] all’estero chi lavora come me ottiene grandi riconoscimenti. [...] nel 1971 venne da me la commissione interna della Scala di Milano perché bisognava fare dodici pezzi per Sinatra e la Barton Music (un editore specializzato in musiche di commento per cinema e tv, che all’epoca forniva brani al grande cantante americano, ndr). Scelsero me, c’era pochissimo tempo. Realizzai dodici pezzi in due giorni, a Milano con l’Orchestra della Scala, feci tutti gli arrangiamenti, andò benissimo. Adesso quelli che vanno a Sanremo si mettono in dodici autori e ci mettono un anno a scrivere una sola canzone [...] Le voglie me le sono levate, mi manca solo l´Oscar [...] Ho un orchestra che è la fine del mondo, con dei bravissimi musicisti che insieme a me sanno passare dal classico al jazz, al pop. Un bravo cuoco deve essere così, anche se gli ordinano delle uova al tegamino le fa nella maniera migliore”» (Ernesto Assante, ”la Repubblica” 2/7/2006).