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 2006  giugno 25 Domenica calendario

Il superstipendio del direttore degli Uffizi. Il Sole 24 Ore 25 giugno 2006. Scoperta finalmente l’origine della falla nei conti pubblici che rende necessaria la «manovra bis» : lo stipendio del direttore degli Uffizi

Il superstipendio del direttore degli Uffizi. Il Sole 24 Ore 25 giugno 2006. Scoperta finalmente l’origine della falla nei conti pubblici che rende necessaria la «manovra bis» : lo stipendio del direttore degli Uffizi. da lì che il ministro Padoa Schioppa dovrebbe cominciare a tagliare. Antonio Natali, 54 anni e tre figlie, ha coronato pochi giorni fa la sua lunga carriera nella Galleria fiorentina, rinunciando a una cattedra universitaria in Storia dell’arte. Ne valeva la pena: guadagnerà 1.600 euro al mese. Una cifra esorbitante, scandalosa. Pensate, quasi quanto un minuto di una showgirl, circa il 10% di una risposta esatta ad «Alta Tensione» , e ben il 3 per cento della paga di un presidente di Rai Corporation. Una vera enormità per il responsabile di un modesto museo di provincia, con appena 1.700 tra quadri e statue di artisti minori come tal Piero di Vattelapesca e un’audience giornaliera che non supera le sei settemila persone: neppur lontanamente paragonabile ai record di quel centro di irradiazione della cultura che è il palazzone di Viale Mazzini, sui cui divani si adagiano le Muse. Il professor Natali ha ben poco da recriminare. Si è guardato allo specchio? Non sarebbe certo capace, lui, di presentare un quiz, men che mai di accavallare le gambe su un trespolo o di correre dietro un pallone. Non ha mai fatto il portaborse di nessun onorevole, né risulta iscritto all’Ordine Mauriziano. E in ogni caso, se 1.600 euro al mese gli sembrano pochi, può sempre organizzare qualche mostra e scrivere un bel saggio per il catalogo. Cosa pretende, di guadagnare quanto il direttore del British o del Louvre? Lui non dirige un museo, è soltanto un funzionario del «Polo museale» , uno qualunque dei tre milioni di dipendenti pubblici italiani. Intervistato da Gianfranco Micali del «Tirreno» , Natali ricorda che suo padre, un facoltoso insegnante del liceo di Piombino, gli inculcò fin da bambino la passione per l’arte: «Acquistava i Maestri del colore e fascicolo dopo fascicolo mi interrogava: " Questo di chi è?"». Non poteva regalargli le figurine Panini dei calciatori, o un abbonamento allo stadio? Il piccolo Antonio avrebbe scoperto, invece del Pontormo, la vocazione per il dribbling, e si sarebbe avviato a una carriera assai più promettente e soprattutto meno onerosa per l’Erario. Speriamo che adesso, per pagare lo stipendio a Natali, a qualcuno non venga in mente di taglieggiare i compensi del povero Meocci o della Gregoraci con una speciale « Art tax » . O magari di investire negli Uffizi una parte dei soldi sequestrati ai furbetti di Bancopoli o di Calciopoli. Sarebbe una misura indegna di un Paese come il nostro, che ha sempre tenuto in così gran conto la cultura. Riccardo Chiaberge