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 2006  giugno 30 Venerdì calendario

Povero Petrolini trasformato in attore "drammatico". La Repubblica 30 giugno 2006. Il colmo del pudore, raccontava Petrolini, è arrossire guardando il di dietro di un palazzo

Povero Petrolini trasformato in attore "drammatico". La Repubblica 30 giugno 2006. Il colmo del pudore, raccontava Petrolini, è arrossire guardando il di dietro di un palazzo. E chissà cosa avrebbe commentato il re dell´avanspettacolo trovandosi davanti alla targa di marmo che lo ha elevato agli onori della toponomastica. La strada è ai Parioli, tra piazza delle Muse e Villa Ada. Petrolini, ritrovandosi accanto un largo Fregoli e una via Anna Magnani, non avrebbe probabilmente nulla da ridire sulla compagnia. Ma di certo avrebbe da commentare la qualifica che gli è stata attribuita e che è lì, da anni, scolpita sotto il suo nome: «Via Ettore Petrolini, attore drammatico». Drammatico? Drammatico. Gigi Proietti ha appena riportato sulla scena del teatro Brancaccio alcuni dei classici del repertorio petroliniano. E l´occasione, con tanti articoli dedicati al sessantesimo anniversario della morte dell´artista, potrebbe essere quella giusta per riparare a un torto. La commissione toponomastica del Comune di Roma negli ultimi anni ha dimostrato una certa sensibilità per il mondo dello spettacolo, dedicando strade ad attori e autori (Gassman, Mastroianni, Zavattini, Flaiano). E un intervento a favore di Petrolini sarebbe in fondo abbastanza semplice. Basterebbe una piccola correzione. Perché, esclusa la possibilità di trascrivere su una targa ufficiale la definizione che l´artista dava di se stesso («Sono un poeta estemporaneo, un improvvisatore, un imbecille»), ci si potrebbe limitare a un paio di scalpellate. Una semplice cancellatura, per rendere onore alla memoria romana e romanesca. Nei verbali della commissione, a giustificare l´intervento, sarebbe sufficiente trascrivere - «Ho comprato i salamini e me ne vanto...» - qualche esempio dei versi di un tizio che, quando lo acclamavano discendente dalla Commedia dell´arte, commentava: «Io veramente discendo solo dalle scale di casa mia». E non si dia ascolto a chi potrebbe opporsi mettendo a verbale che, alla fin fine, Petrolini ha interpretato anche l´Amleto. Interpretato, per l´appunto: «Io sono il pallido prence danese, che parla solo, che veste nero, che si diverte nelle contese, che per diporto va al cimitero...». Povero Petrolini. Sembra di sentirlo arrovellarsi nella tomba. Drammatico? A chi? Luca Villoresi