Il Sole 24 Ore 18/06/2006, pag.32 Dean T. Jamison, 18 giugno 2006
Il prezzo della malaria. IL Sole 24 Ore 18 giugno 2006. Lo scorso aprile è stata presentata a Pechino la seconda edizione del Disease Control Priorities in Developing Countries, un progetto congiunto della Fogarty International Center, del National Institutes of Health (NIH) degli Stati Uniti, dell’OMS e della Banca Mondiale
Il prezzo della malaria. IL Sole 24 Ore 18 giugno 2006. Lo scorso aprile è stata presentata a Pechino la seconda edizione del Disease Control Priorities in Developing Countries, un progetto congiunto della Fogarty International Center, del National Institutes of Health (NIH) degli Stati Uniti, dell’OMS e della Banca Mondiale. Si tratta di tre ponderosi tre volumi, pubblicati grazie al finanziamento della Fondazione Bill e Melinda Gates, che analizzano 300 interventi finalizzati a fronteggiare problemi di salute pubblica nei Paesi in via di sviluppo, sulla base di un’analisi costi-benefici. Il DCP è stato presentato venerdì scorso (proprio il giorno in cui Bill Gates annunciava il proprio ritiro nel 2008) all’Accademia Nazionale dei Lincei, a Roma, da Dean Jamison, professore di Economia Sanitaria presso l’Università di California a San Francisco. Pubblichiamo un suo articolo in cui espone i contenuti del suo intervento. Il veloce declino dei tassi di mortalità e il miglioramento generale della salute sono tra i progressi meno decantati anche se più significativi del Novecento. Tra il 1960 e il 1990, in ogni decennio l’aspettativa di vita è aumentata di 6,3 anni nei paesi a reddito medio-basso e di 2,3 anni in quelli a reddito elevato. Una bambina nata, per esempio, in Cile nel 1910 poteva sperare di vivere fino a 33 anni. Da allora la sua aspettativa di vita è più che raddoppiata. Per la bambina che nasce oggi è di 78 anni. Per lei, che cosa significa? La probabilità di morire prima del suo quinto compleanno è scesa dal 36 a meno del 2%. sempre meno probabile che muoia di parto o di tubercolosi da giovane, o di cancro una volta raggiunta la mezz’età. Anche se è più difficile da quantificare, una migliore qualità della vita accompagna la riduzione della mortalità. Lei potrà scegliere di avere meno figli, di passare meno tempo in gravidanze e per allevarli: da una media di 5,3 figli a metà del secolo scorso, la fertilità delle donne cilene è scesa attualmente a 2,3. Avrà infezioni più rare, soffrirà meno di anemia, sarà più alta e robusta, avrà la mente più sveglia. Vivrà non solo più a lungo ma anche in migliore salute. Questi miglioramenti spettacolari sono stati possibili senza aumenti consistenti del reddito. Nei primi anni del secolo scorso, i livelli di reddito negli Stati Uniti erano pressappoco uguali a quelli del Cile odierno, eppure la vita media degli americani era più breve di 25 anni. Nuove conoscenze, nuovi vaccini e farmaci hanno portato, senza troppa spesa, a grandi guadagni in salute che un tempo erano impensabili anche per le fasce ad alto reddito. Ma anche se questi guadagni oggi sono possibili, il loro potenziale non si realizza senza i giusti provvedimenti e sistemi sanitari. Se la dimensione dei guadagni potenziali era chiara già nei primi anni Novanta, oggi lo è ancora di più, ogni volta che i sistemi sanitari si concentrano nel rendere accessibili interventi potenti, sebbene a basso costo. Con la globalizzazione, si sono diffuse le conoscenze su tali interventi e sui modi in cui i sistemi sanitari possono fornirli. Molto più del livello di reddito, è la velocità di questa diffusione a determinare i progressi sanitari compiuti da un singolo paese. Proprio per accelerarla nei paesi in via di sviluppo, nel 2001 la Banca mondiale, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il Centro internazianale Fogarty che fa parte degli Istituti nazionali per la sanità degli Stati Uniti, e la Fondazione Bill & Melinda Gates hanno lanciato il Disease Control Priorities Project (Dcpp). Quest’anno, il Dcpp ha pubblicato due importanti volumi sulla valutazione dell’aggravio globale dovuti ai fattori di rischio e di malattia, e sull’efficacia in termini di spesa di oltre 300 interventi per contrastarli. I risultati dovrebbero interessare i responsabili politici sia nei paesi come il Cile, dove i tassi di mortalità sono bassi, che in quelli dove sono tornati ad aumentare per via dell’Aids, o dove la mortalità infantile e quella delle partorienti rimane tuttora elevato. L’analisi costi-efficacia in campo sanitario vuol essere una guida basata su dati concreti, che misura per esempio l’effetto ottenuto con alternative diverse e con una stessa spesa di un milione di euro: quante morti saranno evitate? Quanti anni di vita in buona salute saranno guadagnati? Tra l’altro il Dcpp ha collaborato con tre specialisti italiani dell’Organizzazione mondiale della sanità, con risultati che illustrano la natura delle nostre conclusioni. Il dottor Lorenzo Savioli dirige i programmi che si occupano delle infezioni tropicali dei bambini e in particolare di quelle che ne indeboliscono centinaia di milioni nel mondo e sono causate da vermi. I dati del Dcpp confermano e ampliano quelli dell’Organizzazione mondiale della sanità: se fossero disponibili medicine poco costose, quei bambini crescerebbero più sani, andrebbero a scuola più regolarmente e con maggior profitto. Insieme al dottor Benedetto Saraceno, che dirige i programmi sulle malattie neurologiche e psichiatriche, il Dcpp ha dimostrato che nei paesi in via di sviluppo queste malattie hanno un’incidenza enorme eppure trascurata. In certi casi, come quello dell’epilessia, un milione di euro basterebbe a comprare tanta salute, per altri come la schizofrenia il ritorno è molto più modesto. Ormai la malaria non devasta più né l’Italia né il Nord America, ma ogni anno uccide ancora oltre un milione di persone in Africa e gli economisti hanno dimostrato che ne rallenta notevolmente lo sviluppo economico. Di recente, l’Organizzazione mondiale della sanità ha chiamato nuovi dirigenti per ridare slancio all’iniziativa Roll Back Malaria, tra cui il dottor Sergio Spinaci, al quale il successo del programma contro la tubercolosi deve molto. Con lui, i suoi colleghi e ricercatori universitari di Londra e di altri centri, il Dcpp ha mostrato che una morte per malaria può essere evitata con meno di mille euro. Un’opportunità straordinaria per cogliere la quale l’équipe del dottor Spinaci sta intensificando i propri sforzi. Sono esempi, e ciascuno importante, delle valutazioni fatte dal Dcpp per centinaia di provvedimenti che spaziano dalla chirurgia alla posa di dossi rallenta-traffico sulle strade e alla prevenzione delle malattie cardiocircolatorie. La responsabilità per una spesa sanitaria avveduta spetta ai paesi in via di sviluppo, ma i programmi di assistenza internazionale, in Italia come altrove, in collegamento con quelli dell’Organizzazione mondiale della sanità e altre agenzie simili possono produrre miglioramenti significativi e durevoli. Dean T. Jamison