varie, 26 giugno 2006
BRIGIDA
BRIGIDA Tullio Civitavecchia (Roma) 1956 (~) L’uomo che nel ”94 uccise i figli Laura (12 anni), Armando (7) e Luciana (3) per far dispetto alla moglie • «[...] stata la madre Stefania Adami, ad affidarli al suo ex marito, convinta - dirà poi - dell’affetto che legava l’uomo ai figli. Il 4 gennaio sarà il giorno del-l’ultima telefonata dei bambini alla madre: sono in una casa a Civitavecchia con il padre e moriranno avvelenati dal monossido di carbonio. I corpi saranno ritrovati solo 15 mesi più tardi, il 20 aprile ”95 e dopo molti depistaggi di Tullio Brigida, che fino a pochi giorni prima aveva continuato a dire ”i bambini sono vivi e stanno bene”. In quei quindici mesi, Brigida cambierà versione più volte. [...]» (La Stampa 26 giugno 2006) • «[...] Quante volte Stefania era andata dai carabinieri, alla polizia a denunciare quel marito aggressivo, dominato da un padre padrone, che scaricava su di lei la sua frustrazione. Ma ai bambini non aveva mai, fatto del male ai bambini: ”Non li aveva mai picchiati, non gli aveva mai fatto mancare niente. Era affettuoso, anche troppo possessivo. E severo, come il padre era stato con lui. Rigido sui loro orari, sugli amici che avevano. Voleva tenerli sempre con sé. No, non avrei mai potuto immaginare...”. Una volta erano state tredici le coltellate, ma non bastarono a farla decidere a chiudersi dietro la porta di quella casa del Trullo, periferia sud della capitale, dove viveva insieme ai suoceri. Poi la decisione, presa nei primi giorni del dicembre del 1993, quando al pronto soccorso le tamponarono l’ultimo doloroso insulto: un naso rotto. Tornò dai genitori, ad Isola sacra, decisa a portare avanti una separazione morbida. Per questo, quella domenica, diede i figli al padre. ”Pensavo che i miei suoceri mi avrebbero protetta...”, raccontò allora. [...]» (Maria Corbi, ”La Stampa” 26/6/2006).