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 2006  giugno 24 Sabato calendario

NAVA Pinuccia (Giuseppina) Roma 4 gennaio 1920, 22 giugno 2006. Attrice. «Scaramacai, il pagliaccio dalla maglia a righe e dal sorriso triste, il clown amatissimo dai bambini che tra i 50 e i 60 vedevano il programma nazionale Rai

NAVA Pinuccia (Giuseppina) Roma 4 gennaio 1920, 22 giugno 2006. Attrice. «Scaramacai, il pagliaccio dalla maglia a righe e dal sorriso triste, il clown amatissimo dai bambini che tra i 50 e i 60 vedevano il programma nazionale Rai. [...] nipote, figlia e sorella d’arte [...] Era l’anziana delle romanissime Nava, ”ditta” del teatro di rivista, prima in coppia con Diana e poi in trio con Lisetta nel ’40: debuttarono al Puccini di Milano, poi a Roma con Totò, la Osiris e Fabrizi. Successo, tournée all’estero, entusiasmando col DNA del teatro all’antica italiana Svezia, Polonia, Danimarca e la Germania nazista: facevano un numero di un’ora, Pinuccia imitava il violino, poi ballavano il tip tap. E ci portarono le novità: il boogie woogie, In the mood e Porter, fingendo, per l’autarchia fascista, che fossero pezzi loro. Nipoti di un nonno col circo e figlie d’un comico di cafè chantant, Giuseppe Ciocca, perseguitato anti fascista (Brugnoletto l’aveva soprannominato il poeta Trilussa) le Nava furono le anti soubrette (’soubrette è un brutto nome, servetta...”), già allora in jeans: volevano far ridere e non sognare con lo chiffon. Dicevano di avere un caratteraccio, di essere tre donne sole, ma facevano la passerella correndo come ai 100 metri. Insieme, nei ’50 (poi si aggiunse la giovane Tonini) furoreggiavano in spettacoli in cui le tre ragazze irresistibili, spesso molto poco femminili, occupavano lo show senza toilettes ma con vis comica e travestimenti circensi. La critica le chiamava frenetiche, indiavolate, petulanti, monellesche. Dopo tanta fatica e teatro, la fama per Pinuccia arrivò in tv con un clown classico e felliniano, Scaramacai, nome da guitto, ripreso dalla coppia Simonetta e Zucconi nella rivista Casanova in Casa Nava. Lo sketch col clown era però nato in famiglia, era il loro Godot: tre suonatori ambulanti con un organino. Il pagliaccio era come sempre l’abbiamo pensato, triste e allegro, risata pronta e rimmel che cola, anticipando lo Sbirulino della Mondaini. Scaramacai fu popolarissimo, al Carnevale di Viareggio ebbe un suo carro ed anche un suo marketing di bambolotti, statuine, gadget. Diventò ospite d’onore tv di programmi serali: la Nava restò prigioniera di questo buffone in cui mise il senso e il sentimento di una carriera: famoso lo Scaramacai contro la Befana. In scena le tre sorelle si completavano a vicenda, da maschere: Diana era la più giunonica, Lisetta la più birichina e vezzosa, Pinuccia la più attrice. Recitarono con Taranto, tre volte con Macario e in Pirulì pirulì di Garinei e Giovannini con Rabagliati. Dal ’52 ebbero la loro compagnia di rivista, regista Marchesi (Davanti a lui... Tre Nava tutta Roma, Tre per tre Nava di Silva e Terzoli, arrivata una Nava carica di...) lanciando giovani come Manfredi, Bramieri, Cajafa, Conti, Bonagura, Ferrari, Pisu, Crovetto, Pelitti, mentre nello spettacolo Sette giorni a Milano dividevano il palco con Parenti e Fo. Nel ’55 Diana si sposò, la ditta si sciolse, Pinuccia fece da sola in teatro e con successo Nata ieri (nel ruolo di Judy Holliday) e in tv Lui, lei e gli altri, creando un ponte tra due epoche del comico al femminile» (Maurizio Porro, ”Corriere della Sera” 24/6/2006).