La Stampa 23/6/2006., 23 giugno 2006
Lettera La Stampa, venerdì 23 giugno Sono un insegnante ormai alle soglie della pensione e condivido in pieno quanto scritto da Paola Mastrocola sulla Stampa del 21 giugno riguardo all’opportunità di tornare, per gli esami di stato, ai commissari esterni
Lettera La Stampa, venerdì 23 giugno Sono un insegnante ormai alle soglie della pensione e condivido in pieno quanto scritto da Paola Mastrocola sulla Stampa del 21 giugno riguardo all’opportunità di tornare, per gli esami di stato, ai commissari esterni. Però... Ha mai provato la collega a fare il «membro interno in seno alla Commissione» (così recitava, con involontario doppio senso goliardico, la normativa ministeriale)? un’esperienza che non ripeterei per tutto l’oro del mondo. Perché? - Temendo che i commissari non trattassero bene i nostri alunni, ci si piegava ad atteggiamenti di servilismo (quante volte sono andato in macchina alla stazione a prendere commissari che arrivavano col treno! Quante volte bisognava preparare per la commissione lo spuntino per la pausa di mezzogiorno!). - Ovviamente c’era sempre almeno un commissario ignorante e presuntuoso, che distruggeva con arroganza in pochi minuti il lavoro didattico svolto durante l’intero anno; - Durante gli scrutini bisognava contrattare, come in un mercato, per strappare qualche punto in più ai candidati che, secondo la scuola, lo meritavano; - Dopo la pubblicazione dei risultati c’era la ciliegina sulla torta: ogni volta ricevevo la telefonata indignata di qualche mamma che protestava perché, per colpa mia, il figlio aveva ricevuto un voto inferiore al compagno di banco. Non me ne voglia la signora Mastrocola, ma penso proprio, nonostante tutto, di preferire, per motivi di egoistico interesse personale, che non si ritorni alla vecchia formula dei commissari esterni. Gianni Vaccino, Casale Monferrato