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 2006  giugno 21 Mercoledì calendario

In Ghana il pallone vale più dell’oro La Stampa, mercoledì 21 giugno Colonia. Un amico varrà pure un tesoro, ma una partita decisiva per la qualificazione agli ottavi di finale dei Mondiali vale l’intera produzione di oro del Ghana

In Ghana il pallone vale più dell’oro La Stampa, mercoledì 21 giugno Colonia. Un amico varrà pure un tesoro, ma una partita decisiva per la qualificazione agli ottavi di finale dei Mondiali vale l’intera produzione di oro del Ghana. Proprio così: in occasione della sfida di domani contro gli Stati Uniti, il governo di Accra ha sospeso le estrazioni in tutte le miniere, per consentire ai lavoratori tifosi di guardare il match. Ma aspettate un istante, prima di ridere dei soliti africani, perché nei civilissimi paesi occidentali la febbre del pallone ha provocato fenomeni ancora più stupefacenti e sofisticati. Cominciamo dal Ghana, solo perché l’estremo sacrificio di un povero fa più notizia, ammesso che di sacrificio si tratti. Il trionfo con i cechi ha estasiato i concittadini del segretario generale dell’Onu Kofi Annan, ma ha pure messo sotto pressione il sistema elettrico nazionale. Tutte le tv erano accese, e tutte le luci nelle case dei tifosi altrettanto. Per farla breve, il giorno della partita il Ghana ha rischiato il black out totale: il consumo ha raggiunto il limite di sopportazione della rete elettrica, che è arrivata ad un passo dal saltare. Adesso il governo è terrorizzato, perché si aspetta che le cose andranno anche peggio durante l’incontro con gli Stati Uniti, dove c’è in palio la qualificazione. I pochi che non avevano acceso il televisore la volta scorsa, lo faranno domani. Il timore di Accra non è tanto il black-out, quanto la rivoluzione che scoppierebbe se le tv dovessero spegnersi mentre Asamoah batte un rigore. Quindi l’esecutivo ha trasmesso un ordine perentorio alla multinazionale sudafricana "Gold Fields", il più grande estrattore di oro nel Paese: domani le sue miniere resteranno chiuse, per evitare un sovraccarico della rete elettrica. La scocciata conferma è venuta dalla stessa compagnia, tramite il suo dirigente Terence Goodlace: «Dal governo, con una lettera formale, ci hanno detto di staccare le macchine». Questo significa anche un giorno di vacanza per i minatori, che ringraziano e si preparano a sedersi davanti alle tv. Per capire le proporzioni della scelta governativa, bisogna sapere che l’oro è il principale prodotto di esportazione del Ghana, un Paese così povero che ha dovuto chiedere il condono del suo debito alle istituzioni finanziarie internazionali. L’anno scorso Accra ha estratto 2.029.218 once di metallo giallo, che le hanno fruttato 903 milioni di dollari, scavalcando i tradizionali proventi del cacao. Ma per un giorno, se sull’altro piatto della bilancia c’è la partita decisiva dei Mondiali, potrà rinunciare a questi soldi. Come dicevamo al principio, gli occidentali hanno poco da ridere. Tutti i datori di lavoro italiani che si ostinano a non dare permessi per gli incontri degli azzurri, domani vedranno un calo delle presenze o un aumento dei dipendenti che fingeranno di lavorare. E’ un rischio così matematico, che una previdente società di assicurazioni olandese vende polizze per affrontarlo. Durante l’Europeo di due anni fa, il numero dei lavoratori dei Paesi Bassi che si davano per malati quando giocavano gli arancioni era salito del 20%. Stavolta i furbi assicuratori si sono cautelati, offrendo polizze che compensano i danni subiti dalle aziende per l’assenteismo improvviso e ingiustificato. Peggio ancora è andata in Australia, che sta dall’altra parte della Terra, ma segue il Mondiale come se fosse un campionato di vela. Anzi, di più, perché la qualificazione agli ottavi farebbe davvero la storia per i canguri. Il problema, appunto, è che l’Australia sta quasi agli antipodi della Germania, e quindi le partite vanno in onda fra le 11 della sera e le 5 del mattino. I tifosi se ne fregano e oltre 7 milioni di loro, cioé il 43% della popolazione nazionale superiore ai 14 anni, sono rimasti in piedi per vedere l’incontro col Giappone. Lunedì l’Australia si è giocata un pezzo di qualificazione col Brasile, quando a Sydney erano le 2 del mattino, e l’audience è salita ancora. Anche in questo caso si sono mobilitati i politici, e il governatore del New South Wales, Morris Iemma, ha sollecitato i datori di lavori a chiudere un occhio sui dipendenti che il giorno dopo arrivavano in ritardo, o con entrambe le palpebre abbassate: «Sono rimasti in piedi tutta la notte per essere parte della storia della nostra nazione». Paolo Mastrolilli