Vanity Fair 22/06/2006, pag.122 Stefano Landi, 22 giugno 2006
Congo, la guerra più sanguinosa (e più dimenticata). Vanity Fair 22 giugno 2006. Qualcuno l’ha definita la Grande Guerra Mondiale Africana, perché in Congo hanno combattuto o stanno combattendo gli eserciti di otto Paesi
Congo, la guerra più sanguinosa (e più dimenticata). Vanity Fair 22 giugno 2006. Qualcuno l’ha definita la Grande Guerra Mondiale Africana, perché in Congo hanno combattuto o stanno combattendo gli eserciti di otto Paesi. Con un territorio enorme e 50 milioni di abitanti ripartiti in più di 250 tribù, il Congo dispone dell’80 per cento delle ricchezze naturali africane. per i suoi diamanti e il suo oro che si combatte il conflitto più sanguinoso dopo la seconda guerra mondiale: quattro milioni di morti l’ultima stima. Inizialmente proprietà privata di Leopoldo II, re del Belgio, il Congo diventa indipendente nel ’60. Un anno dopo, l’assassinio di Lumumba, il primo ministro democraticamente eletto, fa scoppiare la prima guerra interna. Con un colpo di Stato il colonnello Mobutu diventa presidente della Repubblica a cui dà il nome di Zaire. Nell’ottobre del 1996 gli eserciti di tre nazioni confinanti, Ruanda, Uganda e Burundi, sostenute dalle grandi potenze estere, invadono lo Zaire con il pretesto di inseguire i concittadini ribelli, ma col vero obiettivo di accedere alle risorse naturali del Paese. Li guida Laurent Désiré Kabila, che costringe Mobutu alla fuga e si autoproclama presidente, ripristinando il nome di Repubblica Democratica del Congo. l’inizio della terza guerra, ancora in corso oggi. Più del 60 per cento del territorio nazionale viene occupato da forze straniere appoggiate dai ribelli congolesi. Nel 2001 Kabila è assassinato da un soldato bambino in circostanze oscure e suo figlio Joseph diventa presidente. I Paesi stranieri ritirano le truppe: sembra la fine di un incubo, invece è l’inizio dello scontro sanguinoso tra due etnie, gli Hema e i Lendu. Intere famiglie sono state giustiziate e sepolte nelle fosse comuni, bruciate o gettate nei fiumi. Milioni di congolesi fuggono verso territori dove la guerra non è ancora arrivata o vivono nascosti nella foresta, dove muoiono per epidemie e malnutrizione. Chi è rimasto subisce violenze e soprusi. Medici senza Frontiere fa sapere che su un totale di 2.539 ore di programmazione, i Tg nazionali di Rai, Mediaset e La7 hanno dedicato alla guerra in Congo otto minuti. Stefano Landi