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 2006  giugno 20 Martedì calendario

Nòva Il Sole-24 Ore, 4-5-2006 FARE FOTOCOPIE UN PO’ COME CUCIRE A MACCHINA Non c’è persona che, alla parola "Singer", non associ una macchina da cucire

Nòva Il Sole-24 Ore, 4-5-2006 FARE FOTOCOPIE UN PO’ COME CUCIRE A MACCHINA Non c’è persona che, alla parola "Singer", non associ una macchina da cucire. La cosa buffa è che l’intraprendente Isaac, nato a Pittstown (New York), voleva fare l’attore di teatro, e per diversi anni ha provato a calcare le scene. Per poi prendere atto che non era quella la sua strada, e dedicarsi all’altra passione coltivata da sempre: la meccanica. Tutto quanto abbia un risvolto meccanico, gli piace molto. Non a caso, Isaac brevetta una macchina perforatrice e uno strumento che intaglia il legno. A un certo punto, gli viene chiesto di riparare una macchina da cucire. Un prodotto già in circolazione, al tempo, e già brevettato. Ma Isaac intravvede subito dei margini di miglioramento. Per esempio, è lui a ideare il braccio che sporge dal corpo del macchinario e consente all’ago di essere indirizzato in punti specifici. Un’innovazione che consente di fare un lavoro più completo e più preciso, prima impensabile. La nota dolente sono i costi. Realizzare un aggeggio del genere è oneroso, figuriamoci comprarlo: ci vogliono più di 100 dollari. L’industria dell’abbigliamento, peraltro, non è ancora sufficientemente evoluta per apprezzarlo. Ma Singer non si perde d’animo e, complici alcuni cambiamenti strutturali - ed epocali - nel settore industriale, torna a riproporre la sua macchina da cucire, scommettendo il tutto per tutto in una produzione di massa, e in alcuni pezzi che sono intercambiabili. Il risultato è l’abbattimento dei costi. Dopo il primo stabilimento aperto a New York, Singer ne avvia altri tre, gli affari vanno a gonfie vele e presto arriva a vendere tremila macchine all’anno. Diventerà il più grande produttore al mondo e la sua intuizione troverà seguito. Anche Chester F.Carlson ha aperto una strada percorsa - seppur con ritardo - da tanti protagonisti del mondo industriale. Grazie alla sua idea, è nata infatti la macchina fotocopiatrice. Quello di Carlson è un classico caso di necessità che aguzza l’ingegno. Il nostro, infatti, ha la grande responsabilità di analizzare i prodotti dell’azienda per cui lavora, valutarne la brevettabilità e poi sottoporli all’ufficio competente. Un’attività complessa, che gli richiede di passare tanto tempo a esaminare carte e documenti, e stilare delle relazioni in diverse copie, scritte tutte a mano. Ore e ore buttate via. Le cose si complicano quando compaiono miopia e artrite che rendono la vita difficile a Carlson, inducendolo a cercare una soluzione. Gli viene l’idea di una riproduzione tecnica basata sulla fotoconduttività, perfezionata in anni di studi e prove. Ma, alla fine, efficace. Certo, trascorre un ventennio prima che qualcuno - Xerox, per la cronaca - abbia la lungimiranza di capire quanto rivoluzionaria fosse l’intuizione di Carlson. Ma, come si dice, meglio tardi... Eliana Di Caro Quale delle due invenzioni è stata brevettata prima? Risposta: macchina da cucire (1850); macchina fotocopiatrice (1942)