La Stampa 18/06/2006, pag.15 Marco Raffa, 18 giugno 2006
Jonathan Livingston? Il «buon gabbiano» è diventato terrorista. La Stampa 18 giugno 2006. Savona
Jonathan Livingston? Il «buon gabbiano» è diventato terrorista. La Stampa 18 giugno 2006. Savona. «Ho avuto paura. Quel gabbiano ce l’aveva proprio con me. Saliva, volando in cerchio, e poi si buttava in picchiata, con il becco appuntito alle mie spalle. Una, due volte. Sullo spiazzo isolato davanti all’isolotto di Bergeggi le grida dei gabbiani salivano di tono. Ho cercato di scappare, di evitare il contatto. Sono caduto a terra, ho battuto la testa sulla ringhiera. Perdevo sangue, mi sono trascinato sull’Aurelia per chiedere aiuto». Gabbiani che aggrediscono l’uomo? Alessandro G., savonese di 42 anni, è soltanto l’ultima «vittima» di un rapporto animale-uomo che, senza ancora raggiungere il parossismo cinematografico del thriller di Hitchcock, si sta incrinando. Una tesi, questa, smentita dagli animalisti («gli uccelli non attaccano mai, a meno che non considerino l’uomo una minaccia per i loro nidi») mentre gli ornitologi sono preoccupati: i gabbiani, complice la grande abbondanza di cibo fornito dalle discariche, sempre più spesso nidificano lontano dal mare. E aumentano. Le altre vittime «Da qualche anno assistiamo a una crescita esponenziale della popolazione dei gabbiani reali - conferma Mimmo Ferro, ornitologo piemontese che collabora con il Museo Craveri di Bra e l’Istituto nazionale della fauna selvatica di Bologna -; cinquant’anni fa in Liguria non c’era nidificazione, quest’anno a Bergeggi abbiamo inanellato 183 pulli (i ”piccoli” dei gabbiani) contro i 160 dell’anno scorso. E a Giannutri, in Maremma, in dieci anni siamo passati da mille a tremila coppie di adulti». E se i gabbiani reali aumentano, c’è chi ne fa le spese: non è un caso se tra le rocce dell’isolotto di Bergeggi si trovano sempre più spesso penne e carcasse di quaglie e altri piccoli uccelli, uccisi e divorati proprio dai «colleghi» dell’aulico Jonathan Livingston. Ma l’uomo? La casistica degli ultimi anni, anche soltanto in Liguria, è fitta di episodi a dir poco inquietanti. Nei giorni scorsi a Genova infermieri, medici e impiegati dell’ospedale Villa Scassi sono stati aggrediti da un gabbiano che «difendeva» il suo nido sul tetto della chiesetta del nosocomio. Attacchi in piena regola, tanto che sette persone si sono presentate al pronto soccorso con tagli «da becco» al collo e alla nuca. L’estate scorsa una famiglia in vacanza a Laigueglia è rimasta per giorni «prigioniera» in casa, senza poter uscire sul terrazzo dove una coppia di gabbiani aveva costruito il nido. Quest’inverno il terrazzo è stato transennato con reti metalliche e altri accorgimenti. «Ma i gabbiani si sono spostati poco distante - spiega la signora Bono - il problema, si è soltanto allontanato di poche decine di metri». Il caso in consiglio comunale A Sanremo c’è una «vittima» illustre, il comandante della polizia municipale Claudio Frattarola. «Nella vecchia sede del comando - racconta - per raggiungere gli spogliatoi occorreva attraversare un terrazzo. Purtroppo sul tetto aveva nidificato una coppia di gabbiani che, si è scoperto dopo, avevano covato due gabbianelle e attaccavano chiunque si avventurasse all’esterno. Attacchi per modo di dire, picchiate vicinissime al volto senza mai colpire, ma abbastanza per creare disagio. Alla fine le gabbianelle sono volate via, il problema, almeno lì, si è risolto». Ma a Sanremo il caso-gabbiani è finito in Consiglio comunale, sollevato dal consigliere delegato Paolo Leuzzi che ha chiesto interventi decisi: «I gabbiani sono diventati decisamente più aggressivi e bisogna trovare al più presto un rimedio. Se qualcuno si avvicina inavvertitamente ai nidi rischia di essere attaccato e ferito». Ne sanno qualcosa anche i bagnini del Ponente, come Stefano Ascheri dei bagni La Caletta di Bergeggi. «Ormai è normale vedere i gabbiani che svolazzano tra le cabine. L’estate scorsa abbiamo soccorso una gabbianella ferita, ma al momento di liberarla davanti all’isolotto ci siamo trovati accerchiati da una ventina di gabbiani adulti dal comportamento minaccioso». Per gli animalisti, invece, è sbagliato e ingiusto «criminalizzare» i gabbiani. Spiega Germana Cassini della Lipu di Imperia: «Il problema siamo noi, il nostro comportamento. Qualche settimana fa ci hanno chiamato dall’hotel Nyala di Sanremo: dovevano sostituire le antenne tv su un terrazzo e i tecnici erano in difficoltà. Con un’altra volontaria abbiamo preso i piccoli, erano tre, e li abbiamo spostati su un altro terrazzo. I gabbiani hanno capito che stavamo facendo una cosa buona, ci volavano intorno ma non ci hanno attaccato». C’è anche un «consiglio per l’uso». «Mai avvicinarsi a un nido, o comunque a una zona frequentata dai gabbiani, con ombrelli, scope o bastoni. Gli uccelli lo interpreterebbero come una minaccia diretta». Marco Raffa